NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Lo spirito d'avventura (per fortuna) esiste ancora

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Lo spirito d'avventura (per fortuna) esiste ancora

Quando partite avete in testa oltre al percorso anche una organizzazione e soprattutto la capacità di stare da soli senza soffrirne. Come ve la cavate?

GIAN_PIETRO_DAL_BEN (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIAN PIETRO DAL BEN- L'organizzazione è in funzione del territorio, misurata sulle situazioni particolari che si troveranno. Un vestito su misura, insomma. Le tappe sono lunghe 300 o 400 chilometri, distanze che a patto di non perdersi e viaggiando regolarmente e senza intoppi sono sei ore. Ma se ci si perde si viaggia anche 15 ore, io ne ho fatte 18 con 900 chilometri in un giorno. Ogni situazione va studiata per quanto possibile a tavolino, dopo di che la realtà va affrontata anche se ti presenta delle belle varianti. Le vibrazioni sul corpo per tirate così lunghe si sopportano: il mondo si muove con la forza di volontà, credo proprio che non serva altro e che la forza dell'uomo consista in questo. D'altra parte non andiamo in centri turistici, sappiamo che le necessità primarie dell'uomo sono diverse, che l'essenza della vita è diversa da qui. Nel deserto contrariamente alle apparenze c'è tutto il necessario per vivere e se si è assieme a tanti altri che la pensano allo stesso modo non si ha bisogno di altro. In Egitto mi fermavo in mezzo al niente e dopo dieci minuti arrivavano dei bambini: i Tuareg piantano le loro tende a 10/15 chilometri dalle fonti di acqua per far capire ai bambini che l'acqua è preziosa, tanto preziosa e rara che per procurarserla bisogna fare lunghi percorsi a piedi. Il nostro aiuto umanitario alla fine è giustificato, ma io credo che la carica che ci dà questo mondo sia una risposta del tutto inaspettata.

CLAUDIO TESSAROLO- Sono convinto che proprio questo sia il pensiero davvero centrale rispetto a tutto il resto. Loro tre difatti si muovono guarda caso lungo un progetto che si è definito sempre meglio negli anni e che alla fine consiste nel portare solidarietà. Tutti e tre fanno la stessa cosa pur avendo scelto itinerari e situazioni che più diverse di così non potrebbero essere. Insomma, voglio dire che andare in vacanza con il tempo scandito al minuto e spiaggia e ombrellone non è sicuramente appagante come quest'altro tipo di attività che rovescia davvero la vita quotidiana di un uomo e lo mette volontariamente di fronte a realtà sconosciute inducendolo a pensieri e riflessioni che normalmente in questa nostra quotidianità rarissimamente ti costringono a fermarti almeno per un momento. Dal Ben Faresin e Obrietan si avvicinano agli altri dando contenuti importanti al loro muoversi. Con le ciacole non si fa niente.

KINO OBRIETAN- Dico un'altra cosa che può chiarire meglio: abbiamo adottato 845 bambini in questi anni di viaggi, bambini che ora hanno il supporto dei nostri amici dell'associazione e anche di altre associazioni perché le adozioni sono diventate a distanza, cioè regolarmente praticate. Questi bambini hanno bisogno di qualunque cosa anche se tutto sommato credo che gli diamo ancora assai poco e anche pur essendo convinto che in tutta questa storia chi riceve qualcosa, molto più di qualcosa, siamo proprio noi.

Quindi è anche un confronto tra uomini e tra mezzi che servono per vivere: porta a un confronto con la povertà o l'essenzialità di fronte ad una vita che è vita completa con attività umane, nascite e morti, matrimoni e tutto il resto.

CLAUDIO_TESSAROLO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)CLAUDIO TESSAROLO- Sì e quel che colpisce è che ci sono regole precise sempre rispettate rigorosamente, non c'è nulla lasciato al caso in queste comunità, troppo importante lavorare e agire per il bene di tutti perché rappresenta anche il bene dell'individuo. Noi nel mondo occidentale siamo presuntuosi, abbiamo già scoperto tutto e quindi facciamo fatica a capire ad esempio che la libertà consiste essenzialmente nel rispetto delle regole.

GIAN PIETRO DAL BEN- Abbiamo portato la nostra bambina di tre mesi in un viaggio nel deserto, il percorso era difficile, le temperature alte e tutti si sono sorpresi per questa nostra decisione che poteva sembrare un azzardo. Ma la verità è che i bambini vivono e nascono dappertutto, le difficoltà le hanno i nostri ad attraversare la strada, a starsene in casa perché in piazza non si può più giocare a pallone. Noi di Energia e Sorriso siamo nati come associazione per investire in energia umana e portare sorrisi e ci siamo invece accorti che dopo aver trasportato oggetti e beni di consumo torniamo noi stessi a casa con molta energia in più e tanti sorrisi in più perché ce li hanno regalati loro. la mia generazione è quella che da sempre ha vissuto meglio eppure siamo mediamente forse i più tristi e tutto questo è come minimo allucinante. I ragazzi che vengono con noi sono all'inizio spaventatissimi, ma tornano con una positività incredibile che non dimenticheranno più perché al rientro in famiglia di si accorge di avere imparato la vera libertà, l'autosufficienza.

BEPPE FARESIN- Il fatto è che parlando per metafore bisogna remare tutti nella stessa direzione, come sul fiume dove cambia tutto, dove si rivoluzionano le dimensioni e i numeri, tu non sei niente, e capisci che la tua vita quotidiana è fatta cose senza senso, chiudo come sei in te stesso. Non ti rendi davvero conto di quel che non fai della tua esistenza fino a che non te ne vai a questa scuola di vita che ti serve a ragionare, capire e migliorare te stesso anche a vantaggio degli altri.



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