NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Lo spirito d'avventura (per fortuna) esiste ancora

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Lo spirito d'avventura (per fortuna) esiste ancora

L'avventura è una componente essenziale della vita dell'uomo, anche se pochissimi di noi si staccano dalla realtà normalmente quotidiana per tentare nuove conoscenze: cosa diciamo di questo?

CLAUDIO TESSAROLO- Quella di parlarne è una buona idea, ognuno dei tre amici che sono qui stasera rappresenta una fetta dell'avventura che infatti è una cosa che teniamo dentro di noi; la parola deriva dal latino advenire e chiaramente significa che si va incontro a qualcosa che deve accadere senza sapere cosa sia. Conosco bene Dal Ben Faresin e Obrietan con cui ho condiviso o professionalmente o per identità di interessi per i luoghi del mondo le loro aspirazioni e le loro conquiste. Ognuno di loro si interessa di settori e territori diversi, ma tutti e tre rappresentano bene l'avventura. In breve, viviamo in un mondo che viaggia, ma fa poca avventura: viaggiare con la guida della guida, con i contatti già fatti, con i satelliti, non è come andare alla loro maniera. Senza parlare degli stati d'animo: la paura è spesso presente ed è una fortuna provarla perché da lì parte il coraggio, altrimenti non è coraggio, ma incoscienza.

GIAN PIETRO DAL BEN- Nel 2000 ho partecipato a un raid di auto e moto nel Sahara egiziano. Da lì è partito tutto, mi avevano detto che nel deserto non c'è niente e invece c'è di tutto e in particolare si tratta di un mondo fatto di cose essenziali, anche di fame e di povertà, ma anche di dignità; è un mondo che ci ha guardato e ci guarda passare come elementi estranei e che però abbiamo incontrato da vicino non evitando assolutamente la conoscenza più profonda, vediamo persone che vivono con pochissimo e ci danno un confronto mai visto ed anche un conforto mai pensato, ci sono ragazzini magari senza scarpe e che non hanno mai visto una penna, eppure aono di fronte a noi per dirci qualcosa di importante, basta volerlo capire. Ora abbiamo un progetto che si chiama Energia e Sorrisi Onlus che unisce lo sport alla solidarietà concreta con cui giriamo l'Africa organizzati sempre con lo sfondo di un raid, ma anche per portare tonnellate di aiuti umanitari. Questo libro scritto da Claudio Tessarolo è ad esempio un concentrato di energia, qualcosa di molto particolare, fatto come una agenda, un diario quotidiano per spiegare la vita nel deserto tunisino con un centinaia di persone partecipanti al rally mentre si era lì per portare in modo tangibile la nostra vicinanza alla gente di là.

BEPPE_FARESIN (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)BEPPE FARESIN- Io vado in genere a remi, ho fatto anche la discesa del Rodano nel 77 con un mio amico che mi ha coinvolto facendomi comprare una canoa e con quella sono andato giù per quelle rapide lungo un percorso difficile dalla Svizzera a Marsiglia. Non mi piacque molto, diciamo così, al punto che per un po' l'amore per la canoa mi passò. Però dopo 28 anni sono tornato con la canoa sul fiume e mi sono fatto il Danubio per mettere una bandierina dell'Unicef oltre la cosiddetta cortina di ferro, cosa che poi mi è anche riuscita. Anche per Haiti ho navigato, dopo il terremoto, offrendo un dollaro per chilometro, come sul Mississippi e poi di nuovo sul Danubio. Uso la canoa per andare lontano e non veloce, sempre su grandi fiumi per migliaia di chilometri che senza confini attraversano veramente il mondo e ci insegnano che bisogna apprezzare quello che abbiamo, non quello che è in più. Tutto molto bello, anche perché al ritorno a casa ti accorgi sempre che qualcosa è cambiato dentro di te. Fantastico per me è stato l'ultimo viaggio nello Yukon tra Alaska e Canada sulle tracce dei cercatori d'oro di fine Ottocento, in una terra che ti presenta cose incredibili, compresi orsi e lupi, presenze concrete, non come sui libri, e quindi con una sollecitazione anche emotiva non comune. Ci ho fatto un documentario. I cercatori d'oro sono stati una generazione straordinariamente viva e ancora oggi curiosamente attuale, che riesce a parlare direttamente anche al mondo moderno.

Viaggiare è anche un modo di meditare, il confronto con gli uomini delle terre più povere è un incentivo a pensare: queste passeggiate, diciamo così, inducono molto altro...

KINO OBRIETAN- Sì, l'ambiente è sempre apparentemente ostile, inospitale. Nella Siberia Mongola però si trova pace e serenità, bambini fuori dal mondo che vivono a 3 o 4mila metri, con poche cose. Ho visto percorrendola questa terra d'estate e d'inverno, incredibile,. L'ultimo viaggio l'ho fatto in Mongolia, alla ricerca degli Uomini Renna una tribù in via di estinzione, appena 38 famiglie suddivise in 20 nel nord della Taiga e 18 nella Taiga dell'Est in un territorio grande come un terzo dell'Italia. In tutto sono poche centinaia di persone. La Taiga è un grandissimo acquitrino in cui questi gruppi vivono sempre in tenda, sempre spostandosi, sempre contando per la propria sopravvivenza sulle renne che per questa gente rappresentano pellame, carne, latte, burro, formaggio, escrementi secchi che servono a fare il fuoco, eccetera. Abbiamo portato solidarietà per ora a 18 famiglie, c'era anche un medico. Stiamo per tornare perché vogliamo incontrare le altre 20 famiglie. È una terra straordinaria di una bellezza incredibile che d'inverno ha temperature attorno ai 60 sotto zero, ci sono orsi e lupi che minacciano la vita della gente e delle rende. Questa gente ha solo semplicissimi strumenti per vivere, non mobili o altro, la loro casa è la tenda sul modello dei pellerossa, la piantano o la smontano ogni volta che si spostano. Nella Taiga non è possibile costruire niente perché il terreno non lo permette. L'esperienza è incredibile, andando alla ricerca di queste famiglie che non si sa mai bene dove siano e che pure alla fine si trovano e ci sono così gli incontri. Abbiamo fatto nel frattempo 74 adozioni che sono diventate poi adozioni a distanza e ad ogni bambino abbiamo portato un contributo di 150 euro che lì si trasformano subito in cibo, vestiario, medicinali; i soldi aiutano il baratto che viene fatto andando nei villaggi spari per il territorio dove è possibile un insediamento vero e proprio. L'unico vero problema che continuiamo ad avere è quello medico che non sempre si trova e oggi naturalmente il mio appello è rivolto a uno che voglia davvero fare questa esperienza per un mese di viaggio. Questa è appunto la difficoltà più frequente e pressante per noi...

CLAUDIO TESSAROLO- L'economia è di sussistenza proprio come quella che abbiamo trovato nel deserto... I medici sono rari perché dove aumentano di molto le quote ed i rischi occorre un medico che sia anche uno in grado di stare in altura. Quando vedo partire Dal Ben in moto verso il niente penso che davvero si sta giocando qualcosa perché è vero che va a cercare un obiettivo che si conosce ,ma che presume anche dei rischi.

 



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