NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La falda è alta: quali i tempi per la normalità?

Un mese dopo i nuovi allagamenti i controlli tecnici dicono che i livelli sotterranei sono ancora ampiamente al di sopra delle medie del periodo - Intanto in due mesi si sono avute le precipitazioni di un anno e la prospettiva certa ancora non si conosce

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La falda è alta: quali i tempi per la normalità?

(g. ar.)- Quasi un mese è trascorso dai giorni di forte pioggia che ha causato nuovi danni alle abitazioni, alle colture e alle aziende un po' in tutta la provincia. I rilevamenti tecnici dicono che la falda rimane ancora molto alta, quasi quattro metri sopra il livello medio del periodo, e che nei due mesi teoricamente meno piovosi è caduta tanta acqua al punto da pareggiare nei soli gennaio e febbraio le precipitazioni di tutto l'anno.

Quanto ci vorrà per tornare alla normalità e liberare gli scantinati dalle pompe che continuano da sole a far fronte all'emergenza allagamenti? Questa è la domanda pressante a cui ancora non si riesce a dare una prospettiva precisa.

Indubbiamente la situazione è tutt'altro che tranquillizzante e meno che mai normalizzata dal momento che in queste settimane, sia pure a tratti ed in quantità decisamente meno allarmanti, la pioggia ha continuato a cadere mentre d'altra parte le previsioni anche a medio termine non contribuiscono affatto a rasserenare visto che continuano a parlare di altre perturbazioni e quindi di altre potenziali situazioni difficili.

Se vogliamo restare al riferimento dei rilevamenti sulla falda di Schio/Vicenza, quella alimentata da Orolo, Timonchio e Astico, i dati a disposizione dei tecnici dicono appunto che questi quattro metri scarsi al di sopra delle medie riferite al periodo rappresentano pur sempre una constatazione di peso che sta a suggerire cose non proprio distensive per chi ancora deve utilizzare le pompe idrauliche non per liberarsi definitivamente dei livelli anomali, ma per riuscire a contenerne la pericolosità in modo che non ci siano nuovi allagamenti. Perché in effetti i livelli della falda sono lì a testimoniare un fatto difficilmente contraddicibile almeno per ora e cioè che fermando le pompe la prima conseguenza sarebbe proprio quella di veder ricomparire l'acqua proprio lì dove a poco a poco è stata frenata e respinta.

La falda è alta: quali i tempi per la normalità? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La questione ha evidentemente importanti risvolti anche economici perché è chiaro che i danni alle case, ma anche alle colture e alle aziende di varie zona della provincia non si possono per ora nè quantificare con approssimazione credibile, né tanto meno ritenere non suscettibili di altri incrementi.

A parte la violenza delle precipitazioni e la loro intensità, c'è da dire che dati alla mano ci troviamo di fronte alla dimostrazione più evidente di che cosa sia in grado di produrre la scarsa prudenza dell'uomo di fronte alle manifestazioni naturali, come in questo caso. Non per nulla dall'alluvione del 66 fino a quella del 2010 c'è uno sconcertante andamento dei livelli di assorbimento da parte del terreno che sta a testimoniare un particolare chiarissimo: si è costruito troppo, si è eliminato troppo terreno che contribuirebbe a fare da filtro e calmierazione all'eccesso di precipitazioni ed infine non si è tenuto in alcun conto le necessità di calcolare le effettive esigenze di autoassicurazione nelle modalità di edificazione di case o fabbricati per la produzione.

Sono decisamente sovrabbondanti i casi di interramento delle cantine e dei garage fino a cinque o sei metri rispetto al piano stradale. In zone particolarmente sensibili alla presenza dell'acqua della falda, che nei periodi normali si mantiene ad un livello molto vicino alla superficie, come nel caso dell'area compresa tra Caldogno, Montecchio Precalcino, Dueville, Cavazzale, Sandrigo, Bolzano Vicentino, un incremento violento delle precipitazioni come è accaduto nei primi due mesi dell'anno ha come prima conseguenza logica i inevitabile, oltre che prevedibile, che gli allagamenti siano praticamente inevitabili.

IN PIAZZA ne ha parlato con IMERIO BORRIERO sindaco di Montecchio Precalcino, MARTINO CERANTOLA presidente della Coldiretti di Vicenza, MASSIMO MAZZOLA dell'ARPAV regionale, MARCO RABITO esperto di metereologia e MARCELLO VEZZARO sindaco di Caldogno.



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