NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La falda è alta: quali i tempi per la normalità?

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La falda è alta: quali i tempi per la normalità?

Visti i numeri più aggiornati sul livello della falda, quando si prevede di tornare alla normalità e più precisamente: a quale normalità, visto che dopo il 2010 tutti i parametri tendono generalmente più alle anomalie che al rispetto dei valori storici della zona?

marco_rabito (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MARCO RABITO- In un mese come marzo spingere la previsione troppo in là può causare errori, ma qualcosa si può prevedere almeno per una settimana, come il fatto che andiamo verso temperature elevate sia in pianura che in montagna: bisogna tener conto di quanta acqua è caduta in questi primi due mesi; tra gennaio e febbraio si registrano dati che ci danno la dimensione vera di quanta pioggia è caduta visto che i nostri riferimenti sono sulla base di trent'anni, dall'81 al 2011. In due mesi ha piovuto quasi due terzi della media dell'anno intero e questo basta da solo a descrivere la situazione così come si è determinata. I valori sono questi. Ovvio che non si può tentare una previsione oltre i sei sette giorni. Tutto ciò ha influito sulla falda e alla fine non possiamo non dire che se nei prossimi mesi pioverà come può normalmente verificarsi in primavera la falda difficilmente scenderà.

MASSIMO MAZZOLA- Il discorso di Rabito è corretto, per il futuro dobbiamo aspettarci altri sviluppi in proporzione con quanto determina l'andamento della falda. C'è inoltre il meccanismo di flussi e riflussi determinato dai fiumi che sono assi di trasporto delle quantità di acqua, sollevando la falda anche indipendentemente dalle precipitazioni; c'è una inerzia, anche di settimane, che determina gli aumenti di livello della falda. Può succedere dopo qualche giorno, ma anche dopo settimane, l'inerzia lavora anche a distanza di una trentina di giorni. Castelfranco che ha dipendenza dal Piave ce lo dimostra e anche se pare lontana così non è perché l'acqua non conosce confini e tra Treviso e Vicenza esiste sempre e comunque un travaso. Ora stiamo vedendo in dieci stazioni che i livelli stanno scendendo leggermente, qualche centimetro al giorno; questo andamento è generalizzato e può essere che diminuisca di più centimetri al giorno andando verso la normalità, ma tutto dipende naturalmente dalle precipitazioni: verso il Brenta il decremento sarà più forte che nella zona delle risorgive di Caldogno/Sandrigo/Dueville. Con una proiezione più allungata si può anche pensare a qualcosa di diverso e sempre che non piova, come si può prevedere che lo scioglimento della neve a sua volta darà un suo contributo sostenendo il livello dei fiumi che a loro volta sosterranno le falde. Comunque vada è tutta una situazione in lento cambiamento della quale non si può dire niente di certo.

martino_cerantola (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MARTINO CERANTOLA- Lavorare i campi in questo momento non è davvero il massimo, arriviamo dalla scorsa stagione già difficile, l'autunno ha avuto poi molte piogge e ci ha limitato fortemente nel lavoro: ora mi preoccupo per i danni e le problematiche attuali con la prospettiva di avere un'estate che non sappiamo come sarà, anche se sappiamo che almeno avremo acqua a disposizione. Il problema però è che il terreno per ora è difficile da lavorare, la temperatura piuttosto alta ha fatto già partire tutte le vegetazioni che in caso di ondate di freddo saranno in forte difficoltà fino a venire compromesse. Accade che le piante cariche di acqua cominciano a lavorare, ma frutteti e vigneti sono esposti a gelate tardive che comprometterebbero tutto.

MARCO RABITO- Non trascuriamo anche un quadro molto più generalizzato che va oltre il Veneto o l'Italia; per ora non c'è stato inverno, perfino in Russia ci sono temperature che non vanno con quelle della media stagionale, il che vuol dire che stiamo vivendo in presenza di qualcosa che assomiglia ad una variante climatica non trascurabile. Le anomalie sono pesanti; se facciamo bollire l'acqua già tiepida cosa succede? Che bolle prima. Qui è lo stesso, a livello del suolo non c'è stata una sola gelata, Vicenza ha avuto un paio di sottozero da un grado o poco più: anche risalendo di parecchi anni un non inverno come questo non si trova. In compenso gli Stati Uniti hanno l'inverno peggiore da 200 anni a questa parte. Così vanno certe volte le questioni meteo. Noi non abbiamo avuto nulla di tutto quello che normalmente accade in inverno, compresa la neve che anche sotto i 500 metri non s'è vista. Ai 400 metri di Monte Magrè non c'è stata una sola minima negativa. Chiaro che i valori in questo modo risultano tutti cambiati. Dove ci porterà tutto questo? Alcuni dicono che tanta acqua provocherà una stagione primaverile molto instabile e comunque a temperature primaverili, altri invece sostengono addirittura che l'estate comincerà a maggio... Mi limito ai prossimi dieci giorni con un anticipo di primavera certo, ma non mi arrischio ad andare più in là. Improbabile al momento che ci siano gelate, però non impossibile. Aspettiamo i primi di aprile.

 



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