(g. ar.)- Il mestiere di sindaco è tra i più complicati che si possa immaginare anche a fronte di una legge che con l'affermazione a maggioranza permette ad una amministrazione di governare in discreta sicurezza. Ma il fatto è che le difficoltà economiche scandite dalla crisi che ha colpito l'Italia a partire dal 2008 fanno sì che il problema di far tornare i conti sia sempre e comunque pesante, di difficile soluzione. Né si può pensare che le amministrazioni possano rimediare con il ricorso ad imposte nuove e sicuramente sgradite alla gente già in abbondanza bersagliata da un sistema di tassazione che è di fatto il più pesante in Europa.
L'alternativa per i sindaci dunque non c'è o al massimo è lontanissima dall'essere trovata e naturalmente spetta ai Comuni, senza alcun aiuto, risolvere la loro questione che si risolve generalmente nel taglio di spesa, dato che i soldi non si fabbricano. Diminuire la spesa significa in poche parole ridurre i servizi ed in particolare significa andare a pesare sul settore sociale in termini quanto meno allarmanti perchè le aspettative delle fasce di popolazione più deboli sono giustamente orientate a quella che viene normalmente definita "spesa storica": la richiesta in generale è quella di mantenere i livelli di assistenza così come sono stati previsti in questi ultimi anni. Purtroppo di fronte a questa situazione di crisi e all'obbligo per i Comuni di non toccare le loro riserve di denaro il meno che si possa pensare è che il calo nell'intensità dei servizi se non nella loro qualità è prevedibile.
In questo periodo ci troviamo tra l'altro alla vigilia di un appuntamento elettorale particolarmente importante anche per il numero delle amministrazioni che cambieranno. Ci sono un'ottantina di amministrazioni comunali che vanno a scadenza nei prossimi due mesi e per le quali si stanno preparando le elezioni, questa è la realtà. Il patto di stabilità, come già sottolineato poco fa, impedisce di fatto a tutti i sindaci di poter utilizzare il denaro pur contenuto nelle casse comunali e le loro difficoltà salgono in proporzione perchè appunto ad andarci di mezzo sono soprattutto i servizi che i Comuni riescono ancora a fornire con evidenti minori possibilità di spesa e impegno nel settore sociale.
Ai sindaci abbiamo dedicato l'ultima puntata di IN PIAZZA che ha messo a confronto con la situazione attuale quella di tanti anni fa, almeno una ventina, quando tutto pareva più semplice. Ma era davvero più semplice? Negli anni settanta e ottanta, a fronte anche della legislazione anti inquinamento, molti sindaci lavoravano con grandi difficoltà ed ancora più grandi incertezze, al punto che molti di loro, tra il serio e l'ironia, dicevano di saper bene di trovarsi in una condizione particolare, cioè... in libertà provvisoria.
E tuttavia è anche vero che se torniamo alla situazione di trenta o quaranta anni fa era tutto il quadro generale molto differente rispetto a quello di oggi. Vicenza ha avuto contemporaneamente anche otto parlamentari, ha avuto un presidente del consiglio, ha avuto ministri e sottosegretari, e così è stato per il Veneto. La forza d'urto di quel gruppo era evidentemente notevole e la sua capacità di incidere a livello nazionale sulle politiche di investimento nelle aree locali era molto forte, in grado di ottenere risultati importanti per le aspettative locali. Ora non ci sono più i vari Rumor, Dal Maso, Treu, ecc. ed il risultato è che la rappresentanza politica veneta e vicentina in parlamento non ha la minima possibilità di ricreare quelle condizioni e quei risultati
A IN PIAZZA abbiamo parlato di tutto questo con la partecipazione di cinque vecchi sindaci dei tempi d'oro e cioè: BRUNO SCALZERI sindaco di Pedemonte dal 1960 al 2004 e presidente della Comunità Montana Alto Astico Posina dal 1999 al 2004, FRANCESCO DAL CASTELLO sindaco di Cogollo del Cengio per tre mandati tra il 1979 e l'88 per complessivi 14 anni, GIOVANNI SELLA sindaco di Laghi dall'82 al 90, UGO CERVO sindaco di Posina dall'80 al 90 e LORENZO MENEGHINI già consigliere e assessore e poi sindaco di Arsiero dall'80 all'85.