NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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L’omaggio a Scamozzi e alla sua opera

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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L’omaggio a Scamozzi e alla sua opera

Qual è la (grande) eredità che Scamozzi ha ricevuto da Andrea Palladio e come l'ha sviluppata?

"È indubbio che Scamozzi si muova sulla scia di Palladio e che ne diventi “l’erede” però atipico e mai designato. Scamozzi opera sulla stessa scena di Palladio (Vicenza e Venezia) ha rapporti con medesimi personaggi e le stesse grandi famiglie e come Palladio trae la sua ispirazione e pretesti per la sua professione dallo studio dei fondamenti teorici dell’architettura e dei monumenti antichi anche fatti in loco a Roma. La grande differenza tra le biografie dei due, Palladio strappato alla famiglia umile e messo a lavorare da bambino in bottega, Scamozzi figlio di un professionista già del mestiere e senza problemi economici, farebbe pensare a due carriere diverse, ma quest’ultimo sicuramente sentì il peso che una tale differenza avrebbe portato alla sua carriera ed intimamente si avvicinò all’eredità di Palladio, ma solo intimamente. Scamozzi era ben consapevole che i tempi erano cambiati e anche la politica nel suo periodo "adulto", 40 anni di differenza erano molti a quei tempi e si volle anche separare dalle manierismo di Palladio usando uno suo stile più severo. Sarà la casuale coincidenza della morte di Palladio, che avvia un rapido processo di assimilazione di Scamozzi nella politica architettonica del potere veneto, la sua notorietà ed il suo alto spessore intellettuale che innestano questa successione e gli permettono di completare alcuni dei lavori più importanti come il Teatro Olimpico e la Rotonda a Vicenza".

Perché ci sono così pochi libri su Scamozzi?

"Anche se negli ultimi anni l’interesse su Scamozzi ha conosciuto una costante crescita, l’eccellenza di Palladio e l’aspetto mediatico moderno hanno fatto si che Scamozzi fosse dimenticato dal grande pubblico ma non dagli storici che tramite le loro ricerche archivistiche hanno contribuito a produrre alcune importanti pubblicazioni. Sul Palladio esistono libri per bambini ed adulti ma sullo Scamozzi solo testi più vicini agli addetti ai lavori, perciò in collaborazione con l'editrice vicentina Dolp_dove osano le parole, ho ritenuto necessario avvicinarmi al grande pubblico attraverso un libro che raccoglie informazioni ed immagini utili ed accessibili a tutti i lettori".

L’omaggio a Scamozzi e alla sua opera (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Dopo due libri su Palladio con molte immagini e disegni, lei ha scelto questo nuovo e più articolato lavoro, più ricco di testi. Qual è la differenza con i precedenti e che percorso ha seguito?

"L’illustrazione è il miglior strumento per aiutare le persone a capire l’architettura. Sul Palladio è stato scritto ed ancora oggi si scrive molto, sia sulla carta stampata che su internet, questo nuovo libro è un’occasione, un pretesto per rendere omaggio ad un nostro architetto meno conosciuto, ispirare il lettore con un nuovo itinerario culturale in Veneto e per fare ciò bisogna dare completezza anche con i testi. Quindi il lettore viene introdotto alla biografia, alla formazione, e alla carriera di Scamozzi ed al suo inevitabile confronto con Palladio. Per ogni edificio (32 in tutto) vengono dedicate due pagine di testo che descrivono l’architettura e le vicende storiche, e quando necessario, alcuni particolari degli acquarelli ingranditi, perché l’architettura è una scienza molto visiva ed il pubblico vuole vedere i dettagli. Un lavoro che non è solo una qualunque raccolta, ma un avvicinamento, colto e ragionato al “paesaggio d’architettura” che in questo volume trova la sua sensibile applicazione. Inoltre non dobbiamo dimenticare che nel 2016 decorre il quarto centenario della morte di Scamozzi, quindi a modo mio ho voluto rendergli omaggio con questo scrupoloso dossier grafico. Per raggiungere non solo il pubblico italiano ma anche quello estero i testi sono stati tradotti in inglese".

Com'è stato lavorare a stretto contatto con l'architetto Gleria?

"Conosco Gleria da molti anni. Abbiamo lavorato nello stesso studio di architettura a Vicenza per 6 anni agli inizi degli anni ’90 ed ho sempre ammirato la sua profonda conoscenza dell’architettura e la sua capacità nel descriverla. Inoltre si è laureato a Venezia con una tesi di ricerca in storia dell’architettura su Vincenzo Scamozzi perciò quale migliore candidato per completare questo volume con i suoi testi? Mi sono limitato poi alla correzione dei testi delle schede di ogni singolo edificio senza portare grandi cambiamenti e a suggerire gli argomenti delle pagine che introducono la vita e l’opera di Scamozzi".

Vicenza città di grandi architetti... Palladio, Scamozzi, Pizzocaro, Muttoni (che a Vicenza non nacque ma ne fu cittadino onorario). E i vicentini oggi riconoscono questa storia?

"Il mio approccio verso l’architettura, a Vicenza ed altre città, è quello del turista che la visita per la prima volta e ne coglie dettagli e spunti che chi la abita in parte non coglie più. Sono sicuro che molti vicentini riconoscono questa storia ma poi non tutti devono essere per forza interessati all’architettura o all’arte come il sottoscritto. Immagino una Vicenza con cartelli che segnalano il nome, la data e l’autore di molti altri edifici storici che ci circondano, il prezzo d’ingresso ridotto per i residenti ed apertura tutto l’anno. Questo aprirebbe le porte dell’arte e dell’architettura a molti altri vicentini".

La sua mostra di disegni, dopo Vicenza, viaggerà in alcune località anche fuori regione: quali sono i suoi progetti futuri?

"Ho preso accordi con il Comune di Sabbioneta (Mantova), dove ha sede il bellissimo Teatro Ducale di Scamozzi, per una mostra che si terrà in data da destinarsi. Inoltre sono in contatto con alcuni proprietari di ville scamozziane che mi hanno invitato ad organizzare degli eventi sempre per esporre gli acquarelli originali riprodotti nel libro".

L’omaggio a Scamozzi e alla sua opera (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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