NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Lago di Fimon abbandonato, task-force per la rinascita

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Lago di Fimon abbandonato, task-force per la rinas

La Regione Veneto ha stanziato 70 mila euro per l'acquisto della barca. L'assessore Roberto Ciambetti: «Il problema alghe va risolto definitivamente»

Lago di Fimon abbandonato, task-force per la rinas (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Uno dei principali problemi del lago di Fimon è legato alla presenza delle alghe, cresciute così velocemente da portare al blocco, quasi totale, dell'attività sportiva negli ultimi due anni. Nello specifico la causa è stata l’abnorme crescita di due specie di piante – il myriophyllum spicatum e il nuphar lutea – che hanno accelerato il processo di interramento con progressiva compromissione dell'ecosistema acquatico. Una situazione di autentica emergenza per la quale è scesa in campo la Regione Veneto, che già in passato aveva elargito dei finanziamenti per lo specchio d'acqua vicentino.

«Proprio per risolvere il problema alghe alla fine del 2013 - precisa Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio e agli enti locali - la Regione ha stanziato la somma di 70 mila euro per l'acquisto della barca, il cui iter è ora in mano al Consorzio di bonifica che è pronto a presentare l'appalto per l'acquisto. Non si tratta, per la verità di un mezzo molto grande, ma sicuramente necessario visto che ci sono delle lame che tagliano le alghe e la contemporanea raccolta per evitare che poi possano restare nel lago. Nel frattempo proseguirà il lavoro degli esperti, ma la strada intrapresa è questa».

Un allarme già scattato nel 2013, quando nel mese di maggio la Giunta veneta, a seguito di una informativa presentata e discussa nella seduta odierna, aveva deciso di coinvolgere i vari settori amministrativi regionali per promuovere, in collaborazione con gli enti locali e le varie componenti interessate, un intervento di recupero e tutela del lago. «Quasi un anno fa –

la ricostruzione dell'assessore Ciambetti, da vicentino molto legato al lago di Fimon - abbiamo assunto questa determinazione nella consapevolezza che la scomparsa di questo habitat acquatico rappresenterebbe una notevole perdita per tutto il territorio della provincia, per la sua valenza naturalistica, ambientale, paesaggistica e archeologica. Il lago di Fimon è anche un punto di riferimento per il comparto turistico dei Colli Berici, in quanto ospita diverse attività sportive e ricreative, tra cui la pesca ricreativa, la vela e il canottaggio. Ad un certo punto si è reso necessario indicare idonei metodi di gestione della vegetazione acquatica che ne limitino l’eccessivo sviluppo, compatibilmente con la conservazione degli habitat di interesse e col mantenimento di una buona qualità dell'acqua».

«Dopo aver effettuato interventi transitori – conclude Roberto Ciambetti – si è trattato di individuare le cause primarie dello stato trofico e della tendenza degenerativa in corso nel lago ed è quindi stato fondamentale realizzare uno studio ampio e integrato, anche con il contributo dell'Università di Parma, al fine di completare il quadro di conoscenze che ha portato all’elaborazione di un piano che identifichi gli interventi prioritari per risolvere il problema alghe definitivamente».

 

La Lega Navale di Vicenza teme di perdere un altro anno: «Impossibile svolgere le attività sull'acqua, qualcuno faccia qualcosa»

Lago di Fimon abbandonato, task-force per la rinas (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)È particolarmente decisa la posizione della Lega Navale di Vicenza, che vanta la gestione (assegnata nel 2008 per dieci anni dalla Provincia di Vicenza) dell'imbarcadero per le barche a vela al lago di Fimon. Una gestione molto rallentata nell'ultimo biennio, proprio a causa delle alghe, nell'ultimo biennio: per tutta l'estate nel 2012 mentre lo scorso anno il problema ha riguardato il periodo da inizio giugno a metà agosto.

«Quest'anno non si può neanche iniziare, la situazione è insostenibile - il grido d'allarme dei vertici dell'associazione, rappresentata dal comandante Stefano Pittis, attuale presidente e dal capitano di lungo corso Piergiorgio Xodo, che riveste il ruolo di vicepresidente - mai ad inizio aprile avevamo trovato una situazione così deficitaria, probabilmente a causa di un inverno mite e anomalo. Il timore è che l'intera stagione possa essere vanificata, nonostante i nostri sforzi, visto che abbiamo sette nuovi istruttori. Tra una ventina di giorni, al lago di Fimon, c'è la Festa dell'acqua nella quale coinvolgiamo sino a 450-500 persone nelle regate in vela, ma che quest'anno non sarà utilizzata a causa delle alghe che ostacolano la navigazione. Promuovere questa festa senza poter disporre del lago è un controsenso, quasi un insulto».

La Lega Navale, che vanta la sede sociale in piazzale Giusti 23 a Vicenza e la sede nautica proprio al lago di Fimon, teme che il blocco delle attività sportive possano continuare chissà per quanto tempo. «Qualcuno si muova - il grido di lamento dei capitani Pittis e Xodo - noi più volte ci siamo rivolti a Provincia e Regione. L'impressione è che le responsabilità passino da una parte all'altra, senza trovare una soluzione. Siamo in attesa dell'arrivo della barca specializzata nel taglio e nel recupero delle alghe (tema approfondito nel paragrafo precedente, ndr.), perchè il solo taglio non risolve il problema. Il rammarico più grande sta nel fatto che con le scuole del comprensorio e di Vicenza avevano organizzato una serie di corsi, che non possiamo svolgere altrove: per gli studenti avevamo preso in considerazione di spostarci in altre sedi, come a Chioggia, a Venezia e a Caldonazzo, ma è impraticabile per una questione di tempi, in quanto i ragazzi sono a scuola solo al mattino e anche di costi, perchè il trasporto per più giorni risulta troppo oneroso».

«Qui si rischia - concludono i vertici della Lega Navale di Vicenza - di vanificare tutto il lavoro fatto in passato, riguardante le scuole di vela per bambini e adulti, ossia i corsi base e di perfezionamento, dei corsi di voga alla veneta con le nostre barche tipiche, ma anche dicasi per quelli di canoa, kayak e canottaggio. Lo stesso dicasi per gli istruttori che a loro volta sono fermi e per le stesse barche il cui mancato utilizzato rischio di danneggiarle più di quanto avvenga se vanno in acqua».

 

nr. 13 anno XIX del 5 aprile 2014

 

 



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