NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Da Giulietta e Romeo alle Lettere storiche

L’opera di 650 pagine è destinata riscoprire Luigi Da Porto, è stata curata da Giovanni Pellizzari ed edita da Angelo Colla. La pubblicazione dell’immenso lavoro letterario è stata favorita dall’intervento dell’imprenditore Luciano Giacomelli

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Da Giulietta e Romeo alle Lettere storiche

Un'opera attesa da decenni dalla comunità degli studiosi del Rinascimento italiano ora è finalmente disponibile grazie all'impegno dell'editore vicentino Angelo Colla. Presentato nei giorni scorsi nella prestigiosa cornice della sala Stucchi a palazzo Trissino, sede del Municipio di Vicenza, il volume è la prima edizione critica delle Lettere storiche di Luigi Da Porto redatta da Cecil Clough e curata da Giovanni Pellizzari. Un'opera unica in una moderna edizione, come consuetudine per i libri editi da Colla, che in questo caso si è avvalso della collaborazione dell'imprenditore Luciano Giacomelli, sponsor dell'iniziativa. Il ricco volume di oltre 650 pagine, disponibile nelle librerie Galla e Traverso di Vicenza al prezzo di 65 euro, è destinato a riscoprire la grandezza di uno scrittore e di un personaggio vicentino come Luigi da Porto finora trascurato e, per la ricchezza dei materiali documentari inediti che contiene, a dare nuovo impulso agli studi di storia locale.

Da Giulietta e Romeo alle Lettere storiche (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Luigi da Porto (1485-1529), nobile vicentino noto come autore della novella di Giulietta e Romeo, cui si ispirò il capolavoro di Shakespeare. Ma prima di essere scrittore, poeta e storico fu un giovane e coraggioso capitano di cavalleria che partecipò alla Guerra di Cambrai. Ferito in battaglia e rimasto parzialmente paralizzato, si dedicò all’attività letteraria. Le Lettere storiche sono la più dettagliata storia della Guerra di Cambrai. Ma ogni lettera realmente scritta o ricevuta dallo storico vicentino fu completamente riscritta una quindicina d’anni dopo i fatti per farne un’opera di narrativa, che è all’origine di un genere di scrittura letteraria molto fortunata.

Da Giulietta e Romeo alle Lettere storiche (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Le Lettere storiche costituiscono uno dei più interessanti testi letterari cinquecenteschi poiché ha dato origine ad un nuovo genere letterario, tra il resoconto di un inviato di guerra e il memoriale. Narrano la guerra della Lega di Cambrai in modo veritiero e ricco di emozioni poiché l'autore, Luigi Da Porto, ha combattuto in quegli anni in qualità di capitano della cavalleria dell'esercito veneziano. Emerge una nuova e particolarmente biografia di Da Porto tracciata da Clough e riportata nella parte introduttiva del volume. L'uomo appare come un personaggio nobile, coraggioso e amante dell'avventura cavalleresca, poeta sensibile, cui il destino infranse i sogni della gloria militare e dell'amore con una ferita rimediata in combattimento che gli deturpò il corpo e gli fiaccò lo spirito facendolo morire giovane.

Da Porto appare come uno scrittore non inferiore agli storici e letterati fiorentini del grande Rinascimento, con tutte le caratteristiche per essere riscoperto come una delle bandiere vicentine. La storia del manoscritto originale delle Lettere appare piuttosto rocambolesca. Bernardino, fratello minore di Luigi, aveva prestato il manoscritto a Bembo, amico intimo di Luigi, che non lo restituisce più, anzi lo saccheggia ampiamente per la sua “Istoria veneziana” (storia ufficiale di Venezia commissionatagli dalla Repubblica) e non cita nemmeno la fonte. Alla morte di Bembo il manoscritto fu venduto insieme agli altri libri della biblioteca bembiana e finisce in mare al largo di Ancona in seguito ad un attacco di pirati alla nave che lo trasportava.

Sulle guerre nate dalla Lega di Cambrai (1509-1517) - si legge nelle note del volume - non mancano testimonianze di cronisti dell’epoca, che però si limitano a narrare ciò che avviene entro la cinta delle mura cittadine, o che, come il cronista veneziano Marin Sanudo, affastellano notizie d’ogni dove. Ma la testimonianza di una guerra combattuta da un gentiluomo privato, e narrata dallo stesso, è cosa propria di Luigi da Porto, e di nessun altro nel Cinquecento. Guerra cui egli partecipa volontario, con l'entusiasmo dei suoi vent’anni, baldanzoso e sicuro della propria forza e destrezza, ma anche curioso, attento, indagatore e pensoso. Nelle Lettere si alternano e si fondono momenti di felice vitalità e drammi sanguinosi: le scaramucce fra cavalieri sotto gli occhi degli alti comandi veneziani; lo spettacolo d’un commilitone ungherese la cui calma e folle audacia strappa un applauso a Luigi, d’un tratto trasportato nel mondo fiabesco dei romanzi cavallereschi spagnoli; le imprese della sinistra cavalleria leggera albanese al servizio di Venezia; l’orrore delle esecuzioni capitali con i loro rituali di degradazione.

Leggendo il libro si scopre una figura di scrittore di cultura classica coi suoi richiami umanistici, e una non meno influente ideologia cavalleresca: la guerra come splendida avventura, da vivere a colpi di agguati e duelli al sole. Ma c’è anche la percezione politica della guerra, con lo smarrimento di fronte alle sue atrocità, che detta all’autore considerazioni e giudizi sull’esercizio tortuoso del potere e violento del comando, e sulla psicologia dei soldati e delle masse contadine degni dei migliori scrittori politici del Rinascimento.

Abbiamo incontrato il curatore Giovanni Pellizzari.



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