NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Da Giulietta e Romeo alle Lettere storiche

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Da Giulietta e Romeo alle Lettere storiche

La sua è un'opera editoriale impegnativa e mirata ad un target circoscritto: cosa l'ha spinta a realizzarla?

Da Giulietta e Romeo alle Lettere storiche (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Non tutto ciò che è buono deve essere per forza alla portata di tutti. Tanto più quando un'iniziativa editoriale come la nostra non drena neanche un centesimo di danaro pubblico. Come dice nella sua prefazione Gino Benzoni, già ordinario di storia della storiografia all'Università di Venezia e oggi segretario della Fonazione Cini, una volta opere così erano appannaggio di enti pubblici e di banche: oggi da Porto dall'Aldilà, Clough e il sottoscritto dobbiamo ringraziare l'intelligente passione culturale d'un privato, l'industriale Luciano Giacomelli, che si è sobbarcato i costi vivi dell'opera, che altrimenti mai avrebbe potuto affrontare il mercato librario. Target circoscritto, certamente per il nostro libro ma attenzione: le opere di autentica cultura, per ardue che appaiano, finiscono per filtrare e irradiare, contribuendo a rivitalizzare un ambiente, agendo come un catalizzatore, forse a distanza di anni o di decenni. Almeno, questa è stata la nostra scommessa. E comunque Clough ha scritto per un orizzonte di lettori di tutto il mondo. Noi abbiamo seminato: qualcuno, magari in Australia o in Canada, magari oggi ancora non nato, raccoglierà. Perché l'opera di da Porto è viva e capace ancora di farsi ascoltare".

Quali sono le vicende storiche che hanno ispirato l'opera e in cosa si differenzia da altri precedenti riferimenti letterari?

"Quando nel 1522 Luigi da Porto si accinse a dare forma letteraria alle sue Lettere storiche, Niccolò Machiavelli non aveva ancora pubblicato le sue Storie Fiorentine né Guicciardini la sua monumentale Storia d'Italia, che, compiuta nel 1540, comincerà a circolare ben più tardi. Da Porto non vuole confondersi con i cronisti cittadini, che limitavano il loro interesse alla propria città. affastellando notizie d'ogni genere. Né d'altra parte voleva compilare una storia d'Italia o d'Europa, sulla base di documenti poco affidabili. Egli sceglie intenzionalmente di raccontare la Guerra della Lega di Cambrai contro Venezia, e dentro questo preciso orizzonte temporale e spaziale, dà un rilievo particolare alla propria testimonianza vissuta, dapprima di gentiluomo privato in una città come Vicenza, esposta ad una serie di occupazioni militari; e poi come capitano di cavalleria, sul fronte veronese, e poi su quello orientale, dove in una mischia ricevette il colpo di pugnale alla gola che lo rese paralitico, vanificandone i sogni di gloria. Che il suo valore in guerra non sia invenzione o amplificazione, sappiamo da altre fonti insospettabili. Riassumendo: la Guerra, quella guerra, cruciale per Venezia e per le sorti dell'Italia, vista dall'interno, con l'occhio d'un gentiluomo di terraferma; e narrata sotto forma di informatissime lettere: ecco la specificità di da Porto".

Da Giulietta e Romeo alle Lettere storiche (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Da Porto fu militare, ma anche "inventore" del mito di Giulietta e Romeo, con tutto il rispetto per il sommo Shakespeare... una figura quasi "romantica" di altri tempi?

"Il 'guerriero' da Porto fu l'inventore del mito di Giulietta e Romeo. Chi solo legga la Lettera 48 non dubiterà dell'anima diremmo romantica del nostro cavaliere: e la cavalleria è una civiltà, o, se vogliamo, una mitologia globale, nel senso che ci ricorda l'Ariosto nei primi versi del suo poema ("Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori..."). La Guerra è feroce, spesso disumana, ma in essa alberga pur sempre, e non è solo un bel sogno, l'ideale cavalleresco. In esso, l'amore, un certo tipo di amore 'patetico', quasi iniziatico, vi ha larga parte. Ecco da dove viene la novella che da Porto immagina essergli narrata da un suo anziano arciere veronese. Sappiamo, da una lettera del Bembo al più giovane amico, che, adolescente, Luigi si era innamorato e, respinto o tradito che fosse, si ammalò così gravemente, che l'amico veneziano temeva per la sua vita. Un pezzo d'uomo, "bellissimo" e coraggioso, stando al Bembo, ma fragile e ipersensibile. Del resto, non fosse stato per il vescoco Bandello, che 'rimpolpò' la novella Giulietta e Romeo, prosaicizzandola, forse essa non sarebbe mai giunta a Shakespeare. Resta il fatto, che da Porto si studiava a Oxford quando Clough vi intraprese gli studi di italianistica che lo resero famoso".

Cosa ha lasciato Da Porto in eredità a Vicenza e alla sua tradizione culturale?

"Le circostanze della sua vita e quelle successive alla sua morte, fecero sprofondare nell'oblio Luigi da Porto, di cui restava a stampa la novella e una raccolta poetica. Solo nell'Ottocento, grazie alla popolarità immensa goduta da Shakespeare in età romantica, di riflesso, anche da Porto cominciò ad attirare l'attenzione degli studiosi. E così saltarono fuori, dalla Marciana e dall'Ambrosiana, i primi manoscritti delle Lettere Storiche, fino allora ignorate (l'originale era finito in mare, nei primi anni del Seicento, durante un assalto saraceno a due navi da carico). A Vicenza, Luigi da Porto godé allora, improvvisamente, d'una fama postuma, che ispirò quadri, musiche, studi critici. Ma, avendo scambiato le Lettere storiche per una fonte bene informata, quando, alla fine del secolo, apparvero a stampa i 58 volumi degli enormi Diarii di Marin Sanudo, pieni di vivacità e curiosità d'ogni genere, straordinariamente ricchi di informazioni di prima mano, e scritti in un pittoresco veneziano stretto, essi eclissarono, agli occhi degli eruditi, l'opera di da Porto: tanto più che l'impegno stilistico dello scrittore vicentino lo rendeva più 'distinto' e 'distante' rispetto alla sanguigna e istintiva cronaca del veneziano. Solo che da Porto quelle 'lettere' allo zio, agli amici, alla sua amata, le rielaborò con precisi intenti d'arte, dieci d'anni dopo i fatti che aveva vissuto e annotato: la sua fu una vera 'ricerca del tempo perduto', un dialogo con gli amici morti, con se stesso giovane, entro una civiltà e una città che già non era più la stessa. Volle che la sua storia mantenesse il carattere epistolare, per continuare a dialogare con le care ombre della sua breve vita felice da cavaliere".

 

Da Giulietta e Romeo alle Lettere storiche (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Cecil Clough, già docente alla Columbia University in America e poi a Liverpool, dopo aver conseguito il Ph.D. ad Oxford proprio con un lavoro memorabile su Luigi da Porto, per sessant’anni ha continuato a raccogliere materiale documentario per illustrarne la figura e l’opera storica, votando l’intera sua vita ad indagare le circostanze che intrecciano la vita del Vicentino a figure di primissimo piano e a congiunture nevralgiche della storia di Venezia e d’Europa. Clough, oltre che al da Porto, ha rivolto particolari cure anche a Pietro Bembo, Piero della Francesca e Raffaello. È uno dei maggiori studiosi inglesi di Machiavelli.

 

Da Giulietta e Romeo alle Lettere storiche (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Angelo Colla Editore è attivo dal 2002, soprattutto nell'ambito della saggistica. La linea editoriale si articola principalmente nei campi delle Scienze umane, Storia della cultura, delle cose e delle idee, Storia del Rinascimento, Arte. Il programma editoriale è sviluppato selezionando testi caratterizzati da rigore scientifico e novità della proposta teorica. Ai volumi, spesso corredati da immagini, è dedicata la migliore cura redazionale, grafica e tipografica. Accanto ai saggi di recente è attiva anche una collana di narrativa.

 

nr. 17 anno XIX del 3 maggio 2014



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