Esiste un ricambio vero a piloti come Biasion, Cunico, Munari, Bettega? C'è una generazione di italiani che può imitarli?
MAURO PERUZZI- La mia scuderia ha piloti di talento e vedo che quando c'è una iniziativa la risposta arriva subito: Magnani di Milano ha aperto in Facebook le iscrizioni per diventare pilota e si pensava a qualche centinaia di risposte. Invece hanno risposto 4230 giovani ed io che faccio parte dello staff che seleziona i candidati so che al momento ne abbiamo scelti 200 con la finale che sta per arrivare con 55 che saranno scelti tra piloti e navigatori. Per dire che almeno 55 piloti o navigatori ci sono e chi vince andrà in Sardegna a disputare il mondiale; saranno solo due equipaggi in tutto, ma è importante. È un modo per ricominciare, credo. Ora c'è un grosso interesse della Abarth, 500 soprattutto. In teoria dopo le finali e poi con la gara del mondiale in Sardegna andranno quattro giovanissimi con una RT3. Però debbo anche aggiungere si sta facendo viva qualche altra azienda automobilistica internazionale e probabilmente da lì arriverà la novità. Ora le marche che fanno corsa sono francesi, tedesche, americane, coreane e giapponesi. Le italiane non ci sono più. Sono tutte bel lontane dal progettare investimenti per le corse.
NINO BALESTRA- E l'interessamento Abarth rappresenta una ricerca commerciale, non dimentichiamolo: importante ma non è che dia una prospettiva futura a nuove generazioni di piloti e navigatori. Quella si costruirà presumibilmente con l'interesse di una casa internazionale della quale parla Peruzzi. Una volta c'era interesse diretto verso i piloti di casa. Pensate che Biasion due volte mondiale con la Lancia alla fine è andato alla Ford mentre le auto italiane vincevano con piloti stranieri. Ancora per poco, però.
NICOLETTA DE DOMINICI- E meno male che c'è Magnani perché oggi non ci sono più le case automobilistiche interessate a creare queste aperture verso il futuro. Non ci sono più nemmeno i trofei che contribuivano ad avvicinare i giovani all'automobilismo. Il fatto è che non esiste un riflettore verso quei piloti come ad esempio Giandomenico Basso che è di Cavaso del Tomba, campione europeo eppure non conosciutissimo pur avendo vinto la prima gara del campionato italiano con una macchina a GPL che vuol dire avere un'auto più pesante e un baricentro più alto ed essere quindi un talento vero. La verità è che il fenomeno mediatico non c'è più perlomeno qui in Italia e ricrearlo sarà difficile.
Torniamo a parlare di Mille Miglia: abbiamo detto che la prima tappa finisce a Padova...
MAURO PERUZZI- Ci sono tre tappe in tutto; con la seconda si va a Roma con partenza da Montegrotto; poi da Roma a Bologna e infine da Bologna a Brescia per arrivare al traguardo la domenica pomeriggio a un'ora da pubblico, con la luce del giorno. La politica è quella di portare le auto in casa degli italiani, ma anche di far vedere ai partecipanti della Mille Miglia che sono in maggioranza stranieri le bellezze italiane; così si sensibilizza il pubblico, esattamente come si fa andando al Ponte e andando all'Aquila distrutta dal terremoto. Ci sono otre duemila testate giornalistiche rappresentate un vero e proprio evento mediatico, un vero e proprio spettacolo. Le 100 Ferrari non saranno solo Ferrari ma ci saranno meno auto con una settantina di supercar come Jaguar o Lotus; è la parte delle auto nuove quelle attualmente in produzione, ma noi siamo tutti focalizzasti sulle auto d'epoca, inutile ripeterlo.
NINO BALESTRA- Non si vedono così tutte assieme mai, queste auto: un museo per loro non esiste intendo per OM Cisitalia Isotta Fraschini, ecc. Nuvolari corse con la Cisitalia l'ultima sua Mille Miglia quando perse quel cofano recuperato da un contadino e che oggi abbiamo noi in esposizione al Museo dell'auto Bonfanti di Bassano. Nuvolari non arrivò al traguardo perché si spaccarono parecchi pezzi di quell'auto, ma erano tempi eroici. I fatti storici come questo si sprecano e sono quasi incredibili, come ad esempio questo: Nuvolari inseguiva Varzi a fari spenti per non dargli la sensazione di esserci, dopo di che lo raggiunse a Marostica con un lunghissimo inseguimento che era cominciato nel Bellunese e che si concluse alle porte di Sandrigo quando Nuvolari riaccese i fari già in sorpasso e andò a vincere. Vittorio Marzotto nel 54 corse una sola volta nella stagione e proprio alla Mille Miglia: era deputato e non aveva tempo, arrivò secondo assoluto alle spalle di Ascari campione di formula 1 ma aveva una Ferrarti 2000 con 180 cavalli mentre quella di Ascari aveva 300 cavalli.
ROBERTO CRISTIANO BAGGIO- A Bologna obbligarono Vittorio Marzotto a cambiare le candele anche se era Paolo Marzotto quello che doveva cambiare le candele; Vittorio arrivò lo stesso al secondo posto...
NINO BALESTRA- Succedeva di tutto, le comunicazioni erano difficili e si capisce anche perché; nella coppa delle Dolomiti del 54 Castellotti perse perché gli dissero che aveva 10 minuti di vantaggio sul secondo, solo che il vantaggio era di 10 secondi. Le segnalazioni sono anche oggi difficilissime, ma criptate, parlo delle segnalazioni a vista che sono sempre segrete e concordate per cui si capisce come fanno a intendersi. C'è un codice segreto e basta un'occhiata per capire che cosa significa quel dato cartello. Da fuori, da partecipante o da organizzatore di mostre è sempre un bel mondo questo dell'auto, ci sono storie incredibili eppure tutte vere. Ci vuole passione e la passione la si ha alla nascita.
NICOLETTA DE DOMINICI- A proposito di aneddoti dal 27 al 57 la Mille Miglia era velocità pura, mentre oggi è una gara di regolarità con l'imposizione di tempi e limiti di velocità, ci sono i tassi alcolemici e si va col codice della strada, i fiaschi sarebbero requisiti alla partenza. Il fatto è che in appena 80 anni c'è stata una evoluzione tale per cui davvero quando parliamo di auto parliamo di qualcosa che non è più nemmeno parente delle generazioni passate, nemmeno di quelle più vicine nel tempo.
MAURO PERUZZI- È la storia che arriva fino al 57 quando si ha l'ultima edizione di velocità, e correvano a velocità spaventose come Stirling Moss, che ha il record a 157 di media, per cui si toccavano e superavano i 300 all'ora con strade non proprio perfette dato che in parte erano ancora sterrate.
NICOLETTA DE DOMINICI- Pochi giorni prima di questa Mille Miglia sono convinta che ci sarà un grande pubblico e con questa trasmissione penso che siamo riusciti anche a dare buone informazioni su questa manifestazione.
nr. 18 anno XIX del 10 maggio 2014
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