NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Ortigara, con la guida sul campo di battaglia

È questa l’originale novità che propone la recente pubblicazione dal titolo “Monte Ortigara-guida storico escursionistica” edita da Itinera Progetti e firmata da paolo Volpato e Mario Busana

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Ortigara

Con Monte Ortigara - Guida storico escursionistica l'editore bassanese Itinera Progetti prosegue e consolida la proposta editoriale centrata sul territorio che coniuga il desiderio di conoscenza storica con quello di scoperta dei luoghi più caratteristici del Vicentino. Una guida dell'Ortigara non si può limitare a proporre percorsi di visita ai luoghi che consacrarono il mito degli alpini e degli artiglieri da montagna, ma deve necessariamente ripercorre gli antefatti e le vicende che portarono alla battaglia stessa e descriverne lo svolgimento. In questa nuova veste la guida, giunta alla terza ddizione e firmata da Paolo Volpato e Mario Busana, trasporta l’appassionato e l’escursionista sul campo di battaglia, anche attraverso una aggiornata documentazione fotografica e la nuova cartografia del C.A.I accompagnata da quattro itinerari a cura del bassanese Busana, già autore per gli stessi tipi di una guida sull'Altopiano dei 7 Comuni.

Ortigara (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Nel panorama storico italiano della prima guerra mondiale - si legge nell'introduzione al volume - c'è un nome che forse più di ogni altro racchiude in sé l’orrore, la tragedia, l’inadeguata preparazione ad affrontare il primo conflitto bellico dell’era moderna; questo nome è Ortigara. Non per nulla, il ritmo del ta-pum dei cecchini, scandito da una delle più note canzoni di guerra che a questo nome si accorda, è entrato nell’immaginario collettivo nazionale, creando una simbolica equazione che ormai si è profondamente radicata nelle viscere di questa montagna: Ortigara uguale morte. Ancor oggi chi sale le aride cime che segnano il confine tra l’Altopiano veneto e le valli trentine, lo fa con riverenza, con rispetto, quasi con timore. E se parlando di Ortigara, il rischio è quello di cadere nella ripetizione dei fatti, nell’ovvietà delle analisi, basta rammentare una volta di più quello che hanno raccontato i testimoni, come quell’alpino che ha lasciato detto: "La guerra più brutta l’ho vista sull’Ortigara".

Tanto si è scritto su questa battaglia che ormai ha pochi segreti da nascondere. Però ad un'attenta riflessione degli avvenimenti qui accaduti, si scorge ancora un messaggio da raccogliere e tramandare alle generazioni future. Su quello che probabilmente è il più suggestivo monumento della grande guerra, la colonna mozza posta alla quota 2105 dell’Ortigara, vi sono incise tre scarne parole: "per non dimenticare". Il messaggio che ci hanno voluto lasciare coloro che le hanno incise ha una duplice valenza. Non dimenticate, voi generazioni future, la sofferenza, il dolore, lo strazio che reca con sé la guerra, anche la più giusta, anche quella che sembra e a volte è necessaria. Ma soprattutto, non dimenticate chi questi sentimenti li ha provati direttamente, non dimenticate gli uomini che hanno vissuto questa tragedia sulla propria pelle, a volte inconsapevoli a volte andandovi volontariamente incontro. Non dimenticate l’uomo, il ragazzo, il padre, il figlio, lo sposo che qui ha dovuto lottare sempre con il pensiero alla famiglia lontana.

Il tentativo che andiamo a fare - scrivono gli autori nelle note iniziali - è proprio quello di vivere dal di dentro le emozioni e le sensazioni che animarono i protagonisti. Il tentativo è quello di dare un nome ed un volto alle migliaia di alpini che hanno combattuto, perché se è facile, nelle rievocazioni, esporre terribili ma pur sempre aride cifre, è altrettanto difficile far capire che dietro ogni numero c’è una persona che ha portato con sé in battaglia il proprio bagaglio di esperienze, che aveva una storia di vita unica e irripetibile, che aveva lasciato altri esseri umani ad attenderlo, che ad un certo punto è dovuto uscire allo scoperto, si è sentito preso di mira come una sagoma di cartone, ha dovuto lottare ed uccidere per non essere ucciso.

A Paolo Volpato abbiamo rivolto alcune domande sul suo libro.

Ortigara (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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