NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Allergie: stagionalità oppure cronicità?

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Allergie: stagionalità oppure cronicità?

Si arriva a queste manifestazioni in modo sorpreso, senza precedenti, oppure si è sottovalutato in passato qualche segnale: c'è una componente nervosa in tutto questo?

ROLANDO_NEGRIN (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ROLANDO NEGRIN- La sola componente nervosa non provoca la patologia ma la può simulare, tipico è il caso di un bambino asmatico che per qualche ragione vede accentuarsi i segnali della patologia. L'asma è dovuta alla componente dell'ispessimento della parete bronchiale e alla costrizione delle cellule muscolari che sono attivate dal sistema nervoso vagale il quale è il contatto col sistema nervoso centrale e cioè con l'emotività, la psiche, lo stato generale della persone. In un momento difficile qualche influenza c'è al punto da provocare una broncocostrizione, ma per manifestarsi deve esserci necessariamente una patologia latente. Tenere presente che l'individuo asmatico è in genere iperergico, tende cioè ad avere una percezione psichica della sua malattia al punto da influenzare la propria vita. Ora questa conoscenza è più accentuata, le notizie ci sono, a volte se ne parla anche troppo e si provocano facili allarmismi, ma in tutti i modi c'è maggiore conoscenza delle cose, c'è perfino internet a cui si fa ricorso per confrontare poi quel che si è letto con quanto ci dice il medico. È evidente che bisogna equilibrare le varie componenti di questi processi e il medico deve poter spiegare bene le cose che sa anche al paziente che nel frattempo è andato a cercarsi su internet i rimedi che ritiene più adatti.

GIAN PAOLO TREVISAN- In ambito dermatologico ci confrontiamo quotidianamente con il paziente che arriva con la diagnosi già fatta da lui stesso salvo essere anche spaventatissimo per quello che si è scoperto. Capita anche che ci mostrino delle foto fatte col telefonino e il più delle volte sfuocate da cui dovremmo ricavare i punti saldi di una diagnosi, il che evidentemente non si può fare...

Qui si entra nel campo del fai da te che a quanto pare è sempre lo sport più praticato a tutti i livello e quasi in ogni tipo di attività umana a cominciare proprio... dallo sport: però in questo caso è pericoloso, o no?

SONIA SESSO- Molto frequente questo fenomeno, soprattutto nei problemi dermatologici quando ad esempio arrivano da me per essere aiutati dal punto di vista alimentare perché le diagnosi che hanno sentito sono troppe e alla fine ne escono disorientati. La alimentazione non cura stati di questo tipo, li può prevenire, può fortificare la persona nelle abitudini di vita ma certo non può sostituire il farmaco e meno ancora la diagnosi di un medico. Che poi occorra una alimentazione più sana non c'è dubbio, come dicevo prima è però un mezzo di prevenzione, ma non può essere una cura.

Che ruolo ha l'omeopatia nell'affiancare la diagnosi e la cura del sistema medico tradizionale? Qual è in sostanza il distacco tra l'uno e l'altro metodo?

ROLANDO NEGRIN- Diciamo che siamo usciti dall'università educati con un atteggiamento scientifico deduttivo per cui tutto ciò che viene stabilito lo deve essere sull'evidenza della dimostrazione,m non solo dalla percezione individuale; porsi sempre in dubbio è la prima cosa. L'omeopatia non è riconosciuta come medicina ufficiale in Italia ma in Francia lo è e quindi credo che necessiti di maggiore visibilità ma anche della verifica dell'evidenza sostenuta da un parere obiettivo e non soggettivo in cui ci siano le evidenze scientifiche. Nella medicina si è fatto questo con risultati o senza risultati ma sempre con studi scientificamente provati con numeri sempre più alti metodiche sempre più precisate sistemi di indagine provati. Alla luce dei risultati l'indagine sulla casistica produce una statistica e viene sempre rilevata minimo su 1000/6000 pazienti come minimo di base da indagare, è l'unico modo di avere una prova credibile di quel che si fa.

GIAN_PAOLO_TREVISAN (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIAN PAOLO TREVISAN- Mi riallaccio un attimo all'argomento degli alimenti per dire che spessissimo riscontriamo allergie al nichel, un metallo presente spessissimo anche dove non ce lo aspetteremmo, in molti oggetti, negli utensili, nelle monete, nei fermagli , negli orologi e anche negli alimenti per cui quando viene assegnato un dato percorso alimentare bisogna stare attenti alla presenza del nichel che appaiono nelle lenticchie nelle arachidi, eccetera. Nell'oro non c'è, ma c'è nella pasta integrale, un cibo sano, ma con questa caratteristica, come le prugne e molto altro; la gamma delle possibilità di rintracciare nichel è molto ampia. In questi casi è importante la storia, la anamnesi, ci si arriva con interrogatori in piena regola del paziente perché se non si riesce a riconoscere la causa il risultato della cura non si ha.

GIOVANNI GUGOLE- Il pronto soccorso ne sa qualcosa di questa varietà di casi: al di là dei casi davvero di emergenza c'è una serie di cose che dovrebbero trovare soluzione nella prevenzione dato che sotto la pressione del lavoro quotidiano di un reparto di accoglimento immediato dei pazienti è praticamente impossibile andare oltre diagnosi e cura immediate.

 

nr. 20 anno XIX del 24 maggio 2014 

 

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