NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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«Vicenza deve condividere le scelte con noi»

Dopo le elezioni amministrative si torna al lavoro nei comuni: i sindaci di Altavilla e Creazzo (riconfermati) e quelli di Arcugnano e Torri di Quartesolo (nuovi) parlano dei progetti dell'hinterland e dei rapporti con il capoluogo

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«Vicenza deve condividere le scelte con noi»

(C.R.) Dopo le elezioni, tenutesi lo scorso 25 maggio, che hanno portato al voto la maggior parte dei residenti in provincia per il rinnovo delle amministrazioni, è tempo di mettersi al lavoro. Ed è tempo anche di confronti. Un tema che rimane di grande attualità è quello della "Grande Vicenza", ossia del rapporto tra il capoluogo e i centri dell'hinterland. Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto riaprire il dibattito intervistando due sindaci riconfermati, ossia Claudio Catagini ad Altavilla e Stefano Giacomin a Creazzo, e due nuovi sindaci, Paolo Pellizzari (peraltro già primo cittadino in passato) ad Arcugnano ed Ernesto Ferretto a Torri di Quartesolo.

 

Claudio Catagini, sindaco di Altavilla Vicentina: «Va bene la fermata Tav in zona Fiera, ma bisognerà potenziare le strade dell'area ovest»

«Vicenza deve condividere le scelte con noi» (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ad Altavilla Vicentina Claudio Catagini è stato rieletto sindaco alle amministrative del 25 maggio e quindi potrà portare avanti programmi e obiettivi già attuati nel quinquennio appena trascorso. Uno dei temi è proprio legato ai rapporti tra il capoluogo e i comuni del circondario. «In tempi rapidi - spiega Catagini - avremo modo di confrontarci per quanto riguarda il tragitto del Treno ad Alta Velocità. Indubbiamente la scelta di una fermata in zona industriale può rappresentare una scelta azzeccata, tuttavia sarà necessario intervenire anche sulle arterie viarie che collegano sulla fermata. Ora se viale degli Scaligeri rappresenta uno sbocco già sufficiente verso l'ingresso del casello di Vicenza ovest, non così si può dire dalla parte opposta, ossia nei collegamento verso la statale, che coincide anche con l'inizio del territorio di Altavilla. Qui sarà necessario intervenire, altrimenti si rischia, soprattutto nelle ore di punta, intasamenti della viabilità insostenibili. Se un'area che ospita già la zona industriale e rappresenta l'ingresso in città dal versante ovest, ci si aggiunge anche la fermata della Tav, è chiaro che bisogna intervenire con infrastrutture viarie importanti».

Per quanto riguarda le strategie future legate alle grandi opere il sindaco Catagini, conferma la propria posizione, espressa anche durante la campagna elettorale: «Altavilla, per il rispetto dei propri abitanti, starà ben attenta alla costruzione di altre infrastrutture che la deturpino, anche se non ostacoleremo la realizzazione di grandi progetti che sono di carattere internazionale, tra cui la Tav per l'appunto. Il nostro territorio è già attraversato da ferrovia, autostrada, strada regionale e provinciale, per questo noi siamo disponibili a valutare soluzioni purché queste non siano penalizzanti per il nostro territorio. E tal proposito siamo pronti a chiedere, a livello di compensazione, le barriere antirumore lungo la ferrovia, lungo l'autostrada e anche lungo la provinciale».

Infine Claudio Catagini si dice preoccupato per le prospettive che riguardano la Provincia: «Nessuno sa di preciso a cosa andremo incontro, all'inizio ci sarà un po' di confusione, sicuramente ci vorrà qualche anno di assestamento. Di certo la Provincia, intesa come ente, non disporrà dei mezzi economici di un tempo, quindi in questo senso andremo peggio. Alla fine credo che la soppressione delle province non sia stata una scelta così strategica, a questo punto dico che sarebbe stato meglio procedere al taglio delle regioni».

 

Paolo Pellizzari, sindaco di Arcugnano: «Preoccupato per il futuro della Provincia, vantaggi solo per Vicenza e gli altri grandi centri»

«Vicenza deve condividere le scelte con noi» (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Anche a Paolo Pellizzari, già primo cittadino di Arcugnano e ora rieletto sindaco nelle amministrative delle settimane scorse, abbiamo chiesto che cosa potrà rappresentare il futuro della Provincia. Della quale, per inciso, lo stesso Pellizzari è stato per diversi anni assessore e quindi conosce bene le dinamiche interne.

«Vedo la prospettiva con grande preoccupazione - spiega Pellizzari - soprattutto nelle vesti di sindaco di un piccolo comuni. Storicamente l'ente Provincia ha sempre funzionato con la logica di aiutare i centri minori sparsi nel Vicentino, quasi una forma di compensazione rispetto al capoluogo e agli altri centri che vantano 20-30 mila abitanti. E forse non è stato un caso che gli ultimi presidenti provenissero tutti da centri piccoli».

I timori di Paolo Pellizzari non sono legati sono ad un discorso di aiuto e sostegno per i comuni più piccoli, ma anche ad un aspetto di rappresentanza politica. «Se in qualche modo a decidere saranno i sindaci dei centri maggiori - precisa Pellizzari - attualmente centri come Vicenza, Bassano, Valdagno e Schio appartengono ad un'area politica ben definitiva, ossia di centrosinistra, in netta minoranza rispetto a buona della provincia vicentina, che è invece guidata da primi cittadini di centrodestra. In tal senso si verrebbe a creare un contrasto di vedere che in prospettiva rischia di diventare di non facile gestione. E se poi consideriamo come capofila, oltre a Vicenza, Bassano, Schio e Valdagno, ci accorgiamo che rimarrà comunque fuori un'intera area che è quella del Basso Vicentino e dei colli Berici, che non hanno cittadini con così tanti abitanti».

Poca fiducia, da parte del sindaco di Arcugnano, anche per quanto riguarda il concetto di "Grande Vicenza", ossia del capoluogo affiancato da tutti i centri del circondario. «Mi dispiace dirlo - conclude Pellizzari - ma Vicenza capoluogo è, da un punto di vista storico, culturalmente inadatta a ragionare e a trattare con il suo hinterland. Non ci sono colpe specifiche, è così e basta. La cosa in realtà è stata superata dalle problematiche che si sono dovute affrontare, sia da Vicenza che dagli altri comuni, costrette quindi a trovare un accordo. Ma soprattutto con l'allargamento dei servizi come gas, acquedotto e fognature. La sinergia ad esempio con Acque Vicentine è stata fondamentale per garantire un servizio all'altezza per i piccoli comuni, ma nello stesso tempo l'acquisto di quote dell'ente, come è avvenuto da parte nostra, è stata necessaria per far quadrare i conti a una società di servizi che solamente con la città di Vicenza non sarebbe riuscita in questo intento. È un aspetto da tenere conto quando si prendono decisioni da condividere assieme».



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