Gianluca Peripoli, assessore del comune di Montecchio Maggiore: «Investiti 23 mila per 16 defibrillatori, ma una persona è già stata salvata»
«Lo scorso anno abbiamo investito 23 mila euro per l'acquisto di 16 defibrillatori, destinati in altrettanti impianti sportivi del nostro comune. Un sacrificio,
indubbiamente, ma che è già stato ripagato ampiamente visto che poche settimane fa una persona, peraltro un amico di nome Maurizio, è già stata salvata nel campetto calcistico amatoriale che si trova nella zona industriale». A raccontare la vicenda - simile a quella avvenuta una decina di giorni fa a Breganze, durante un'amichevole tra "vecchie glorie" di hockey su pista – è Gianluca Peripoli, assessore allo sport del comune di Montecchio Maggiore, che per tutto il 2014 avrà il ruolo di "Città Europea dello Sport".
«Proprio dopo l'assegnazione di questo prestigioso incarico a livello nazionale ed internazionale – spiega l'assessore – abbiamo deciso, pur senza essere stati obbligati, a fare questo passo, anche con l'obiettivo di anticipare i tempi per quello che in tempi brevi diventerà un obbligo ma soprattutto per fare da apripista agli altri comuni. Nel settembre 2013 abbiamo radunato tutti i dirigenti delle società sportive annunciando la scelta dell'amministrazione ma nel contempo chiedendo a loro il compito di partecipare ai corsi di aggiornamento per dotarsi del diploma che consente di utilizzarli in caso di necessità. In questa iniziativa sono stati coinvolti anche tre nostri cittadini che fanno parte dell'Associazione nazionale soccorritori e i delegati dell'Irc (i professionisti sanitari dell'Italian Resiscitation Council, ndr.). Ebbene già alla fine di novembre erano già 120 coloro che avevano già effettuato i corsi e che quindi sono in grado di procedere con l'utilizzo del defibrillatore».
Ai sedici defibrillatori donati dal comune di Montecchio, in realtà se ne aggiungono altri due, sempre nell'ambito dell’impiantistica sportiva A confermarlo lo stesso Gianluca Peripoli. «In effetti – spiega l'assessore – durante la riunione in cui abbiamo presentato il progetto, è emerso che un defibrillatore era già in dotazione presso la piscina e un altro lo avevano al Montecchio Calcio, al quale fu regalato, insieme a tutti gli altri club della stessa categoria, quando militava in serie D. Allo stato attuale sono quindi diciotto, con la copertura totale di tutti i campi di calcio, delle palestre, anche quelle scolastiche e degli altri impianti. Al polisportivo ce ne sono in dotazione tre, ovviamente posizionati in punti diversi: uno per l'attività all'interno del palasport, uno dell'esterno per chi pratica tennis e atletica leggera e uno come detto gestito dal Montecchio Calcio. L'augurio è che la nostra iniziativa possa diventare un esempio».
Nella provincia berica accordo tra Croegest di Vicenza e Progetti Medical di Torino: lanciato il progetto "Mi gioco il cuore"
La provincia di Vicenza è stata una delle prime in assoluto a mettersi in moto per adeguarsi al decreto Balducci. Tra le varie iniziative portate avanti con questo scopo l'accordo tra la "Progetti Medical Solution Equipment" di Torino, leader in Italia nella produzione di defibrillatori totalmente "made in Italy" e la Creogest srl di Vicenza: queste due realtà hanno iniziato a sviluppare, dall’estate 2013, una campagna di comunicazione per la diffusione e informazione nel settore sportivo denominato “Mi gioco il cuore”: si tratta di un progetto di sensibilizzazione all’acquisto del defibrillatore, secondo importanti valutazioni che l’operatore sportivo deve saper fare in fase di scelta sia del prodotto che nell’organizzazione dei corsi di formazione per l’abilitazione all’utilizzo. Nel Vicentino sono diverse le realtà sportive che hanno scelto il "Rescue Sam" della Progetti Medical, tra cui il Leodari Calcio, la Palestra Elite Fitness di Camisano e le Piscine Oasi di Sossano, solo per citarne alcune. Nell'ambito del progetto “Un assist alla vita” promosso dall’Associazione Morosini, Creogest e Progetti Medical hanno inoltre regalato due defibrillatori, uno al Coni e uno al Cip (comitato paralimpico italiano) di Vicenza. Al momento non ci sono in programma altre donazioni, ma le due realtà stanno studiando delle convenzioni grazie alla collaborazione di aziende terze che vogliono partecipare socialmente alla prevenzione dei ragazzi, degli sportivi e non solo.
«Il decreto e la sua attuazione – dice Ivan Mangone, general manager di Progetti Medical – prevede un chiaro cambio di rotta, dimostra una presa di coscienza sul tema delle morti improvvise che ogni anno conta nel nostro paese oltre 70 mila vittime. Come produttori di defibrillatori e unici ad aver sviluppato questi dispositivi in Italia, investiamo non soltanto nella tecnologia, ma ci impegniamo anche per cercare con le nostre attività sul territorio di cambiare la cultura e la sensibilità delle persone, cercando di far passare il concetto che ognuno può essere vittima e soccorritore. Una legge che obbliga in modo chiaro la presenza di defibrillatori è segnale di appartenenza a un Europa che ci vedeva indietro e miopi di fronte a questo importante dispositivo salvavita».
All'imprenditore abbiamo chiesto dettagli sui prezzi attuali del mercato. «Il costo di un Dae degno di chiamarsi così – spiega Mangone – si aggira intorno ai 1.150 euro + Iva, dipende dagli accessori che si intende inserire. Il range è compreso tra i 980 euro ai 1.290 euro, si può spendere anche di più per prodotti con display che però non sono indicati per l'uso laico. Un elemento importante è la sicurezza del prodotto, sicuramente noi come produttori italiani ma anche altri produttori americani garantiscono standard qualitativi più elevati di prodotti made in Corea o made in Turchia. Il rischio che nel giro di pochi anni possano essere immessi sul mercato mondiale strumenti non all'altezza della situazione è reale, già ora sono presenti prodotti non affidabili. In Italia le macchine devono avere il CE a tutela del consumatore, quello che consigliamo è quello di appoggiarsi sempre ad aziende che fanno i defibrillatori e che non si limitino a promuoverli su un sito internet. Sta al consumatore cercare di comprare con consapevolezza, se il prezzo di un Dae è troppo basso e non è giustificato da quantitativi o da convenzioni particolari, potrebbe nascondere qualche problema non solo nella macchina ma anche in tutto quello che si propone con un Dae, ossia garanzia, costi accessori e formazione».
nr. 27 anno XIX del 12 luglio 2014