NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Dolce storia di un cammino ipnotico

Verso Santiago di Compostela attraverso il percorso più a nord di una Spagna che assomiglia di più alla Svizzera, all'Austria o all'Altopiano di Asiago - Oltre 700 chilometri quasi sempre in vista dell'Atlantico, con tempo quasi sempre variabile e ventoso, e il volo di centinaia di grifoni come unico accompagnamento costante, identi-kit di un intero paesaggio

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Dolce storia di un cammino ipnotico

Per tutto questo ho scelto il cammino del Nord. E anche per la simpatia antica e della familiarità che mi legano ai Baschi e a Gernika, ad una intera regione che trasuda dignità e voglia di pensare inventare e fare alla faccia di tutte le crisi, vere o presunte, che pare non risparmino più nessun angolo di mondo.

(g. ar.)- Sono passati una ventina di giorni quando alla fine di una grande fatica in salita si scollina a 1100 metri di quota; letteralmente sotto i piedi ti trovi all'improvviso un altro panorama che spezza il fiato: è l'embalse di Grandas de Salime, già fuori dall'area asturiana di Oviedo, dentro la terra montuosa della Galizia, ormai a mezza dozzina di tappe da Santiago.

Perfino la compagnia costante per giorni e settimane dell'oceano Atlantico non ha prodotto su di me

qualcosa di simile a quello che provo ora, neppure l'affollarsi di intere squadriglie di avvoltoi in costante rotazione ad altezze da capogiro, neppure i saliscendi a volte dolci più spesso molto aspri dei Paesi Basschi o della catena Cantabrica, quella che blocca in linea retta da est a ovest tutte le correnti in arrivo da Islanda e Irlanda e ne manda briciole verso il sud tormentato dal caldo della Castiglia Leon.

Niente può reggere il paragone con questo tuffo che gli occhi spingono inutilmente nel vuoto profondo quasi 800 metri e che termina con una grande diga, un bacino artificiale, una situazione che qualche decennio fa vedeva ben altro assetto dato che la realizzazione di questa opera ha mandato sott'acqua tutta una serie di borghi tanto che la gente se n'è andata altrove.

Serviva a creare energia e la diga assolve il suo compito, ma oggi è come un dipinto impressionista, quasi non importa più molto perché tutto questo sia lì adesso e sotto i nostri occhi; e dal mio punto di osservazione, prima di affrontare racchette in pugno una discesa per niente invitante, mi accorgo che nei decenni qualcosa di diverso è successo per quanto riguarda la produzione di elettricità: i mulini a tre pale sono qui tutto attorno, con le loro tre pale e il ronzio ininterrotto, ed il vento fischia come al solito poco meno che potente, ma sempre costante. Come dire che la ricerca della felicità energetica a fondo valle o in questa punta che si erge sul panorama è alla fine senza dubbio raggiunta.

Dolce storia di un cammino ipnotico (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il Cammino verso Santiago di Compostela è in realtà una offerta multipla che richiede risposte diverse a seconda di che cosa si vada cercando. Chi lo affronta sa bene che si tratterà di una faccenda complicata dal punto di vista della tenuta fisica, ma forse ancora di più dal versante intimo che accompagna chiunque: non per nulla le comitive o i gruppi anche ridottissimi non sono poi la maggioranza dei frequentatori di questa avventura. A piedi o anche in bicicletta, guidati da segnali sicuri e chiarissimi, condotti quasi per mano da un borgo medievale all'altro, da una grande croce di porfido all'altra, da lunghi percorsi sterrati o in terra battuta, non esiste possibilità di sbagliare strada. In compenso c'è eccome la possibilità di accorgersi lungo la strada di averla sbagliata dal punto di vista della scelta, della conciliazione possibile con le proprie risorse non tanto energetiche e muscolari quanto psicologiche.

Percorrere da 700 a 900 chilometri in quasi totale solitudine -tranne vari incontri e naturalmente più o meno brevi colloqui e ancora più rari scambi di indirizzi- è una faccenda molto impegnativa, richiede capacità precise oltre che costanza, senza dire dell'allenamento indispensabile da mettere a punto a partire da molto prima di affrontare una fatica come questa, mesi prima.

A disposizione ci sono vari cammini -in tutto mi dicono cinque- che portano alla meta. I più considerati per lunghezza difficoltà panorami e impegno sono il cammino del Nord, in partenza da Irun, il cammino Francese, che parte da Roncisvalle e quello cosiddetto della Plata che invece parte da Siviglia. Il primo dei tre è quello che ho scelto non perché è il più corto (767 chilometri) ma soprattutto perché in agosto è il più consigliabile per questioni di aria e temperatura. Scorre interamente lungo la dorsale che protegge tutto il nord della Spagna sempre in vista del golfo di Biscaglia e si infila verso l'interno solo al momento di raggiungere Oviedo e da qui Lugo che è l'ultima delle città attraversate (le altre sono San Sebastian Gernika Bilbao Santander) prima dell'approdo a Santiago. Lungo questo percorso non esistono problemi di caldo: il tempo è sempre variabile, ventoso, qualche volta piove ma non con molta violenza, fatte le debite eccezioni, le temperature di giorno raramente salgono oltre i 25 gradi mentre di notte si scende fino a 16/17.

Diciamo che è il modo ideale per mettersi in marcia sapendo benissimo che le altre due soluzioni sono assolutamente diverse e neppure paragonabili sul piano dell'abbordabilità meteo: il Francese scende dai Pirenei è puntando prima su Burgos lascia presto i conforti dei boschi per attraversare la Castiglia-Leon, cioè la regione di Madrid Valladolid e Salamanca nota per altopiani torridi dove l'unico dato positivo disponibile perlomeno fino che si sta nell'area di Madrid è quello di una umidità praticamente inesistente.

Qualche problema in più di temperatura lo dà il cammino da Sud e il mese di agosto non è certo il migliore per avventurarsi da quelle parti tenuto conto della fatica che si va ad affrontare.

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