NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Dolce storia di un cammino ipnotico

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Dolce storia di un cammino ipnotico

Ebbene sì, il risuonare di quell'editto rilascia ancora adesso una eco che non si spegne.

Il che fa passare in secondo piano la questione del cammino primigenio, quello che può vantarsi di avere acceso il faro definitivo su questo attraversamento di devozione. Dalla storia si capisce che quasi fino al termine del 1200 la stessa idea di un pellegrinaggio in qualsiasi modo progettato era da ritenersi un azzardo bello e buono dato che predoni e incursioni di malfattori di tutti i generi erano così frequenti da rendere insicure anche le strade più frequentate.

E tuttavia quella eco è arrivata fino a noi e si è stabilizzata proprio lì, in quella Iberia che del riscatto dalla dominazione islamica fu il prototipo europeo appunto a partire dall'impresa di Carlo Magno a Roncisvalle. La verità che ne deriva è che anche secondo gli storici l'intreccio di vie con destinazione Santiago non è casuale nè troppo da studiare. Case torri villaggi abbazie minuscole eremi e poi foreste e montagne sezionate dalle valli più profonde che si possano immaginare sono il punto di riferimento di un andare rimasto immutato.

Dolce storia di un cammino ipnotico (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)Infatti il cammino di Santiago, questo del Nord in particolare, meno affollato e più marcatamente isolato perfino nei punti di maggiore frequentazione collettiva, rimane sinonimo di solitudine nella meditazione e nell'intimismo, di riflessione unica e di incredibile quanto profondo e silenzioso contatto diretto con la natura. Rispetto alle cifre debordanti delle altre soluzioni di viaggio a piedi o in bicicletta verso Santiago (parliamo di milioni di persone ogni anno) questo percorso immerso nel nord spagnolo ha avuto anche per me un effetto singolare di conciliazione o riconciliazione dei pensieri, anche i meno scontati o gradevoli; come se rispetto agli affollamenti minacciosi e spiazzanti degli altri sentieri affrontabili lungo questa ruvida strada tra monte ed oceano sia possibile davvero recuperare la nostra capacità di introspezione fino al nocciolo del nostro essere uomini pensanti, obiettivo che è poi -e lo si scopre molto presto man mano che i chilometri ed i giorni ci scivolano sotto i piedi- il primo vero obiettivo che il camminatore ha in mente.

Questo viaggiare nelle proprie scarpe e contemporaneamente dentro i propri pensieri per tanti giorni come non ne avete forse mai avuti a disposizione nella vostra vita significa starsene con se stessi, solo con se stessi, significa non avere nessuna discussione per un posto in un parcheggio, o anche per un letto di passaggio sul quale si assiepano troppi contendenti. Significa in poche parole poter spendere queste stesse nostre risorse soltanto ed esclusivamente in direzione del piccolo piacere di ascoltare il silenzio dell'anima.

È una vera avventura carica di bellezze evidenti come il riflesso del territorio in cui si è immersi, ma anche molto più nascoste, misteriose e tutte rivolte a rimandarvi sempre al nocciolo della questione: chi siamo e dove andiamo. Quel picco che mi rivelava improvvisamente 700 metri più sotto la voragine piena d'acqua del bacino di Grandas de Salime alla fine che cosa mi ha suggerito se non l'incontro tra quel che di più profondo avevo dentro di me e lo spazio più grandioso e spettacolarmente coreografico di questa realtà tutta esteriore?

Cinghiali, conigli, cervi e caprioli hanno fatto da coronamento eccezionale a tutto questo mentre gruppi di centinaia di buitres, cioè di avvoltoi europei che qui conosciamo solo di fama per la decina scarsa di coppie ancora difese in Sardegna dagli animalisti, sottolineano che questa è davvero Spagna anche se non lo sembra. E la Spagna è ancora per gli europei un pensiero sospeso, un amore profondo eppure reso amaro da ricordi brutali come il bombardamento di Gernika, ancora ben presente e orgogliosamente riportato sempre alla memoria. È lo zoccolo grande e duro di quella penisola iberica che José Saramago evoca nel suo libro La Zattera Di Pietra come entità autonoma di pensiero e azione la quale un giorno dimostra tutta la sua disapprovazione per l'Europa cominciando una operazione di disimpegno fisico che si risolve in poche ore: i Pirenei che segnano il confine vero tra le due parti si ritrovano improvvisamente attraversati in lunghezza da una frattura che si allarga a vista d'occhio, ora dopo ora.

E se occorrono un paio di giorni per il distacco vero che permette all'Atlantico di inondare il nuovo canale congiungendosi con il Mediterraneo, servono pochissime settimane perché tutta la penisola, navigando verso ovest, sparisca alla vista. Come se oltre Atlantico andasse in cerca di una sua meta mistica e privata. Forse un'altra Santiago.

 


nr. 30 anno XIX del 6 settembre 2014 

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