(g. ar.)- Il problema viene affrontato con la dovuta attenzione: accade quasi quotidianamente che su un bus cittadino o in viaggio in provincia si verifichino inconvenienti anche gravi. Accade che personaggi generalmente ubriachi, ma anche con altre motivazioni, diano in escandescenze e creino situazioni sulla cui pericolosità non ci sono a questo punto più dubbi. Se a Roma una conducente di autobus delle linee cittadine è stata circondata da una torma di extracomunitari che la minacciavano addirittura di violentarla e si è salvata soltanto perché li ha tenuti fuori bloccando le porte, a Vicenza si sta ripetendo una sequela di episodi che lasciano poco tranquilli. Dai mezzi delle FTV a quelli delle AIM, con le dovute diversità di situazioni determinate dal luogo e dalle varie distanze evidentemente diverse, non c'è praticamente giorno senza che qualcosa di spiacevole, anche di molto spiacevole, succeda e determini l'intervento di Polizia e Carabinieri chiamati in soccorso dagli autisti o direttamente dalle centrali operative delle aziende.
VIOLENZA CHE SI MOLTIPLICA- Nel giro di un paio di giorni un tunisino ubriaco ha provocato una rissa a bordo di un bus delle Ferrotranvie che si trovava a San Vitale e sono stati i Carabinieri di Montecchio Maggiore ad intervenire fermandolo e portandolo in cella dopo una colluttazione che ha impegnato quattro militari prima di riuscire a chiudere la vicenda. Alla stazione di Vicenza è stato un nigeriano a mettere in allarme rifiutandosi di scendere dal bus sul quale stava viaggiando senza biglietto; un paio di settimane fa un gruppo di cinque giovai nomadi è stato pescato dai controllori delle AIM senza biglietto: solo uno di loro era in grado di rispondere alla richiesta di mostrare il documento di viaggio. E la storia potrebbe continuare perché gli episodi si stanno davvero moltiplicando mentre si studiano le misure per arrivare quanto meno a contenerli, se non ad evitarli del tutto, cosa francamente difficile anche soltanto da immaginare. Ma la novità è che ora si può chiedere aiuto alla... cavalleria. Un dispositivo appena applicato ai bus permette all'autista di mettere in allarme la propria azienda e le forze dell'ordine.
COME SCATTA L'ALLARME- Il primo provvedimento già adottato funziona così: gli autisti hanno a disposizione sul cruscotto del mezzo due pulsanti per la richiesta di intervento; uno serve a chiamare i controllori nel caso di qualcuno che stia viaggiando senza biglietto, l'altro provoca invece direttamente l'arrivo di una pattuglia delle forze dell'ordine. L'impulso parte dal bus e arriva alla centrale operativa dell'azienda che la gira in caso di necessità a Polizia e Carabinieri. In questo modo naturalmente non si possono prevenire ed evitare gli episodi di disturbo o addirittura di violenza, ma certamente si arriva ad una tempestività di intervento che non lascia spazio ai responsabili. Nel giro di appena qualche minuto sul posto arrivano i poliziotti o i carabinieri e nel caso di episodi che si verificano in città il compito è generalmente assolto come più logico per vicinanza dalla Polizia Urbana.
MA BISOGNA ANDARE OLTRE- Se la situazione si può dunque ritenere sufficientemente sotto controllo, almeno sotto il profilo della tempestività delle risposte alla varie chiamate dei conducenti di mezzi pubblici, le due aziende si dicono ben consapevoli che abbassare la guardia ed accontentarsi di quanto si sta ottenendo in questo momento sarebbe un errore, una miopia di prospettiva. Per questo agli autisti sono riservati alcuni corsi che si tengono in Questura dove i problemi vengono approfonditi direttamente con gli operatori del settore dell'ordine pubblico i quali mettono a disposizione dell'uditorio una esperienza praticamente illimitata, quotidiana, continua, ed insieme con questa anche le varie sfumature di quello che è poi il problema principale in gioco e cioè il contatto faccia a faccia tra un conduttore di mezzi pubblici ed un interlocutore spesso scomodo, aggressivo fino al passaggio alle vie di fatto, per niente disposto a ragionare.
NON PIÙ SOLO BIGLIETTO- La questione, come stanno dimostrando questi ultimi episodi particolarmente eloquenti, non è più legata semplicemente all'aver pagato il biglietto. C'è molto di più in realtà ed è proprio questo particolare che allarma le due aziende di trasporto pubblico e induce a questa azione di informazione e conoscenza delle varie situazioni di emergenza nelle quali chi opera nell'ordine pubblico ha ovviamente grande esperienza. Questa nuova preoccupazione deriva dal fatto che è la stessa qualità di chi provoca problemi a bordo dei bus a suggerire un diverso modo di approccio e di intervento. Non più solo il poveraccio che fa il furbo con un biglietto scaduto o non passato per la macchinetta obliteratrice, ma ben altro genere di personaggi. I sindacati li definiscono senza mezzi termini come appartenenti alla classe dei delinquenti, più o meno organizzati, se occorre, ma comunque di quella provenienza. In particolare dalla FTV si ricava una impressione non secondaria per importanza e cioè che la vicinanza alla stazione ferroviaria e a Campo Marzo produca non pochi ingredienti di qualità particolare, mettiamola così, dato che proprio in quell'area circolano indisturbati o quasi tanto i tossicomani che i loro spacciatori, unitamente a immigrati clandestini che non hanno meta nè casa e si tratta di una compagnia che complessivamente produce il quadro più allarmante che si possa immaginare anche in rapporto al passaggio dei bus e alle numerose fermate dislocate nella zona.
CONTROLLO DEL TERRITORIO- È chiaro che proprio in questo scenario è quanto mai necessario un presidio fisso delle forze dell'ordine ed è quanto da tempo hanno chiesto espressamente sia in sindacati che le aziende, con l'aggiunta per quanto riguarda i sindacati di un'altra aspettativa, e cioè l'entrata in servizio di un numero anche minimo, ma di nuovi assunti, che vengano a rimpolpare il settore del controllo sui mezzi attualmente affidato a poche, per non dire pochissime persone. È altrettanto chiaro che il personale alla guida dei bus non può assumersi l'onere del tutto fuori contratto di affrontare fisicamente un esagitato qualunque che minaccia lui stesso e i passeggeri, o prevedere che chi sta per salire sul bus a quelle fermate si trasformi di lì a poco in un violento. Per tornare all'episodio di San Vitale di Montecchio Maggiore, quel tunisino ubriaco è ora una specie di parametro per valutare rischi e spessore di questo genere di avvenimenti. E il tempestivo intervento di quattro carabinieri è dovuto appunto al fatto che le nuove possibilità di chiamare soccorso si sono ora concretizzate nel modo migliore.