(C.R.) All'inizio sembrava una pura chimera. Poi si è iniziato a parlare di un sogno grandissimo da coltivare. E adesso la candidatura del capoluogo berico ad ospitare l'edizione 2020 dei mondiali di ciclismo su strada sta diventando, mese dopo mese, sempre più possibile. Vicenza2020 è un progetto che ancora attende il via libera ma le possibilità di vedersi assegnata l'evento sono cresciute negli ultimi mesi. Una candidatura forte quella della nostra città, che ha già ricevuto l'assenso sia dalla Federciclismo che dal Coni, ma che si preannuncia forte anche per un altro motivo. Alle spalle ci sarà anche la Regione - da qui lo slogan di Vicenza/Veneto 2020 - con l'intenzione di partire dalla centralissima piazza San Marco a Venezia, almeno per quanto riguarda la prova dei professionisti. Nel progetto verrebbero coinvolte le sette province venete, anche se poi tutte le gara si concluderanno a Vicenza. Ne abbiamo parlato con il presidente del comitato promotore, l'avvocato Claudio Pasqualin, ma anche con amministratori e imprenditori. E abbiamo esaminato anche il dossier, assolutamente inedito.
In esclusiva il dossier di Vicenza2020: previsto un budget negli otto anni di 16 milioni, nell'edizione di Firenze 2013 ne hanno ricavati 72
Un ricco dossier di una sessantina di pagine. O meglio di "slide", visto che per buona parte si tratta di tabelle, slogan e statistiche. È questo il punto di partenza operativo della candidatura di Vicenza2020, la cui presentazione è avvenuta alla stampa qualche settimana fa in basilica Palladiana, nello "stadio virtuale" ricavato all'interno della mostra “Eroi del calcio – storie di calciatori”, aperta sino al 26 ottobre. Come si diceva uno degli aspetti in cui ci si sofferma maggiormente è legato al fatto che la candidatura in realtà coinvolte tutto il Veneto, ossia la regione che in Italia vanta il maggior numero di turisti all'anno, come ribadisce (paragrafo 4) l'assessore regionale Marino Finozzi.
"Vicenza tira il gruppo di tutte le Province", si legge nella pagina di presentazione, a conferma di un patto di ferro in Veneto. Poi sono evidenziati altri tre aspetti fondamentali: 1. sei anni di eventi con la bicicletta al centro del progetto; 2. una sola regia per coordinare gli interventi di identico Dna; 3. il coinvolgimento diretto delle istituzioni politiche e sportive.
Nella stessa presentazione alla stampa si è accennato anche alla recente esperienza di Firenze 2013, in occasione dei mondiali di ciclismo disputati per l'appunto in Toscana poco più un anno fa. Ebbene in riva all'Arno a fronte di un costo di 11,8 milioni di euro (compresi i 5,3 andati all’Uci) il ritorno è stato di 72 milioni, 32 dei quali investiti in infrastrutture. Il dossier di Vicenza2020 indica un budget superiore ai 16 milioni (16 e 225 mila euro per la precisione) compresi negli otto anni tra il 2014 e il 2021, così suddivisi: 1 milione e 365 mila euro nel triennio 2014-2016; 2,7 milioni nel 2017 e la parte più consistente, 12 milioni e 160 mila euro, nel quadriennio 2018-2021.
La prossima data in agenda per Vicenza2020 è quella del prossimo 15 dicembre, quando il Comitato promotore presenterà agli uffici di Aigle, in Svizzera, dove ha sede l´Uci, l'Unione ciclistica internazionale, la formale domanda di organizzazione della prova iridata. Un passaggio obbligato e comunque "pesante", visto che sarà accompagnato da una fideiussione a garanzia dei 5,3 milioni di euro che, nel caso di assegnazione dell'evento, andranno versati all´organizzazione ciclistica mondiale. Passato quello, la strada potrebbe essere davvero in discesa.
Claudio Pasqualin, presidente del comitato promotore: «Abbiamo grande fiducia, confidiamo nell'assegnazione dei mondiali 2020»
«Ci piace autodefinirci l'anima ciclistica di Vicenza e vogliamo regalare alla città l'evento sportivo più importante della sua millenaria storia». Pensieri e parole dell'avvocato Claudio Pasqualin, presidente del comitato promotore di Vicenza2020 e uno dei quattro artefici - gli altri sono il procuratore Moreno Nicoletti, vicepresidente del comitato, Alessandro Belluscio e Gabriele Viale - di quello che all'inizio sembrava un'"idea pazza", ma che con il trascorrere dei mesi si sta concretizzando sempre più. Sino a diventare un progetto a cui crederci con forza.
«Abbiamo il sostegno nella nostra candidatura - le parole dell'avvocato - da parte della federazione ciclistica italiana, da parole dello stesso presidente Renato Di Rocco, oltre che del Coni e del suo presidente nazionale, Giovanni Malagò, che ci tengo a ringraziare. Non dico però che la strada sia in discesa, perché sappiamo di avere ancora da affrontare grandi prove prima di poter finalmente dichiararci vincitori. Siamo grati in modo particolare, parlo a nome di tutto il comitato, che con la loro grande passione stanno sostenendo in maniera entusiastica lo svilupparsi della candidatura. Nei conmfronti della quale abbiamo grande fiducia, al punto che ora confidiamo nell'assegnazione dei mondiali 2020».
Ma come è nata questa straordinaria, quanto ambiziosa, idea? A spiegarlo è lo stesso Pasqualin. «Tutto il progetto - confida - ha preso vita da una suggestione nata durante la tappa del Giro dello scorso anno, conclusa in viale Roma a Vicenza. Una sensazione fantastica, data dalla passione del pubblico che ha letteralmente invaso la tappa non solo nel viale d'arrivo, ma per tutti gli ultimi 30-40 chilometri. A quel punto noi quattro ci siamo guardati negli occhi e, ognuno per le proprie competenze e per il proprio ruolo, abbiamo deciso di puntare al bersaglio grosso. E contemporaneamente abbiamo iniziato a crederci, ben consci tuttavia dell'impegno e della responsabilità che una tale candidatura comporta. Un altro passaggio fondamentale è stato quello di essere riusciti a coinvolgere, come consulente, un grande professionista come Angelo Zomegnan, che conosco dai tempi della Gazzetta dello Sport, per molti anni poi direttore unico del Giro d'Italia. Con lui, anche forti dell'esperienza accumulata ai mondiali di Firenze, la nostra fiducia e consapevolezza di farcela sono ulteriormente aumentate».
Una risposta definitiva si avrà presumibilmente nel 2017 in Norvegia, quando al convegno in sede di Mondiale - per la cronaca l'edizione del prossimo anno, nel 2015, si disputerà negli Stati Uniti, a Richmond, nello stato della Virginia - verrà annunciata lo sede per l'edizione 2020. «Ma ci si potrebbe arrivare anche prima - fa sapere l’avvocato Pasqualin - il nostro obiettivo infatti è quello di far anticipare l'annuncio di un anno». La risposta affermativa potrebbe dunque arrivare già nel congresso dell´Uci in occasione dei Mondiali nel Qatar, precisamente a Doha, nel 2016. Tempo prezioso in più che potrebbe servire per allestire un'edizione, quella di Vicenza2020 per l'appunto, memorabile.