NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Esami di maturità, caos tra le polemiche

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Esami di maturità, caos tra le polemiche

Erika Stefani, senatrice della Lega Nord: «Molti dubbi su un possibile cambio di rotta: un risparmio di spesa non rappresenta una riforma»

Esami di maturità, caos tra le polemiche (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Sulla stessa linea di contrarietà è anche una delle parlamentari vicentine, Erika Stefani, senatrice della Lega Nord, che assieme ai colleghi di partito esprime perplessità su quello che sarebbe stato un cambio di rotta "epocale" riguardante gli esami di maturità. «In linea generale - precisa l'on. Stefani - possiamo essere d'accordo sulla spending review, ma non vorremmo che questo vada a discapito della scuola italiana. Siamo inoltre dell'avviso che un risparmio di spesa non rappresenti una vera riforma, peraltro già sperimentata dalla Moratti e per la quale poi vennero poi fatti dei passi indietro, quindi evidentemente non aveva convinto. Sicuramente è avvenuto anche questa volta, se è vero che è stato bloccato tutto: vediamo se si tratterà solo di un rinvio, di certo serve maggiore chiarezza e attenzione. Comunque, tornando nello specifico dell'argomento, siamo convinti che all'esame di maturità una commissione estera possa garantire una certa equità di giudizi, in quanto trattandosi di commissari che non conoscono i ragazzi non possono esserci favoritismi».

La stessa parlamentare vicentina ritiene inoltre che sarebbero stati sbagliati anche i tempi. «L'annuncio della modifica della nuova legge - spiega la rappresentante di Governo della Lega Nord - era avvenuto dopo che l'annata scolastica era già iniziata, quindi si sarebbe trattato di un cambio in corsa, come si direbbe in gergo sportivo. Se esistono delle criticità giuste affrontarle e discuterne nelle aule di Montecitorio, ma senza penalizzare la scuola. Per molti decenni gli esami di maturità così concepiti hanno rappresentato un sistema che ha funzionato bene, pensiamoci bene prima di cambiare tutto».

Infine un ricordo di Erika Stefani legato ai suoi esami di maturità. «Mi sono diplomata al liceo classico Pigafetta ad indirizzo linguistico, probabilmente la scuola più difficile di Vicenza. Tanto impegnativa e dura ma che mi ha permesso di affrontare la facoltà di giurisprudenza a Padova con delle basi importanti. E dove tutto mi sembrava facile».

 

Daniela Sbrollini, deputata del Partito Democratico: «Un buon motivo era comunque la riduzione dei costi, ma anche la serenità degli studenti»

Esami di maturità, caos tra le polemiche (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Sulla vicenda abbiamo interpellato un'altra parlamentare vicentina, Daniela Sbrollini, deputata del Partito Democratico, sempre molto attenta alle vicende che riguardano i giovani e il mondo dell'istruzione. Che nello specifico non sarebbe stata contraria al cambio di rotta.

«Sicuramente il fatto di avere avuto un solo commissario esterno - spiega l'on. Sbrollini, che a sua volta ha frequentato il liceo classico - avrebbe significato in prospettiva un notevole risparmio, vista la riduzione dei costi. Tuttavia, almeno personalmente, il mio primo pensiero era andato agli studenti che, come dicono le cronache, da sempre affrontano l'esame di maturità con apprensione e paura, proprio per il fatto di essere esaminati da commissari esterni, che di loro non conoscono nulla, ma si limitano a giudicarli per quanto avviene in quel breve tempo rappresentato dagli esami. Sicuramente un esame, che magari potrà avvenire in futuro, con la presenza dei professori dell'istituto, quelli che ti conoscono e ti hanno guidato nel percorso di studi, è indubbiamente in grado di garantire una maggiore tranquillità dei nostri ragazzi e alla fine, quasi sicuramente, una valutazione finale a livello di voti più vicina al loro percorso di studi e ai loro meriti. In altre parole si tratterebbe, sempre secondo il mio punto di vista, di una soluzione più meritocratica e più vicina alle esigenze dei ragazzi, che probabilmente sarebbero stati i più contenti dell'entrata in vigore della nuova normativa».

«Per quanto mi riguarda - conclude la parlamentare del Partito Democratico - io ho fatto l'esame di maturità, con tutti i commissari esterni, ma forse quella era un'altra scuola. Sicuramente avremo modo di tornare a parlare dell'argomento e a confrontarsi nelle aule di Montecitorio. La riduzione dei costi sarebbe stato un altro buon motivo per cambiare, ma ripeto il mio primo pensiero era rivolto agli studenti».

 

Davide Cacciavillani, coordinatore provinciale Rete degli Studenti Medi Vicenza: «Pro e contro, ma l'esame di maturità va comunque rivisto»

Esami di maturità, caos tra le polemiche (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Dubbi a proposito anche da parte degli studenti vicentini, con i quali concludiamo questa inchiesta. A parlare a nome di tutti è Davide Cacciavillani, coordinatore provinciale della Rete degli Studenti Medi Vicenza. «Quello dell'esame di maturità - spiega - è un problema che ci trasciniamo avanti di anni e sul quale sarà sicuramente necessario una riflessione generale. Fermo che ognuno di noi la può pensare democraticamente come vuole, la nostra non è una posizione ben definita, anche perché riteniamo che il format attuale, confermato anche per giugno 2015, abbia pro e contro. Indubbiamente se fosse avvenuto il cambio, con una commissione composta solo da insegnanti interni, i vantaggi sarebbero stati rappresentati da un notevole taglio di spese a livello nazionale per l'esame di Stato, a cui si aggiunge il fatto che conoscendo gli esaminatori potevi arrivare alla prova decisiva con più tranquillità. Lo svantaggio sarebbe invece rappresentato dal fatto che con una commissione esterna ogni studente può dimostrare realmente, senza condizionamenti, la sua preparazione e il grado di maturità, proprio come dice la parola».

«Per quest'anno resterà tutto come prima - conclude il coordinatore provinciale della Rete degli Studenti - ma non c'è dubbio che così come è concepito ha sicuramente delle lacune. In molti lo considerano ormai un passaggio inutile, Ma ancora più grave è il fatto che crea disparità, visto che il voto finale viene usato anche come criterio per la scelta della facoltà universitaria che invece dovrebbe essere lasciata libera agli interessi di chi iscrive, visto che rappresenta a tutti gli effetti una scelta di vita».



nr. 39 anno XIX dell'8 novembre 2014

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