NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Ecco come sparisce lo sport dalla scuola

Dal Ministero dell'istruzione pubblica la conferma della soppressione dei Giochi della gioventù e del Campionati studenteschi - Inutile il ricordo delle decine di campioni di livello anche internazionale sfornati da Vicenza e provincia - Per fortuna aumenta l'attenzione verso la scuola primaria: al secondo anno il progetto pilota di Umberto Nicolai che viene ripreso anche a livello nazionale

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Ecco come sparisce lo sport dalla scuola

(g. ar.)- Il ministero della Pubblica istruzione dice che non se ne farà più niente. Il Coni nazionale risponde che poco o niente potrà fare perchè di soldi, senza i finanziamenti dello Stato, non ne ha. Così, in un dialogo di poche battute e nessuna preoccupazione vera al significato reale del provvedimento, si recita il de profundis per lo sport nella scuola. Spariscono i Giochi della gioventù che si articolavano in fasi provinciali regionali e nazionali, spariscono i Campionati studenteschi i quali avevano le medesime tappe scandite ovviamente da risultati tecnici di altro genere, spesso di rilievo tale che subito le società, particolarmente quelle di atletica, se ne occupavano subito andando a scritturare i nuovi talenti. La motivazione centrale di questa bella idea la fornisce tanto per cambiare la crisi: che non ci siano tanti soldi lo sappiamo tutti, ma che questo fatto possa funzionare sempre e comunque come alibi senza possibile contraddizione è altro discorso. Come troppo spesso accade in questo paese si provvede a tagliare indiscriminatamente su capitoli di spesa che nel bilancio pesano appena qualche grammo, mentre non si va al di là degli annunci per il peso ben diverso di situazioni incancrenite e di smaccato privilegio che proseguono tranquillamente senza venir minimamente intaccate dalla forbice dello Stato "risparmiatore".

MEDAGLIA A DUE FACCE- C'è però anche un altro verso di questa vicenda, l'altra faccia della medaglia. Spiega con abbondanza di particolari che si è arrivati a tanto soprattutto per colpa degli sprechi spaventosi a cui nessuno ha voluto porre un freno minimo fino ad oggi: le finali nazionali dei Giochi e dei Campionati hanno portato fino all'anno scorso migliaia di ragazzi alle finali di Roma e, nonostante i ripetuti inviti a moderare almeno in parte le spese molto forti che questa operazione comportava, un rimedio non lo si è mai voluto trovare. Morale: la via d'uscita, la peggiore, ma anche quella più prevedibile, l'ha trovata il governo annunciando che si fa così e basta. Ma quale riflesso avrà tutto questo sulla vita dello sport nella scuola? È la domanda d'obbligo che bisogna porsi con molta serietà se si vuole davvero disegnare un minimo quadro per il futuro. Discorso tanto più importante per Vicenza che è la prima provincia del Veneto a rifornire lo sport nazionale di talenti e che nelle attività sportive scolastiche ha sempre trovato uno straordinario livello di risposte. Non è per caso che da questa provincia siano usciti atleti di livello nazionale e internazionale come Del Buono, la Gramola e la Dorio, Ribaud, Caravani, Cappellina, Rodeghiero e tanti altri ancora. Che cosa resterà di questo patrimonio non sappiamo. I talenti naturali continueranno a nascere, ovviamente, ma lo sport di base, quello propedeutico per la crescita di un movimento che alla fine dà anche risultati, sarà indubbiamente compresso dalla nuova impossibilità di fare della vera promozione.

Ecco come sparisce lo sport dalla scuola (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)LO SPORT È PROMOZIONE- Umberto Nicolai, per la seconda legislatura dentro la giunta comunale di Vicenza, è stato per circa venti anni presidente del Coni provinciale. Il suo passaggio in questo ruolo oggi peraltro relegato al livello di "delegazione" rimane come uno dei periodi di maggiore brillantezza sia per i risultati sportivi sia per quelli che hanno comportato la realizzazione di opere per lo sport. Nicolai dice qui che si rischia seriamente di perdere il concetto e la funzione dello sport in chiave di promozione e di risultati successivi, così come di cultura dello sport: "Lo sport è da sempre il fiore all'occhiello di questa provincia, inutile negarlo. La nuova situazione che si determinerà se saranno confermate le decisioni del governo crea una prospettiva del tutto differente. Si perde la funzione promozionale dello sport e anche se continueranno ad esserci atleti in attività e con ottimi risultati non sarà la scuola a prenderli per mano per portarli alle soglie di questi risultati. Non so che ne sarà della qualità, ma certo mancheranno i numeri appunto perchè la scuola sparisce dal panorama dello sport, ad eccezione della scuola primaria per la quale per fortuna mi pare siano previsti investimenti che ritengo importanti. Alla situazione nuova siamo arrivati attraverso un lungo periodo in cui ci sono stati troppi sprechi provocati da una visione molto miope della realtà. Da anni si diceva che i Giochi della gioventù costavano troppo quando si arrivava alla fase nazionale. Non si è voluto dare ascolto a queste voci che pure erano insistenti, per cui mi meraviglia poco che la conclusione sia questa. Per i Giochi, l'ho detto tante volte anche nelle sedi ufficiali, sarebbe bastato contenere la manifestazione dentro i confini che le erano propri, e cioè la fase iniziale e poi quella regionale a conclusione di tutto. Non c'era ragione per coinvolgere decine di migliaia di ragazzini fino alla fase nazionale che ovviamente prevedeva e richiedeva spese fortissime. Il medesimo discorso vale più o meno negli stessi termini anche per i Campionati studenteschi anche se in questo caso i numeri sono sempre stati indubbiamente più ridotti. Mi sembra che ci fossero tutti gli elementi per rivedere da parte del Coni nazionale tutto questo meccanismo che aveva fatto il suo tempo e che in compenso costava troppo. Si è perduta questa occasione e alla fine è arrivata la decisione del governo che taglia e basta, senza tanti ragionamenti su cosa sarebbe meglio fare per lo sport e di riflesso anche per la scuola".

IL RUOLO DELLA SCUOLA- L'altro capo del ragionamento di Nicolai riguarda la scuola e la funzione che può esercitare come ente di promozione dello sport. È proprio tanto sorprendente che dopo anni e anni di obiezioni e proteste gli insegnanti dichiarino che non ne possono più di lavorare gratis? Non c'è da stupirsi, anche perchè nessuno ha mai veramente ascoltato le posizioni degli insegnanti, così come nessuno si è mai veramente posto il problema dei loro livelli di preparazione o delle scuole di specializzazione che li debbono preparare: "Non mi prende di sorpresa neppure la presa di posizione degli insegnanti. La scuola è stata in tutti questi anni e dovrebbe continuare ad essere un veicolo di promozione dello sport e della formazione degli studenti di tutti i livelli, ma è anche vero che la scuola come istituzione è stata lasciata sola e naturalmente a pagarne il prezzo in prima persona sono stati proprio gli insegnanti ai quali non si può chiedere quel che nessuno potrebbe dare con le sole forze personali disponibili per ottenere determinati obiettivi di lavoro. Se un'attività è così poco remunerativa da rappresentare addirittura una presa in giro per chi la svolge mettendoci tutto quel che può della propria conoscenza è chiaro che non si va molto avanti. La situazione di oggi è determinata anche da questa combinazione di elementi".

UNO SPIRAGLIO DI LUCE- In mezzo a tanto poco di cui essere orgogliosi o appena positivamente impressionati, ecco che si apre un piccolo spiraglio di luce, piccolo ma in prospettiva di grande interesse: per il secondo anno il Comune di Vicenza mette sul tavolo del rapporto scuola/sport un progetto per le attività motorie tanto interessante da essere adottato a livello nazionale. Ha riguardato al primo anno di attività le età fra i 5 ed i 7 anni, ma ora si allarga alla fascia successiva dell'età della scuola primaria, dai 7 ai 10 anni. Nicolai dice che la premessa e le promesse sono più che buone, fanno ben sperare: "La cosa molto importante è che i corsi di questo progetto si faranno senza spendere un centesimo perchè siamo riusciti a coinvolgere le società sportive che intervengono con loro tecnici e atleti qualificati per offrirci pacchetti di dieci ore di istruzione da rivolgere ciascuno a venti classi di elementari. Il che vuol dire essere arrivati a coprire l'82 per cento delle classi interessate. È davvero un grande risultato, segue la tendenza espressa dal governo di dedicare maggiore intenzione alla scuola primaria su cui è importantissimo lavorare perchè davvero si tratta della base dalla quale partire. In questo senso la funzione di promozione della scuola verso lo sport rimane di primissima importanza. Se stiamo alle decisioni del governo per tutto il resto, ebbene debbo dire che a questo punto è molto meglio dedicarsi di più alla scuola primaria appunto per gli effetti che questo lavoro può avere successivamente verso gli altri gradi di scuola. I ragazzi più grandi non hanno le stesse necessità, ma se appartengono fin dalla prima elementare ad una nuova generazione che cresce con questo tipo di formazione avranno poi anche loro un grado particolarmente buono di formazione".



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