NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Settimane bianche, "moda" in via di evoluzione

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Settimane bianche, "moda" in via di evoluzione

Antonella Conte, titolare dell'Agenzia viaggi Palladio di Vicenza:

«Pochi clienti fidelizzati, per la montagna d'invernoè molto in voga il fai da te»

Dall'Altopiano di Asiago alla pianura il passo è breve. A Vicenza, all'Agenzia viaggi Palladio, una delle più storiche e apprezzate della città, abbiamo cercato di capire come le settimane influiscono sul fatturato complessivo dell'attività.

«In maniera molto limitata, quasi irrisoria - assicura la titolare Antonella Conte - è davvero una voce che influisce poco sul fatturato. Le motivazioni, almeno per quanto riguarda la nostra attività, sono diverse, a partire dalla vicinanza con le montagne: non mi riferisco tanto all'Altopiano, ma anche alle montagne bellunesi o del vicino Trentino. Rispetto a tante altre proposte, per la montagna, soprattutto durante il periodo invernale, è molto in voga il fai da te, con la possibilità di prenotare via computer o rivolgendosi direttamente agli enti turistici montani, molto attrezzati e capaci di vendere bene i loro pacchetti. Senza dimenticare che anche per i periodi invernali, quindi anche per le settimane bianche, sono in crescita i villaggi turistici».

«Le eccezioni riguardanti le prenotazioni tramite la nostra agenzia - spiega la titolare della "Palladio" - riguardano settimane bianche in località montane, ad esempio in Valle d'Aosta e in Piemonte o anche all'estero. Per il resto noi vantiamo una clientela molto fidelizzata, può capitare che qualche cliente esigente chieda di trascorrere un periodo invernale in qualche località di prestigio, come Cortina d'Ampezzo».

Eppure, a partire dagli Anni Sessanta e poi anche nei decenni successive proprio le settimane bianche rappresentavano un business importante anche per queste imprese. «Nell'agenzia di famiglia - conclude la signora Conte - io lavoro a tempo pieno dal 1998, ma in effetti mio padre mi ha sempre raccontato che il calo per questo le settimane bianche è stato costante. E in parte si è anche evoluto, magari con più week-end durante l'inverno, che creano anche meno problemi dal punto di vista lavorativo».

 

Gianfranco Morsoletto, ex presidente del Gev Vicenza:

«Negli Anni Settanta la settimana bianca si organizzavaanche durante l'estate, in uno dei ghiacciai»

Settimane bianche, "moda" in via di evoluzione (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Abbiamo deciso di chiudere questa carrellata con un "tuffo nel passato", contattando Gianfranco Morsoletto, per circa trent'anni presidente della Gev Vicenza, acronimo che sta per Giovani escursionisti vicentini. E proprio Morsoletto, molto conosciuto in città anche per essere stato assessore comunale allo sport negli Anni Duemila, ricorda un particolare molto gustoso di quella associazione, sorta nel 1963 e che quindi da pochi anni ha festeggiato il mezzo secolo di vita.

«Le settimane bianche che organizzavamo annualmente erano almeno 3-4 - racconta - di certo una veniva organizzata anche durante l'estate, generalmente nella prima settimana di settembre: la mèta era uno dei ghiacciai, a rotazione sullo Stelvio, in Val Senales, al Tonale o in qualche località austriaca. Per quanto riguarda invece le località scelte per le settimane bianche invernali, si sceglievano località distanti, molto spesso le Dolomiti e l'Alto Adige, ricordo bene Corvara e San Vigilio di Marebbe. Ma anche la stessa Austria, con preferenza alla località di Sant'Anton».

Le montagne più vicine, dall'Altopiano alle piccole Dolomiti, sino a quelle trentine vicine al confine venivano raggiunte nei fine settimana. «Al gruppo venne dato questo nome perché eravamo tutti giovani, ma venne stipulato anche per spirito di aggregazione. Quasi nessuno di noi possedeva un'auto, ricordo che la domenica mattina si partiva tutti in pullman da piazza San Lorenzo per raggiungere una delle località sciistiche. Adesso i tempi sono cambiati, ad organizzare corriere che raggiungono le piste da sci sono i turisti stranieri dell'Est Europa, come polacchi, cechi e russi».

«Ho anche l'impressione - prosegue l'ex presidente della Gev Vicenza - che negli ultimi tempi lo sci sia diventato uno sport molto costoso, quasi per ricchi, se si pensa a quanto si spende di carburante, per lo ski-pass e per l'attrezzatura. In realtà la nostra non era solo un'associazione, ma una vera e proprietà società sportiva, che portava i ragazzi a fare le gare alla domenica o ad allenarsi, nelle località più vicine, come il Biancoia o Recoaro, nel primo pomeriggio dei giorni feriali, alla fine della scuola».

 

nr. 05 anno XX del 7 febbraio 2015 



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