NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Teatro per chi: grande patrimonio da coordinare

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Teatro per chi: grande patrimonio da coordinare

IL COMPITO CHE SPETTA AL COMUNE- Quando il direttore artistico della Piccionaia parla di coordinamento e di assunzione di ruoli si riferisce come abbiamo visto da una parte ai protagonisti della vita teatrale professionale della città, ma dall'altra all'interlocutore più ovvio da chiamare a verifica e discussione quando si pensa ad un riferimento valido per tutti e che con tutti progetti le modalità e le varie direzioni su cui puntare. Inutile dire che ad essere chiamato in causa è il Comune, sennò chi altro? Abbiamo già sottolineato come del resto ha appena detto Presotto e come dirà tra poco anche Piccoli di Theama Teatro, come le risorse di talento e capacità artistica già disponibili in abbondanza non abbiano alcun bisogno di integrazioni esterne, nè le giustificherebbero in alcun modo. È anche vero che non si sa mai ed è anche più vero che nel settore artistico la vicenda dell'Orchestra del Teatro Olimpico brilla di luce sfolgorante per fare da punto di riferimento non esattamente rassicurante a qualche idea personale, a qualche voglia di prevedere se e come il Comune accetterà il ruolo di ordinatore e coordinatore, un qualcosa che gli viene chiesto con voce praticamente unanime. Su questa parte del ragionamento non siamo certo in grado di vedere nel futuro e quindi non sappiamo dirvi se la risposta sarà positiva, totalmente, parzialmente o appena accennata, come dire che la strategia in atto non deve prevedere qualcosa di diverso dal valorizzare le ottime forze e l'ottima qualità che la città già esprime. Certo che nessuno finora ha detto una parola su questo tema ed è abbastanza significativo questo fatto dato che invece tutte le parti in causa (Astra, spazio Bixio e Comunale) qualcosa di molto preciso da dire ce l'hanno, come si dimostra in questa serie di interventi. Per aggiungere interesse alla discussione -per ora assente, o al momento gestita sottovoce, a toni bassissimi- l'idea sollevata da Carlo Presotto su un pensiero non distratto da dedicare all'Olimpico non ci sembra davvero malvagia. L'Olimpico tende ancora una volta a svolgere il suo ruolo di gioiello monumental/turistico per trascurare la vocazione di metà 500 che lo fece nascere. L'Olimpico è un vero teatro come dimostrato dai 12 anni di gestione di Neri Pozza che sostenuto dall'avv. Cappelletti ne fece dal 69 in poi una realtà di strepitoso successo di pubblico e di critica riuscendo a mettere in cartellone una ventina di spettacoli per stagione riuscendo a mettere assieme richiami di altissimo livello artistico come la tragedia greca, la musica classica, la musica jazz o semplicemente il teatro-teatro. Di Neri Pozza tutti evitano accuratamente di stuzzicare anche il minimo ricordo, ma è un fatto che la sua lunga a fruttuosissima gestione costituisce un esempio da tenere presente, se non c'è la capacità di arrivare fino ad imitarne gli spunti più suggestivi. Forse potrebbe essere proprio questa aspirazione a veder riordinata la mappa delle attività teatrali in città il mezzo per tornare a rivedere tutto, anche le stagioni (da molto tempo per lo più poco entusiasmanti) del teatro di Palladio e Scamozzi.

Teatro per chi: grande patrimonio da coordinare (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)UN PO' PIU' DI GRATITUDINE?- Anche questa è una domanda fondata mentre si apre il discorso sulla possibilità di ottimizzare davvero tutte le forze impegnate nel teatro a Vicenza arrivando a coordinarne e precisarne i ruoli e anche gli spazi. La domanda è di Piergiorgio Piccoli, direttore di Theama Teatro che peraltro come risposta esprime anche una sua personale certezza: "Confido molto che nei prossimi anni Vicenza dia attenzione al lungo e impegnativo lavoro che tutti noi abbiamo rivolto ai cittadini". Non andiamo molto oltre se definiamo questo impegno un vero e proprio servizio sociale regalato alla città. Theama Teatro lavora nello spazio Bixio utilizzando tre o quattro ausiliari oltre agli attori in scena; il teatro può contenere al massimo 93 spettatori, il biglietto costa 10 euro (prezzo evidentemente politico o, se preferite, improntato al ruolo- sociale che il teatro ha assunto verso la città), aprirlo costa 300 euro ogni volta. La forza di Theama, a parte la qualità della proposta artistica, consiste anche nel possedere un'area di almeno 200 persone che ruotano attorno alle attività e di offrire appunto scuola di recitazione, formazione degli attori, promozione delle rassegne. La scelta del genere contemporaneo è una scelta di fondo, ma tra le iniziative c'è anche molto altro, come non molto tempo fa tra le altre la presenza di un pezzo da novanta come Natalino Balasso: "Abbiamo investito tutto il nostro lavoro sulla città e crediamo di aver fatto esattamente quel che ci proponevamo quando abbiamo cominciato. È logico che chi lavora in teatro per la città -e non parlo solo di noi- si aspetta dalla città un riconoscimento esplicito, magari soltanto un segnale di gratitudine che voglia dire stima ed affetto. Prendere atto del fatto che tutti noi siamo una risorsa per la città sarebbe darci questo segno".

Teatro per chi: grande patrimonio da coordinare (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)BOOM DEGLI ABBONAMENTI- È un fatto che riguarda proprio per questione di dimensioni il teatro Comunale: c'è stato un vero boom di abbonamenti. Flavio Albanese, presidente della Fondazione dice che le cose vanno bene e che all'orizzonte non vede sorprese: "Il bello di tutto questo è che sono arrivati finalmente al dunque i conti di una lunga stagione durata anni durante la quale abbiamo cercato di far passare i batteri dell'interesse di questa città da sempre conservativa verso la novità di spettacoli teatrali sistematici, ben fatti, in spazi praticabili e dignitosi. Ora ci siamo: gli abbonamenti sono esplosi, raddoppiati, i programmi che proponiamo sono graditissimi; si tratti di teatro contemporaneo o di danza l'effetto rimane quello di un interesse a crescere da parte del pubblico. Credo che sia anche un qualcosa di fisiologico determinato dal fatto che il Comunale non nasce con l'idea di sprecare risorse, ma come una sorta di azienda di qualità che si propone un certo risultato. Una qualsiasi impresa non si può permettere lentezze o indecisioni, deve di per sé essere vitale non può non essere contemporanea al suo stesso mondo. Danza o teatro, classico o moderno, quel che conta è creare progetti e avere idee chiare tenendo sempre presente che lavoriamo dentro un territorio con determinate caratteristiche. Vale per tutto quel che a Vicenza è teatro professionale: abbiamo tre poli che si guardano e rappresentano il patrimonio di questa città in questo settore. Forse armonizzare i progetti e i calendari farebbe bene. Secondo me bisognerebbe anche cominciare a pensare come riportare l'Olimpico alla sua vera funzione artistica, magari rovesciando tutto il discorso, ricordandoci di altri tempi in cui i classici che funzionerebbero anche oggi funzionavano davvero".

Per concludere, ecco una sintesi rapidissima sulle forze in campo a Vicenza e provincia; in città ci sono varie realtà; a parte Comunale, Astra e spazio Bixio, esistono Ensemble Vicenza, Fita regionale al San Marco, Glossa Teatro in parte operante a Verona e il Dedalo Furioso che ha base a Dueville. Per passare invece alla provincia, c'è da dire che a parte i vari progetti speciali o con scadenza stagionale, sono in attività con varia capacità di produzione oltre che di recitazione i teatri di Arzignano, Bassano, Lonigo, Montecchio Maggiore, Noventa, Thiene, Schio.

 

nr. 05 anno XX del 7 febbraio 2015 



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