NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Allarme criminalità: richiesta di sicurezza unanime

L'assalto all'oreficeria di Nanto, culminata con la sparatoria in cui è morto un rapinatore, è l’ultimo episodio criminoso di un fenomeno in forte crescita anche nel Vicentino. Ne abbiamo parlato con i presidenti provinciali delle principali associazioni di categoria

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Allarme criminalità: richiesta di sicurezza unanim

(C.R.) La rapina cruenta all'oreficeria di Nanto, avvenuta il 3 febbraio e culminata con la morte di uno dei rapinatori, è l'ultimo episodio criminoso di un fenomeno in forte ascesa nel Vicentino. Le statistiche una crescita soprattutto di furti e furti, che mettono a repentaglio la vita e la serenità dei cittadini, ma anche di lavoratori, come commercianti, artigiani e imprenditori, spesso in balìa di malviventi senza scrupoli. Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto approfondire il tema coinvolgendo nella discussione i presidenti provinciali delle principali associazioni di categoria. Ecco cosa è emerso.

 

Giuseppe Zigliotto, presidente Confindustria Vicenza, lancia l'appello ad istituzioni e politica: «Uno dei doveri dello Stato è garantire la sicurezza dei cittadini»

Allarme criminalità: richiesta di sicurezza unanim (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Il fatto di sangue a Nanto conferma che è a rischio la vita di cittadini e imprenditori che vogliono soltanto poter fare il proprio lavoro o camminare in tranquillità per le vie della propria città o paese». Sono parole forti quelle che esprime Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza, ancora sotto choc per quanto avvenuto la settimana scorsa e preoccupato per l'escalation dei reati gravi. «In questo come in altri casi - precisa Zigliotto - siamo di fronte a forme di banditismo pendolare che colpiscono senza scrupoli e mettono in conto il ricorso a livelli di violenza particolarmente elevati. È una situazione che diffonde nella gente ansia e paura, fino a portare all'esasperazione».

«Leggiamo di continuo - tiene poi a precisare il presidente degli industriali berici - storie di delinquenti arrestati dalle forze dell'ordine e rilasciati dopo poco. Spesso tutto si chiude con un patteggiamento, piccole multe e pene sospese. Risultato: i delinquenti, autori di reati anche gravi, tornano presto in pista, pronti di nuovo a colpire. Va ribadito che le forze dell'ordine fanno tutto quello che possono, lavorano sul territorio con impegno encomiabile, ma spesso il frutto del loro lavoro viene reso vano da uno dei problemi più incancreniti della società italiana: la mancanza di certezza della pena e l'esistenza di un sistema di leggi che sembra garantire più i diritti di chi delinque che quelli dei cittadini. Il rapinatore rimasto ucciso a Nanto aveva precedenti penali per tentato omicidio e il gioielliere rapinato aveva già subìto un attacco del genere meno di due anni fa. Ora ha deciso che chiuderà il negozio».

È uno scenario amaro e nello stesso tempo preoccupante quello raffigurato da Zigliotto. «Manca la fiducia che le cose possano cambiare, che lo Stato sia in grado di difendere i suoi cittadini, che la giustizia riesca a svolgere davvero quello che dovrebbe essere il suo compito naturale: accertare in tempi congrui le colpe di delinquenti e malfattori ed erogare le giuste pene, per difendere la gente onesta. Il messaggio che arriva all'opinione pubblica, alla lunga devastante per il vivere civile, è che si finisce per lasciare in libertà i malviventi e per punire chi dai malviventi si difende. Il benzinaio di Nanto è stato iscritto nel registro degli indagati per l'ipotesi di reato di eccesso colposo di legittima difesa».

Infine Il presidente di Confindustria Vicenza lancia un appello accorato: «Alle istituzioni e alla politica - le sue parole - chiediamo di considerare quello della sicurezza e della lotta alla criminalità come una priorità assoluta, perché tra i primi doveri di uno Stato c'è quello di garantire la sicurezza dei cittadini e perché anche da questo dipende la possibilità del paese di tornare attrattivo e di ispirare fiducia».

 

Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza: «Gli episodi di criminalità stanno provocando ulteriori danni economici in un periodo di crisi»

Particolarmente decisa e critica anche la posizione di Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza, la categoria forse maggiormente presa di mira dall'escalation degli episodi di criminalità nel Vicentino.

Allarme criminalità: richiesta di sicurezza unanim (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Il problema della sicurezza dei cittadini e delle imprese - spiega Rebecca - piomba, ancora una volta con forza e urgenza, al primo posto. Furti, rapine, aggressioni stanno registrando un’escalation senza precedenti e dalla piccola criminalità alle bande organizzate, non c’è limite di fronte a niente. Quello che fa più rabbia è che nonostante l’impegno delle forze dell’Ordine, questi delinquenti, anche se colti sul fatto, tornano presto in libertà, continuando a delinquere con sprezzo della nostra società e delle nostre leggi».

L'escalation degli episodi di criminalità ha fatto accendere il "campanello d'allarme" anche all'interno dell'associazione di via Faccio. «L’aggravante di questo modo di operare del crimine - osserva Rebecca - è l’accanimento contro le singole attività commerciali. Ogni giorno, più volte al giorno, cittadini, negozi, pubblici esercizi, distributori di carburanti, aziende dell’ingrosso sono vittime di episodi criminosi e cresce la certezza di vivere e lavorare in un territorio non più sicuro. Ormai le attività commerciali vengono prese d’assalto come i bancomat. Oltre ai problemi conseguenti alla crisi economica, al calo delle vendite e all’aumento delle tasse, chi ha un’attività imprenditoriale deve sopportare anche i costi economici e sociali del fenomeno criminale. Si contano i danni e si riapre il negozio, nonostante tutto. Per difendersi si stipulano polizze costose, ci si adotta di sistemi di videosorveglianza, impianti d’allarme, inferiate, vetri antisfondamento. Ma tutto questo è un deterrente che a volte non basta e soprattutto non toglie la paura di essere presi di mira».

Il presidente Rebecca si focalizza sulle misure per frenare il fenomeno della delinquenza. «Innanzitutto è inaccettabile che Governo e Ministro degli Interni non si facciano carico del problema, esortando misure ad hoc, anche per i singoli territori. Non è tollerabile assistere nelle nostre città a scene di sparatorie e di atti di terrore, come successo a Nanto. È essenziale fare funzionare la giustizia, poiché se non c’è giustizia vengono a cadere le garanzie fondamentali per i cittadini e per le imprese. Deve ritornare la certezza della pena. Progetti di legge di riforma della giustizia civile e penale ce ne sono, basta farli approvare; questi, prima di pensare ad altri decreti ”svuotacarcere”. La politica ha il compito di dimostrare che ha la capacità di affrontare la questione in tutta la sua gravità e di intervenire per dare forza alla lotta al crimine. La mancanza di sicurezza, oltre che le incertezze sul fronte economico e del lavoro, sono situazioni che alimentano un malessere sociale che non va per nulla sottovalutato».



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