NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Lettere dal fronte

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Lettere dal fronte

Lettere dal fronte (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Abbiamo incontrato la curatrice del volume dialogando con lei sui tempi principali del libro. Com'è nata l'idea del libro?
"Questo voluminoso carteggio si compone di 1468 lettere scritte tra il 1914 e il 1919, di cui 1391 sono dei due autori e le altre di persone di famiglia; quelle da me considerate sono quelle fino al termine della guerra, oltre 1200. Erano custodite in una vecchia cassetta militare che si trovava nella soffitta della casa in cui avevano abitato i due protagonisti e dove tuttora abitano i miei zii, dai quali mi reco spesso. Cercando di mettere un po’ d’ordine tra varie cose accatastate, come spesso accade nelle soffitte delle vecchie case, dietro mobili in disuso ed altre masserizie, apparvero delle vecchie cassette militari; si sapeva della loro presenza e anche del fatto che fossero vuote, ma fortunatamente furono controllate e anche questa fu aperta rivelando quel contenuto di cui si era persa memoria. La corrispondenza mi fu poi consegnata, dicendomi di custodirla e vedere se potesse essere interessante. Dopo averla messa in ordine cronologico, per molto tempo rimasi a riflettere se potevo permettermi di leggere e violare quindi un privato in cui non avevo diritto di entrare o se dovevo prendermi la responsabilità di questa irruzione nella vita altrui e scoprirne il contenuto. È evidente che scelsi la seconda ipotesi: ciò che mi spinse fu la sensazione che se non avessi toccato nulla sarebbe stato come perdere nuovamente le lettere, così fortuitamente ricomparse. Inoltre tracciandone un resoconto avrei potuto lasciare ai miei figli e ai miei nipoti un ricordo di due persone per me fondamentali e che mi piaceva potessero conoscere anche loro".

I due protagonisti erano i suoi nonni materni: cosa ricorda di loro?
"Li ricordo molto bene in quanto con loro ho passato molto tempo finché sono rimasti in vita. Sono praticamente nata in quella casa, perché quando ero piccola vivevamo insieme ai nonni; poi la mia famiglia si trasferì a Milano, ma con i miei fratelli ho sempre trascorso il tempo libero dai nonni. Eravamo contenti di stare a Vicenza da loro, si percepiva una grande armonia. Amavano raccontare della loro esperienza ed io li tempestavo di domande per sapere i dettagli che ritenevo interessanti. Il nonno soprattutto ci narrava di come si era svolta la grande guerra e le storie del conflitto, ovviamente un po’ adattate, furono per molto tempo, quando già frequentavo la scuola, le mie fiabe della buona notte. Oltre a ciò ci portava sui luoghi e ci mostrava il terreno su cui si erano svolte le azioni di cui ci aveva parlato, nei suoi racconti non mancava mai il lato umano, ci faceva capire cosa significasse per dei giovani, dei ragazzi come eravamo noi, trovarsi in quei momenti. Penso che sia da qui che è nato il mio interesse per la storia e in particolar modo per la prima guerra mondiale. La nonna era bravissima ad aggiustare qualunque giocattolo non funzionasse più, a sistemarmi la bicicletta, inoltre aveva una notevole cultura ed era piacevole parlare con lei, era un ottimo supporto per i compiti, soprattutto per le lingue straniere, che io stessa ho voluto in seguito studiare".

Lettere dal fronte (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Quali sono stati i suoi sentimenti e le sue emozioni mentre scriveva questa storia e ne evocava i dettagli?
"Inizialmente pensavo di trovarmi davanti a normali scritti di fidanzati, forse con qualche cenno alla situazione politica del momento. Subito invece mi resi conto che era un quadro molto lucido di quello che avveniva, sia in città sia poi al fronte e che queste lettere contenevano notizie molto interessanti dal punto di vista storico. Avevano poi un pregio singolare: dipingevano chiaramente la situazione di chi quei fatti li stava vivendo in quei frangenti, con tutte le apprensioni di chi si trova in uno stato di incertezza per il futuro. Per chi legge a distanza di tempo è facile collocare gli avvenimenti nel quadro più ampio dell’esito del conflitto, ma per chi si trovava coinvolto non c’era alcuna certezza per l’avvenire e anche parlare del domani poteva essere un azzardo. Ciò nonostante nelle lettere non manca mai nei due protagonisti la speranza e la fiducia in tempi migliori ed il coraggio di alimentare la certezza che, comunque si potessero evolvere le situazioni, essi non si sarebbero mai dati per vinti. È un punto che ricorre spesso negli scritti e che mi ha molto colpita e che mi pare anche un grande insegnamento, per noi che viviamo tempi sicuramente più comodi e che siamo spesso pronti a lamentarci piuttosto che a rimboccarci le maniche".

All'epoca non esisteva la tecnologia e la lettera era l'unico modo per tenersi in contatto con una persona lontana... oggi però non si scrivono quasi più lettere: qual è il suo parere?
"In effetti sono pochi decenni che la carta da lettera è caduta in disgrazia. Le quattro pagine di un foglio di carta, che in certe epoche erano preziose al punto che si scriveva anche per traverso, non sono più un limite. Non dobbiamo uscire per comperare il francobollo e impostare. Mi pare, però, che stiamo sacrificando la spontaneità e la gradevolezza dello scrivere alla velocità di esecuzione. Quando si scriveva su carta il tempo di tracciare il segno consentiva di soppesare le parole e di cercare quelle più appropriate. Penso comunque che non sia tanto il veicolo della comunicazione a costituire il problema, quanto piuttosto la capacità di giungere ad una vera comunicazione. L’eccesso di disponibilità può portare a banalizzare i contenuti e d’altra parte la frammentazione di un messaggio, ad esempio in 140 caratteri, può servire per una comunicazione di servizio o poco più. Senza contare quanto può essere bello tenere in mano un foglio scritto da una persona cara: in tantissime delle lettere dei miei nonni erano acclusi dei fiori essiccati, come si potrà compensare un simile dono? Una foto si può facilmente allegare, ma un segno concreto?"

Lettere dal fronte (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il Centenario della Grande Guerra propone eventi per ricordare: qual è il suo parere?
"Mi sembra giusto che ci siano tante iniziative per ricordare: è passato un secolo, ma nel procedere storico questo è un periodo breve. La prima guerra è stato un avvenimento che ha radicalmente modificato l’Europa e non solo. Se non si ha conoscenza di ciò che è stato in quel tempo è ben difficile capire anche problemi più recenti e sull’indubbio valore della memoria si sono espressi storici, letterati e filosofi ben più quotati di me. Ma c’è anche un aspetto umano che penso sia doveroso ricordare, ossia il cumulo enorme di dolore che questa guerra, come tutte le guerre, ha portato; le condizioni disumane in cui si sono trovati i soldati, che erano ragazzi con ben altre aspettative rispetto a quella di finire in trincea, merita che ci si fermi un attimo a riflettere. La storia non è solo una sequenza di fatti, numeri, date, la storia è storia di uomini, delle loro sofferenze, dei loro ideali e del loro coraggio. Non è certo per cercare torti o ragioni che serve ricordare: ricordare serve per imparare poiché la storia insegna sempre, purtroppo l’uomo troppo spesso non apprende. Lo scrittore Luis Sepulveda diceva che un popolo senza memoria è un popolo senza futuro".

 

Itinera Progetti prende il nome dal latino iter (viaggio, itinerario) e nasce con l’intento di guidare il lettore in un percorso attraverso la storia e la cultura del nostro paese. Fondata a Bassano del Grappa nel 2000, come casa editrice specializzata in studi sulla storia e la cultura del Veneto, nel corso degli anni ha orientato le sue pubblicazioni allo studio della memorialistica sulla Prima Guerra Mondiale. Con oltre 60 pubblicazioni al suo attivo e con un catalogo editoriale in costante evoluzione, si pone fra le maggiori realtà italiane indipendenti nel campo dell’editoria specializzata. Ad affiancare, e se vogliamo completare, la nostra linea editoriale principale costituita dalla collana Storica negli anni sono nate le collane Il Leone Alato, dedicata allo studio di storia, folklore e cultura veneta, Itinerari, che raggruppa le nostre guide storico-escursionistiche sul territorio italiano, ed ultima, in ordine di tempo ma non di importanza, Memorie di Ferro, una serie in tiratura limitata dedicata ad aspetti tecnici e specialistici della storia militare.

 

nr. 11 anno XX del 21 marzo 2015

Lettere dal fronte (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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