NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Quanto vale l'effetto domino del Giro?

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Quanto vale l'effetto domino del Giro?

C'È ANCHE IL TURISMO INDOTTO- Come si vede dalle dichiarazioni del presidente degli albergatori vicentini l'ipotesi che ci sia una induzione di turismo non si ferma nè alla pure importantissima presenza del Giro d'Italia o della mostra in Basilica Palladiana, ma si estende molto oltre, verso quell'avvenimento di Milano, l'Expo, che apparentemente sembrerebbe avere poca presa sui fatti economici della città di Vicenza e della sua provincia. Al contrario appare chiara da questa posizione che una prospettiva molto concreta c'è e che verrà sfruttata. Il turismo di formato Expo, chiamiamolo così, non è lo stesso del formato business, anzi: essendo spesso caratterizzato dal movimento di gruppi familiari ha tra gli altri obiettivi quello di una spesa non proprio a briglia sciolta. L'idea che passo dopo passo questa clientela sia indotta a spostarsi verso Vicenza è tutt'altro che fuori luogo. Del resto è una prospettiva che il consorzio per il turismo VicenzaÈ ha già considerato ampiamente altre volte quando c'è stato da riflettere sulle possibili direzioni delle correnti turistiche, anche su quelle che sembrano orientate esclusivamente a vedere del Veneto soltanto Venezia e Verona e che invece sono poi disponibili a percorsi alternativi o complementari interessanti. Ecco perché questo accostamento tra Giro d'Italia, mostra in Basilica ed Expo è tutt'altro che campato per aria: ciascuno con propri tempi, caratteristiche ed offerta è stato e sarà in grado di richiamare altri visitatori a sostegno delle aspettative di chi in questo territorio lavora e si occupa anche di turismo.

Quanto vale l'effetto domino del Giro? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ARRIVO A MONTE (SENZA BASILICA)...- Dopo di che possiamo ritornare al discorso iniziale, quando parlavamo degli effetti immagine indotti dalle riprese televisive dell'arrivo di tappa a Monte Berico, argomento su cui interveniva Alessandro Belluscio, vicepresidente del Comitato organizzatore, per dire che secondo lui e anche secondo alcuni riscontri diretti e indiretti, sulla specificità delle immagini si è sollevata qualche polemica che non gli sembra proprio giustificata. E comunque sia non è il Comitato che ha avuto in mano le riprese dell'arrivo a Vicenza, ma la RAI. Vladimiro Riva, VicenzaÈ, sottolinea proprio quegli ultimi mille metri di corsa per dire che sono stati davvero bravi a non far vedere la Basilica di Monte Berico: "Come hanno fatto non lo so, ma ci sono riusciti. Ci era stato chiesto all'ultimo momento di spedire alla RAI alcuni nostri documenti di ripresa molto belli che contenevano tutto quel che sarebbe servito. Non è andata così e mi domando perché anche se so benissimo che la questione tecnica televisiva non ha niente a che vedere con il lavoro di preparazione del Comitato organizzatore che ha lavorato bene e portato alla fine a compimento il suo lavoro. Per quanto ci riguarda come consorzio per il turismo posso dire che noi non abbiamo possibilità di investimento, ma avendo a disposizione molto materiale utile a creare immagine avremmo potuto collaborare in questo senso; il fatto è che nessuno ci ha chiesto di partecipare e quindi non abbiamo partecipato. Della capacità di fare immagine posso però dire un'altra cosa e cioè di quanto ho visto due giorni dopo nella tappa che arrivava a Madonna di Campiglio: una vera sinfonia turistica del Trentino e delle Dolomiti a partire da Pinzolo che peraltro non è Cortina. Fatto sta che se si vuole una buona o ottima immagine come nel caso che cito occorre fare così, magari mettersi d'accordo con l'organizzazione RAI, magari con i registi o non so con chi altri. La comunicazione deve funzionare così, proprio come hanno fatto i trentini. Io credo che l'avvenimento di Vicenza meritasse altrettanto".

Quanto vale l'effetto domino del Giro? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"MA NOI NON SIAMO REGISTI... "- La delusione per le immagini insufficienti passate in tv all'arrivo di tappa rimane del resto molto diffusa. Chi ha visto il servizio non ha visto Vicenza, in compenso ha visto di Vicenza il rione Ferrovieri, che non è esattamente un impianto palladiano, e del salitone di arrivo ha potuto vedere la copertura del porticato di Monte Berico: nessuna traccia della Basilica... Su questo dato non ci sono dubbi, le riprese hanno prodotto un altro flop esattamente come due anni fa quando ci fu quella quasi umoristica confusione attorno alla Rotonda. Evidentemente qualcosa da cambiare c'è, qualcosa da curare anche. Impensabile che se ne occupano gli enti privati e pubblici che hanno sostenuto questa grossa impresa di ospitare e accogliere il Giro, o che possano farlo in qualche forma gli uomini del Comitato organizzatore, immersi da otto mesi, come testimonia qui di seguito Gabriele Viale, responsabile del coordinamento operativo, nel durissimo doppio lavoro di reperire fondi e organizzare la corsa: "Sono stati otto mesi di grande impegno, siamo riusciti a mettere in strada 496 operatori che hanno provveduto alla regolarità e all'ordine del passaggio. Io francamente non so dire perché e come le riprese si sono indirizzate verso le scelte che avete visto in televisione e che noi invece non abbiamo visto perché stavamo lavorando. Credo che su un avvenimento sportivo così importante tutti vanno ad occuparsi di quel che è in effetti, un avvenimento sportivo; noi non potevamo certo produrre immagini utili al turismo e non so se poteva farlo chi ha trasmesso. Credo che la cronaca abbia certe esigenze e certe priorità: si descrive la cosa più importante che c'è da descrivere. Se avete visto il Gran Premio di Monte Carlo lì abbiamo avuto un saggio di che cosa è la cronaca di un avvenimento sportivo: le telecamere dovevano per forza stare su Rosberg, Vettel e la corsa, ma non hanno mai mollato nemmeno per un istante il box della Mercedes dove Hamilton stava perdendo la gara per un errore collettivo del suo team. Non si è visto il mare di Monte Carlo e nemmeno il palazzo del principe, s'è vista invece soltanto la corsa e la parte di corsa che la stava cambiando in modo determinante".

LA STORIA SI RIPETE, PERO'...- Gabriele Viale conclude questo suo discorso esprimendo la grande soddisfazione per essere riusciti a portare di nuovo a Vicenza il Giro d'Italia: "L'ho detto prima, otto mesi di durissimo lavoro, ma ne siamo soddisfatti perché questo è il risultato di una ottima capacità organizzativa. Del resto non è un caso se su dieci arrivi nel vicentino in tutta la storia del Giro due sono avvenuti proprio negli ultimi tre anni. Questa è la nostra soddisfazione, di aver firmato un avvenimento così importante. È quello che dovevamo fare, noi non siamo operatori del turismo, siamo soltanto tecnici dell'organizzazione di un avvenimento che ha al centro il ciclismo. Credo che tutto questo lavoro possa servire a dare più forza alla candidatura di Vicenza per i campionati del mondo del 2020. Non so come finirà, ovviamente, ma se c'è una possibilità posso dire che Vicenza se l'è giocata bene e ora non rimane che aspettare le decisioni della Unione internazionale".

 

nr. 21 anno XX del 30 maggio 2015



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