UN SALTO DI CATEGORIA CHE CI PIACE- Sulla linea di Riccardo Canilli anche il presidente della società, Gaetano Stella. Difficile non farsi coinvolgere quando vivi tre anni di sport come quelli che Vicenza ha attraversato: "Difficile sì e poi i ragazzi meritano il massimo dell'attenzione; le tre promozioni una dietro l'altra hanno portato alla bellezza di qualcosa come 56 vittorie e di conseguenza ad una crescita complessiva di tutto quello che attorno a questa squadra gira: se abbiamo tante squadra giovanili e almeno 150 ragazzi tesserati vorrà pur dire qualcosa. È il culmine di un movimento che per funzionare e rinnovarsi deve avere necessariamente una prima squadra che traina tutto con i risultati. Diciamo pure che questo armonizzarsi di una cosa con l'altra ha funzionato e funzionerà anche se chiaramente per veder arrivare in prima squadra le leve più giovani occorre tempo e molto lavoro. Credo che siamo in buone mani: Lino Mascellaro e Riccardo Canilli come responsabili di area tecnica e come consigliere hanno fatto un lavoro enorme e davvero grandioso. Questo risultato lo testimonia, credo non ci siano dubbi". I dubbi semmai cominciano al momento di affrontare la serie superiore tanto faticosamente conquistata. Come pensa che ve la caverete? avrete bisogno di un forte rinnovamento del parco giocatori o serve solo qualche pedina in più adeguata al livello del campionato che si prepara? Gaetano Stella dice che tutto sommato non c'è stato ancora il tempo di pensare nei particolari a che cosa si dovrà fare e come per affrontare la B: "È un campionato difficile che interessa anche Friuli e Trentino, con squadra che ricevono dalla serie A parecchi giocatori che preferiscono questo livello a quello massimo. Si tratta ovviamente di giocatori di grande esperienza ed è chiaro che per affrontare avversari di questo livello serve pensare a qualcosa. Io mi affido a Mascellaro e Canilli per il giudizio su cosa sarà meglio fare, ma credo che con l'inserimento di due o tre elementi si dovrebbe raggiungere l'obiettivo di avere una squadra che riesca a stare in questo primo anno di B senza patire troppo e senza rischiare troppo, magari con l'incubo che dura fino all'ultima giornata. Una volta qui, chiaro che vogliamo restarci".
GODIAMOCI QUESTO RISULTATO...- Lino Mascellaro non parla molto, ma ancora meno parla di futuro perché, per favore, sarebbe meglio godersi questo incredibile risultato e rimandare tutto il resto al dopo, quando sarà davvero il caso di prendere carta e penna e mettere giù il prossimo progetto che questa volta parte dal campionato di serie B. E qui il discorso sarebbe concluso. Però almeno un particolare andrebbe detto, e riguarda l'allenatore. Valter Deanesi in questo campionato ne ha fatto una delle sue, come leggete appena dopo queste righe: ha preso in mano la squadra con il ricordo di quella retrocessione degli anni 90. È stato bravo, i ragazzi lo hanno seguito. Ma fa il medico ortopedico, opera tutti i giorni, è impegnato molto a fondo. Chi garantisce che Deanesi rimarrà anche il prossimo anno? e, nel caso non fosse lui, chi potrebbe essere il nuovo allenatore? Lino Mascellaro ripete che vorrebbe tanto godersi in santa pace questo risultato e lasciar perdere il resto. Però risponde: "Siamo talmente contenti che non abbiamo parlato di niente, davvero. Non so cosa deciderà Valter, se resterà o no, se i suoi impegni di professione gli consiglieranno altre scelte. Non lo so. So che ha costruito un'ottima squadra e ora aspettiamo che passi qualche settimana prima di rimetterci tutti attorno a un tavolo e vedere di chiarire quale sarà il futuro. In questo momento è davvero troppo presto, credo che nessuno di noi ne abbia neppure tanta voglia...".
UN POKER CON LE CARTE COPERTE- L'oggetto dell'analisi, che resti o che rimanga, sarà Valter Deanesi. Preso da mille impegni, tornato dopo vent'anni ad allenare per... "cancellare un pessimo ricordo, anche per una questione sentimentale", Deanesi dipinge a modo suo la sua posizione, ma parla anche volentieri di questa straordinaria squadra di ragazzi che lo hanno seguito fin dal primo momento senza conoscerlo per niente. È un'altra generazione. Deanesi ammette il suo pessimo carattere e proprio per questo apprezza ancora di più quel che la squadra ha saputo esprimere: "Sono stati veramente grandi, io ho preso questa squadra senza sapere niente di nessuno dei giocatori, ho un po' giocato a poker alla maniera di quelli che giocano a carte coperte, senza la minima idea di quel che hanno in mano. Tutto questo è successo perché dovevo liquidare un debito che in tutti questi anni ha pesato molto su di me, il debito di quella A2 lasciata lì, fatto sul quale mi sono assunto le mie responsabilità anche se chi capiva sapeva perfettamente che di responsabilità ce n'erano tantissime e non solo mie. Sia come sia ho deciso che sì, avrei tentato di portare questi ragazzi in serie B perché voleva dire -ed ha voluto dire- tornare al punto chiave di tutto il ragionamento per il basket maschile di Vicenza. Ecco perché ho deciso di tornare in panchina. L'effetto per me è stato straordinario, i ragazzi mi hanno seguito, hanno lavorato, non sono stati avari di impegno, sono stati generosissimi, bravi. Facendo un po' di acrobazie ecco che si è realizzato il sogno che pareva impossibile: prendere anche la terza promozione consecutiva in tre anni. Dal punto di vista tecnico tattico debbo dire che lo stare lontano dal campo per tanto tempo non mi ha nuociuto. Sembra cambiato tutto, in realtà non è cambiato niente, o meglio: è cambiato pochissimo".
"CONSEGNATA LA CASA, ORA NON SO..."- Parlando di futuro Deanesi sembra subire lo stesso conflitto personale che l'ha riportato in panchina. In realtà, dice, non so cosa farò: "Ora sono nella condizione di quell'architetto a cui hai chiesto di farti la casa e lui l'ha progettata, fatta e finita, e poi te l'ha anche consegnata. La casa l'ho consegnata, non ho altro da fare per considerare compiuto il mio lavoro. Certo che devo pensare, pensare a tante cose: al migliaio di interventi che faccio ogni anno, al lavoro in ambulatorio, alla mia famiglia, al tempo che deve rimanere a tutti noi per vivere normalmente, senza ridursi a cenare alle 11 di sera stravolgendo le abitudini di tutta la casa, quella della mia famiglia. Ora il problema è pensare davvero che cosa voglio fare. Per quanto riguarda la squadra posso dire tranquillamente che non ha bisogno di molto per restare in serie B; è fatta completamente di ragazzi tutti di qui, i veneti che tirano e lavorano, bravi giocatori molto generosi che sono stati capaci di sopportarmi quando si sa benissimo che non è un esercizio molto facile. La squadra ha una sua identità precisa, ha bisogno di qualcosa per integrare, ma assolutamente non va sgusciata o stravolta. Certo che è un ragionamento tutto di chi allenerà. Chi sarà? Magari io, ma ci devo pensare ancora molto...".
nr. 23 anno XX del 13 giugno 2015