NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Riaperta la strada delle Gallerie: ma serve di più

Un'ottantina di Penne nere, volontari dell'ANA, hanno sgombrato il percorso interrotto in più punti dalle frane - Resta la breve ma significativa deviazione al passo della Fontana d'Oro, dove incombe da più di dieci anni un costone in pericolo perenne - Luciano Cherobin: "In quel punto si rifà sicurezza solo con un intervento specialistico di un'azienda attrezzata"

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Riaperta la strada delle Gallerie: ma serve di più

(g. ar.)- Un'ottantina di persone che volontariamente salgono alla Strada delle Gallerie interrotta dalle frane invernali e la ripristinano. Storia già vista. I volontari dell'Associazione nazionale Alpini e alcune squadre del Club Alpino sanno cosa fare e non c'è bisogno di pregarli. In questo caso bisogna dire che il sospiro di sollievo seguito alla riapertura della Strada delle Gallerie non andrebbe messo troppo presto in archivio e dimenticato come la naturale conclusione di qualcosa che deve andare così e basta: riaperta sì, ma quando si arriva alla galleria 41/42 rimane invariato l'altro problema, quello che ha avuto il tempo di diventare cronico visto che sono passati almeno dieci anni: c'è ancora in perenne pericolo di caduta tutto quel costone lasciato lì in bilico dalla vecchia frana e se è vero che basta aggirare l'ostacolo anziché attraversarlo, salendo e poi scendendo dal passo della Fontana d'Oro, è vero anche che tutta quell'area non tornerà in sicurezza finchè la Provincia, o la Regione, o chi per loro non avrà deciso di affidare il lavoro ad una azienda specializzata, un'azienda di professionisti. Luciano Cherobin, presidente dell'ANA vicentina (oltre ventimila iscritti) conferma: "C'è un costone pericolosissimo da rende innocuo ed è un intervento che non possono fare dei volontari, per quanto bravi. È un investimento da fare, non so da parte di chi, ma certo più che mai necessario".

Riaperta la strada delle Gallerie: ma serve di più (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Certo è che nel centenario della Grande Guerra sarebbe stata una bella beffa se la famosissima e spettacolare Strada della Gallerie fosse rimasta nell'angolo delle cose irraggiungibili e si fosse dovuto rinviarne il ripristino. Il che non è accaduto per il semplice fatto che -come vediamo tra poco- esiste quella potenza invincibile che si chiama volontariato. Qualche anno fa qualcuno si è preso la briga di fare un conto sul numero dei volontari in attività in provincia di Vicenza; la conclusione è stata che su meno di un milione di abitanti ci sarebbero qualcosa come 300mila volontari. Non è approssimato per eccesso: tra donatori di organi, di sangue, tra associazioni di volontariato schedate nei vari registri regionali, tra le onlus che sfiorano il volontariato e le altre che lo praticano, tutti assieme si fa probabilmente anche di più di quella cifra. Fatto sta che basterebbero i ventimila iscritti all'ANA vicentina per assicurare interventi numerosi, istantanei e sicuramente sempre ampiamente preparati perché, come diciamo qui di seguito, la prima preoccupazione degli alpini che vanno a soccorrere è di essere del tutto autosufficienti per non pesare in nessun modo sugli altri.

RIECCO I "SOLITI" ALPINI- Piano con le paure perché quando serve riecco i soliti alpini. Soliti, beninteso, tra virgolette, perché i tempi e i metodi dell'aiuto che normalmente portano le penne nere, dai terremoti (Friuli/Irpinia), alle guerre (ex Jugoslavia), sono sempre caratterizzati da un sistema che fornisce soccorso autoalimentandosi in perfetta autonomia. Non è mai successo infatti che le squadra di soccorso preparate e inviate dall'associazione nazionale ANA siano arrivate sul posto di qualunque emergenza sempre sapere esattamente che cosa fare e come farlo, oltre a mettere nel conto della preparazione anche il sistema per rimanere del tutto autonomi rispetto al territorio che si va a soccorrere. La cucina e il campo alpino sono talmente efficienti che quasi sempre non servono soltanto ad evitare che gli uomini del soccorso pesino sul territorio che soccorrono, ma anche a diventare un punto di efficienza specifico per accogliere e dare una mano anche in questo settore di prima necessità. Ovvio che anche nel caso della Strada delle Gallerie tutto risulti scontato sia dal punto di vista della preparazione sia da quello dell'intervento. Un'ottantina di uomini si sono preparati per due mesi prima di andare in quota a risolvere la parte del problema che si può risolvere e cioè le varie interruzioni create dalle numerose frane dei primi mesi primaverili. Un'ottantina di uomini che ha rimesso le cose a posto dovunque era possibile farlo al punto che l'unico punto non toccato e non risolto è quello della Fontana d'oro, all'altezza della 40. galleria, dove una situazione di forte pericolo per alcuni grossi macigni sospesi verso l'alto da almeno dieci anni costringe ad una piccola deviazione: si va al passo della Fontana d'oro e si scende dall'altra parte saltando così l'interruzione e soprattutto senza rischiare niente.

Riaperta la strada delle Gallerie: ma serve di più (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)SI FA QUEL CHE SI PUO'...- Molto semplicemente Luciano Cherobin dà la sua interpretazione ed il suo commento all'intervento che l'ANA ha portato sulla Strada delle Gallerie risolvendo di fatto il problema delle frane che l'avevano interrotta: "Abbiamo messo in moto le due squadre della Valleogra che consistono in una decina di gruppi. L'abbiamo fatto con sistematicità e come facciamo sempre: prima i vari sopralluoghi, poi l'organizzazione delle squadre di intervento e infine l'intervento. Ma tutto questo abbiamo lavorato un paio di mesi per prepararci, Il problema non era di piccola dimensione e ogni volta si presenta allo stesso modo: c'è da andare a vedere sul posto, le frane, gli spostamenti di terreno franoso e i sassi. Un paio di frane erano quelle che mettevano in pericolo chiunque andasse su e comunque avevano interrotto tutto il sentiero. Abbiamo fatto quel che ci viene chiesto istituzionalmente: la Provincia contribuisce con 12mila euro all'anno e noi abbiamo il compito di controllare costantemente e tenere puliti i sentieri della montagna di cui fanno parte la Strada delle Gallerie e gli Scalorbi. Il lavoro da fare non è mai semplice e in questo caso lo è stato ancora meno proprio perché le due frane aveva davvero reso impossibile il passaggio. Rimane da sistemare quel che c'era anche prima e cioè il crollo avvenuto una decina di anni fa dalle parti della Fontana d'oro. Però lì non si risolve niente se non c'è un intervento molto preciso di una ditta specializzata che riporti alla normalità tutto il versante che minaccia di far cadere verso il basso grandi macigni. Servono soldi da investire per un lavoro che non può essere dei volontari per quanto bravi siano: servono squadre specializzate e un progetto di una ditta specializzata: lì c'è il rischio fortissimo che precipiti tutto un costone...".



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