Francesco Ferrarin nasce a Thiene il 17 dicembre 1896. È affascinato fin da giovane dalle prodezze dei pionieri del volo. Diplomatosi ragioniere nel 1915 a Vicenza, viene chiamato alla visita di leva e poi alle armi nel 1915. Due anni dopo è nominato sottotenente pilota del Regio Esercito e viene assegnato alla 87° Squadriglia, comandata dal Capitano pilota Masprone, di stanza, in quel momento, a San Pelagio, nel Padovano.
È Francesco Ferrarin, assieme ad Antonio Locatelli, a proporre al Capitano pilota Masprone, di stampigliare nelle carlinghe degli aerei in dotazione alla Squadriglia lo stemma del Leone Marciano della Repubblica di Venezia. Così, anche se non ufficialmente, la squadriglia comincerà essere chiamata “La Serenissima”. Dopo molte coraggiose missioni aeree, che gli fruttano grandi riconoscimenti ufficiali e medaglie, nell’estate del 1919 viene incaricato da Gabriele D’Annunzio di preparare il raid Roma Tokio; progetto che inizialmente doveva coinvolgere l’intera 87° Squadriglia La Serenissima ma poi, per motivi politici, il Governo incaricò D’Annunzio di scegliere il nome di solo due piloti e lui fece i nomi di Francesco Ferrarin e Antonio Locatelli. Questi, per lo spirito che univa i piloti della “Serenissima”, rifiutarono; la scelta, dunque ricadde sulle due riserve, una delle quali, per uno scherzo del destino, era il cugino di Francesco, Arturo. La fedeltà dimostrata nei confronti del Vate da parte dei piloti della Serenissima, costrinse lo smantellamento della ormai ridotta Squadriglia; Francesco Ferrarin riceve l’ordine di ricoprire un incarico eccezionale: sostituire l’addetto aeronautica, presso l’Ambasciata italiana a Madrid. Come tutti gli incarichi ricoperti, Francesco ottiene la stima sia dei superiori sia degli stessi spagnoli: sarà lo stesso re di Spagna Alfonso XIII a nominarlo Cavaliere della Corona di Spagna. Rientra in Italia e viene assegnato allo Stato Maggiore dell’Aviazione del Regio Esercito. Nel 1934 viene promosso al grado di Maggiore e di nuovo trasferito, come addetto militare all’Ambasciata italiana a Madrid e poi, a Lisbona, promosso al grado di Tenente Colonello. Dall’inizio di carriera come pilota, ha totalizzato fino a quel momento 21.000 ore di volo. Per la sua abilità, viene decorato con la Croce di Cavaliere dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro e la Medaglia d’Oro, per lunga navigazione aerea, e nel 1939 viene promosso Colonello. Il 3 maggio 1940, quando già comanda il 6 Stormo Caccia, Re Vittorio Emanuele III lo nomina Cavaliere Ufficiale nell’Ordine della Corona d’Italia. Scoppia, intanto la guerra, e per una missione riceve la terza Croce di Guerra al Valor Militare. Nel 1941 viene trasferito a Roma al Gabinetto del Ministero. Vi rimane fino al mese di agosto del 1943. In quel periodo, viene decorato dai paesi alleati per la sua abilità e professionalità. Arriva intanto l’8 settembre 1943: si trova a Roma, in licenza speciale per malattia, nonostante gli ordini di raggiungere il nord Italia con la RSI, riesce a farsi operare per una finta malattia; è testimone, nel marzo del 1944, dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Per quel fatto, Francesco rimane enormemente turbato: riesce a raggiungere Bari e unirsi all’Aviazione Libera e vi rimane fino alla fine della guerra. Combatte a fianco degli alleati, ottenendo una promozione, al grado di Generale di Brigata. Dopo il referendum che sancisce la fine della Monarchia, Francesco, promosso, da poco, Generale di Divisione Aerea, si dimette per non giurare fedeltà alla neonata Repubblica Italiana. Non vuole commettere spergiuro: aveva già giurato fedeltà al Re e alla casa Savoia. Ma l’Arma Aeronautica non scorda il suo valore di pilota e, nel 1958 dopo 12 anni, viene promosso al grado di generale di Squadra Aerea. Muore a Roma, il 28 settembre 1964.
A differenza di Arturo, che per le sue imprese è divenuto famoso nel mondo, Francesco dovrà aspettare una piccola biografia, scritta dal nipote Angelo Rossi, per essere conosciuto. Finalmente, i thienesi possono conoscere un altro Ferrarin, che, pur non avendo fatto trasvolate oceaniche, può contare una vita spesa per il volo, portando con onore, fino alla fine, la divisa della Regia Aeronautica. Ancora oggi, al primo classificato dell’Accademia Aeronautica Militare, viene dato un piccolo premio che porta il suo nome, da parte dell’Associazione Lions Club Roma Palatinum. Il medio metraggio vuole integrare la vita di un pilota dimenticato e, come lui, altri due thienesi: il tenente Alberto Scarcerle, pilota della Grande Guerra pluridecorato, e il tenente Valentino Zannini, pilota caduto in combattimento aereo. È possibile acquistare il libro e il dvd accluso nelle migliori librerie oppure contattando l'Associazione all'indirizzo dogfight1969@teletu.it.
Abbiamo incontrato Mantiero in occasione della presentazione thienese.