NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Caldo torrido e la "salvezza" chiamata climatizzatore

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Caldo torrido e la "salvezza" chiamata climatizzat

Paolo Chioatto, primario del reparto di geriatria dell'ospedale di Vicenza: «Nell'uso dei climatizzatori serve il buon senso, evitare di andare sotto i 26-27 gradi»

Caldo torrido e la Per capire quale può essere un uso intelligente ed efficace di condizionatori e impianti di climatizzazione abbiamo interpellato il dottor Paolo Chioatto, primario del reparto di geriatria dell'ospedale di Vicenza: «Non esiste una strategia particolare - spiega - o regole ben definite. Diciamo che serve il buon senso: ad esempio il mio consiglio è valido non solo per gli anziani ma per qualsiasi utente, bisognerebbe di evitare di andare sotto i 26-27 gradi, cosa che invece avviene in alcuni uffici o posti di lavoro. A chi è capitato di andare in estate negli Stati Uniti si sarà accorto che certi ambienti sono climatizzati al punto che vengono trasformate quasi in "ghiacciaie". C'è poi un altro aspetto da tenere presente: per determinare la temperatura interna dell'ambiente climatizzato bisognerebbe tenere presente la temperatura esterna. Se come in questi giorni, i le massime raggiungono i 36-37 gradi, valori di 26-27° C sono un po' troppo bassi, in quanto uno sbalzo di 10 gradi è un po' troppo elevato».

«Detto questo - precisa il dottor Chioatto - mi sento di dire, anche nel ruolo che ricopro, che i climatizzatori sono utilissimi perché, per un anziano in particolare, vivere con temperature troppo elevate rappresenta comunque un alto rischio. In particolare andrebbe individuata la funzione legata alla deumidificazione, che è poi uno degli aspetti principiali. Oltre a quello di evitare temperature troppo basse, nelle abitazioni bisognerebbe fare attenzione anche ad altri aspetti. Ad esempio fare in modo, magari potendo disporre di più "split", che il fresco sia diffuso un po' dappertutto, per evitare che una stanza sia molto fresca e l'altra calda, quindi con il rischio di sbalzi di diversi gradi nell'ambito della stessa abitazione. Un'altra accortezza, ma qui sono convinto che il consiglio giusto possa arrivare dagli stessi installatori, è quello di evitare che il flusso d'aria sia indirizzato ad esempio verso il letto o il divano del soggiorno. Come comportarsi durante la notte? In queste fasce orarie c'è da tenere presente che si è meno vestiti rispetto al giorno e che si è fermi a letto: la cosa migliore sarebbe quella di usare la funzione legata al deumidificatore o quella di pre-impostare la temperatura, in modo che le macchine si mettano in funzione solo quando è necessario».

Non tutti però hanno la fortuna di avere la casa "climatizzata". «In questo caso bisogna difendersi in qualche modo - conclude il primario del reparto di geriatria dell'ospedale di Vicenza - i consigli sono sempre gli stessi, ossia quelli di bere molta acqua, pasti leggeri ed evitare di uscire nelle ore più calde. Per quanto riguarda le abitazioni è importante chiudere finestre e balconi quando batte il sole e arieggiare nelle ore notturne. L'uso del ventilatore? Può rappresentare un sollievo, ma attenzione se fa troppo caldo può essere controindicato perché questo apparecchio muove l'aria e con temperature elevate rischia di gettare folate di aria calda».

 

I ricordi dello storico Walter Stefani: «Senza condizionatori ci si difendeva con tendoni e ombrellini. Noi ragazzi facevamo il bagno nel Bacchiglione e nel Retrone»

Caldo torrido e la "salvezza" chiamata climatizzat (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Chi può fare un confronto con il passato, riferito alle estate caldi vissute a Vicenza, è lo storico Walter Stefani, 92 anni portati benissimo, che in riferimento al caldo di questi giorni tiene a precisare che «nella mia vita non ho memoria di un'estate così torrida, soprattutto per un periodo così lungo. La particolarità sta nell'altissima percentuale di umidità, ma soprattutto nel fatto che di notte la temperatura non si abbassa, non esiste un minimo di refrigerio nemmeno nelle ore dell'alba, quando è assolutamente inutile aprire le finestre».

Caldo torrido e la "salvezza" chiamata climatizzat (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«Credo di poter dire che quello del passato - aggiunge Stefani, riferendosi alla metà del secolo scorso - era un caldo diverso, sicuramente con un minor tasso di umidità. Ovviamente non esistevano i climatizzatori, anche i ventilatori erano abbastanza rari, si vedevano solo in qualche bar o negozio. Tutti gli esercizi pubblici, ma di fatto anche in molte abitazioni, ci si difendeva con l'installazione di più tende e tendoni che venivano abbassati a seconda di dove batteva il sole durante il giorno. Chi passeggiava all'esterno, in particolare le donne, utilizzavano gli ombrellini. Di estati calde ne ricordo tante, ma i giorni con temperature elevatissime erano al massimo due-tre consecutivi, quindi si resisteva. Ricordo spesso che le giornate estive erano caratterizzate da acquazzoni, non violenti come negli ultimi tempi, ma sicuramente più frequenti e che quindi rinfrescavano l'aria. Sino agli Anni Sessanta non c'era traffico, mentre io che ho sempre abitato in centro, a ridosso dei fiumi, posso dire che la portata dell'acqua era notevole ,quindi di notte la corrente dei fiumi portavano un grosso beneficio in termine di fresco. Del passato posso ricordare che raramente di notte non si dormiva a causa del caldo, in quanto era sempre arieggiato».

Proprio ai due corsi d'acqua che attraversano il centro storico di Vicenza sono legati alcuni ricordi antichi di Walter Stefani ragazzo, prima della Seconda Guerra Mondiale. 

«Per difenderci dal caldo ci tuffavano nel Bacchiglione e nel Retrone, anche nelle giornate torride posso dire che l'acqua era comunque gelida. Chi aveva la bicicletta magari poteva raggiungere la mitica spiaggia del "Livelon", io che ero più fortunato venivo accompagnato alcune volte a Piazzola sul Brenta. Ricordo anche per nei mesi di luglio e agosto trascorrevamo delle settimane in montagna con gli scout e per miei genitori, così come quelli degli altri ragazzi, venirci a trovare nei fine settimana era un modo per scappare dal caldo della città».

 

nr. 29 anno XX del 25 luglio 2015

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