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Cinghiali: ora si sta davvero giocando col fuoco

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Cinghiali: ora si sta davvero giocando col fuoco

"PIU' NE PRENDI PIU' AUMENTANO"- La lotta al cinghiale è complicata come abbiamo visto dalle caratteristiche della specie. Giancarlo Ferron descrive molto bene le difficoltà che si incontrano nel momento in cui ci si mette alla ricerca di questo animale: "Il cinghiale è un animale difficilissimo, isolato, non gerarchico, che si muove in piccoli gruppi ma il più delle volte da solo e non segue percorsi identificabili. Abbiamo fatto tanti appostamenti ma il più delle volte abbiamo avuto soltanto la sensazione di un'ombra che appariva appena nel buio per dileguarsi subito dopo sfuggendo ad ogni intercettazione. Oltre tutto ha una capacità riproduttiva straordinaria, una femmina può partorire anche una dozzina di piccoli e nel frattempo quel che puoi fare è arrivare a catturare qualche decina di individui. Nel Parco dei Colli Euganei hanno organizzato un'operazione intensa che ha permesso di catturarne tanti, ma i cinghiali aumentano sempre di più e la situazione in quell'area è diventata molto difficile perché aumentano anche i danni alle colture e quindi il danno economico. L'evoluzione di questo problema è dovuta al fatto che sono stati immessi incroci tra animali di provenienza diversa, dalla Maremma e dal centro Europa, ma anche con maiali, il che ha provocato le premesse per una diffusione sempre più forte. Oggi siamo di fronte ad una realtà sotto gli occhi di tutti: ce n'è dappertutto dal Grappa, alla Valdastico, al Basso vicentino, ai Colli Berici, al territorio di pianura nella cintura di Vicenza. Qualche università sta studiando i rimedi possibili per cui agendo su fasce di età diverse e sulle femmine si otterrebbero risultati di una certa entità. Ma è chiaro che quando si porta la teoria alla pratica della cattura di un cinghiale ci si trova di fronte ad un momento difficile, cioè la notte, ad una visibilità problematica, ad animali che compaiono per qualche istante e che non permettono di stabilirne nè la misura nè il genere nè l'età. Il vero problema è l'uomo che dove mette le mani provoca danni irreparabili. I cinghiali non hanno un predatore che ne possa limitare il numero...”.

Cinghiali: ora si sta davvero giocando col fuoco (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)L'ALLARME DELLA COLDIRETTI- La Coldiretti provinciale, infine, commenta così la situazione che si è creata a causa dell'invasione di cinghiali, fatto che comporta per molti associati danni economici non indifferenti alle colture: “La diffusione di cinghiali nel Vicentino interessa prevalentemente i Colli Berici, provenendo dai limitrofi Colli Euganei e l’Altopiano di Asiago. In altre zone questi animali selvatici sono presenti, ma con una diffusione che, almeno al momento, non sembra destare preoccupazione. Naturalmente, però, va considerato che i cinghiali sono animali pericolosi per l’uomo e capaci di fare danni ingenti alle coltivazioni, al punto tale da radere al suolo interi ettari di colture, azzerando le fatiche fatte dagli agricoltori e vanificando il loro lavoro, mettendo in crisi un’economia, quella del settore primario, fortemente legata al territorio. È indispensabile una gestione controllata di questi animali su tutto il territorio regionale, in particolare nelle province in cui sono maggiormente diffusi. Evidentemente la collaborazione dei Comuni è determinante in tal senso. I sindaci, infatti, hanno facoltà di predisporre un’ordinanza in materia che contenga misure concrete da attuare subito. Si tratterebbe di un atto che andrebbe a tutelare non solo le proprietà pubbliche e private, ma anche le persone, visto che gli ungulati si possono spingere fino in pianura e possono creare problemi di igiene e di sicurezza. È fondamentale il supporto della Polizia provinciale, eventualmente coadiuvata da quella municipale e dalle altre autorità competenti, nell’esecuzione delle ordinanze comunali che saranno emesse, ponendo sempre al primo posto la sicurezza della popolazione”.

In conclusione il quadro pare abbastanza preoccupante: apparentemente la ricetta salva tutto non c'è e intanto i cinghiali aumentano a dismisura. È un po' come dire che, si procedesse a un ripopolamento dei lupi, potrebbero far fronte a dei numeri così debordanti? Sempre ammesso che sia davvero possibile rivedere i lupi dalle nostre parti. Abbiamo visto che fine sta facendo l'orso, chiamato a gran voce e poi fatto fuori senza pietà perché si procura da mangiare in qualche malga o difende i piccoli dalla vicinanza eccessiva di qualche ignaro cercatore di funghi. Forse bisogna tornare davvero al concetto del controllo degli allevamenti. Se le doppiette possono dare una mano, bene, ma la soluzione non può essere concentrata soltanto su di loro.

 

nr. 32 anno XX del 12 settembre 2015



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