NON SOLO LOFOTEN: ORA C'È ANCHE OSLO- Il discorso di Righi prosegue mettendo in risalto altre due novità fondamentali di questo lavoro di collegamento con la Norvegia e con l'Europa. Non solo le isole Lofoten, vera patria del formidabile export della materia prima, cioè il bacalà essiccato che diventa ricetta "alla vicentina". Ora si aggiunge anche Oslo, la capitale, ad approfondire ancora di più ed anche a livello istituzionale il legame in atto da quasi trent'anni. Perchè Oslo? Righi risponde così: "È sicuramente un salto di qualità sotto il profilo dei rapporti anche politici e culturali che ci abbiamo tenuto a fare proprio perchè è nel cuore della Norvegia che certi dialoghi riescono meglio e si completano. Con la regione del Nordland abbiamo rapporti ormai saldissimi e di lunga data, ma ci pareva che passare ad un dialogo diretto anche con il governo norvegese fosse qualcosa di ancor più promettente; e difatti la risposta è stata perfetta perchè abbiamo potuto presentare il nostro lavoro anche di fronte alle istituzioni norvegesi. Abbiamo avuto un uditorio affollato, attentissimo e una grande accoglienza. Se qualcuno a Oslo non aveva ancora sentito parla del bacalà alla vicentina e della Via Querinissima, ora sa tutto quel che occorre. Proprio da questo incontro è venuta la sostanziale approvazione per la Via Querissima, aspetto per noi molto importante rispetto alla globalità del lavoro che stiamo svolgendo da anni. Una volta che la Norvegia avrà ufficialmente approvato il progetto arriverà nel suo complesso anche l'Europa ed è quanto cercavamo". A completamento c'è anche la promessa di Poste Italiane di stampare una serie nazionale di francobolli che celebrano il bacalà e la Via Querinissima. Il progetto partirà tra due anni e si allungherà fino al 2019 con l'idea che poi questa serie potrà passare dalla misura nazionale a quella più estesa che interessa la diffusione internazionale.
"VIENE VALORIZZATO IL TERRITORIO"- Il lavoro febbrile che accompagna l'organizzazione delle giornate norvegesi a Sandrigo si rinnova allo stesso modo ogni due anni e ogni volta c'è qualcosa in più di cui parlare. Quanto contribuisce tutto questo al turismo? Fausto Fabris, presidente della Proloco di Sandrigo dice che inevitabilmente si forma una catena capace di trascinare tutto, dai servizi al turismo, dall'apprezzamento di un piatto unico al mondo agli aspetti culturali e storici che coinvolge: "Non so dire, e nessuno può farlo, di che misura sia il contributo che si dà al turismo e all'arrivo di nuovi visitatori nella nostra provincia. Certo è che quella vecchia idea dell'avv. Benetazzo è ora diventata un qualcosa di importante che coinvolge il territorio di tutta la provincia e smuove l'attenzione di grandi quantità di persone. Se al di fuori di queste giornate arrivano comitive in pullman da tutta Italia che hanno come approdo i nostri ristoranti bisogna dire che questo particolare ha un significato preciso. Vuol dire andare nettamente oltre l'occasione della festa per spaziare in una dimensione più ampia che non ha più soltanto Sandrigo come obiettivo, ma che si rivolge invece proprio al territorio nel suo complesso. E dal momento che il territorio vicentino offre spunti turistici, storici e culturali di prim'ordine, non posso non pensare che il nostro lavoro dia una mano anche all'incremento del movimento turistico. Non è un mordi e fuggi: per quanto attraente e gustoso sia il nostro piatto tipico, c'è molto altro da assaggiare e vedere per soddisfare la curiosità. Storia, arte, paesaggio: nel vicentino c'è di tutto ed è per questo che anche senza numeri a disposizione sono convinto che contribuiamo al turismo. Per questa settimana abbiamo pensato a qualcosa di totalmente nuovo: oltre al bacalà, un menù per i più giovani con piatti alternativi ed una giornata dedicata a Bacco e Bacalà, come dire il modo per conciliare col buon vino il piatto tipico. C'è anche una sfilata in costume con i figuranti del Doge Foscari e del Capitan Querini, che servirà oltre al richiamo storico anche a fare da cornice alla nomina di alcuni nuovi Confratelli. Abbiamo tra gli ospiti anche il ministro norvegese della pesca. Questo aumenta il prestigio della manifestazione, l'ultimo ministro era stato qui sette anni fa. Dovremo prima o poi pensare anche allo spazio della piazza, che non basta più, ma questo non è il momento perchè si tratta di una decisione davvero molto complicata...".
AL DI LA' DEL MANGIARE E DEL BERE...- È chiaro che siamo oramai molto oltre la semplice motivazione iniziale di queste giornate norvegesi a Sandrigo. Se l'iniziativa di Benetazzo era appunto quella di introdurre il discorso e di fare poi un qualcosa in perpetuo sviluppo, bisogna dire che il bersaglio è stato centrato in pieno. Gli obiettivi hanno da tempo superato le ipotesi in premessa, ora non è più soltanto questione di celebrare come è giusto un piatto tipico ed unico come il bacalà alla vicentina, ma è il momento giusto per allungare il progetto agli sviluppi europei e in genere internazionali ai quali arrivano risposte decisamente positive. Un sostenitore di questa tesi è uno chef di prima categoria come Antonio Chemello. Il piatto non si tocca, è unico, dice, ma "io sono davvero convinto che con quel che stiamo facendo come Confraternita per pubblicizzare la ricetta attraverso le iniziative che hanno preso corpo negli ultimi anni si sta in realtà lavorando anche per la notorietà di Vicenza e di tutta la sua provincia. L'ho potuto constatare pochi giorni fa quando col il presidente Righi siamo andati a presentare il progetto della Via Querinissima a Oslo. Le porte sono spalancate, la festa è arrivata a 27 anni dalla fondazione, i nostri interlocutori non sono più quelli di una volta che avevano magari qualche esitazione. Oggi non è più così, ci troviamo di fronte ad esponenti governativi e ad operatori del turismo internazionale che sanno già di cosa stiamo parlando, conoscono la nostra provincia, la apprezzano; anche attraverso il messaggio passato al mondo con l'arte palladiana questa provincia è conosciutissima e piace, siamo invitati dappertutto perchè siamo in grado di presentare qualcosa di più che un'abitudine culinaria per quanto tradizionale. Per questo credo che siamo andati molto oltre la comunicazione che il bacalà esiste e che noi lo cuciniamo in un certo unico modo. Siamo andati molto al di là e oggi possiamo presentarci a parlare anche a nome della tradizione, della storia e della cultura vicentina nella sua globalità. Ora conoscono anche Vicenza, prima parlavano di un Veneto che pareva connesso soltanto a Verona e Venezia".