NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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In moto è bello, ma si continua a morire troppo

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In moto è bello, ma si continua a morire troppo

GUARD RAIL, COMINCIARE DA LI'- Non tutto ovviamente va addebitato alle distrazioni o al senso di eccessiva sicurezza che rende spericolati di fronte ad una eventualità molto sfavorevole come un incidente in strada: ci sono sul tappeto anche altre questioni. Messe in fila, come dice lo stesso Stefano Paccagnella, formano un progetto non attuato o attuato alla rovescia che si potrebbe utilizzare come deterrente, come mezzo educativo o di rimedio. Cominciamo col dire che tutti i motociclisti debbono ancora capire per quale ragione è stata scelto di cambiare i guard-rail su tutte le strade: “Hanno creato un problema supplementare perché il vecchio guard-rail era formato da due strisce sovrapposte e non allineate mentre il nuovo è un elemento compatto che si oppone con tutta la forza a chi lo urta. Chiaro che in questa nuova condizione il motociclista che vada a sbattere contro questa barriera non ha scampo. Per dire che la fatalità molto spesso si somma a situazioni obiettive della strada e tutte assieme provocano poi i guai che vediamo nelle statistiche. Credo che uno dei mezzi per attenuare questa situazione potrebbe venire da un'operazione diretta alle scuole: bisogna insegnare ai ragazzi il comportamento in strada e anche come si guida”. La sensibilizzazione e le iniziative didattico-tecniche dirette ai più giovani in qualche misura sono già state sperimentate e sono già in atto anche se i risultati sono sempre abbastanza scarsi, anche perché mancano gli spazi adeguati per fare corsi sia teorici che pratici e mancano anche le piste, quelle stesse piste sulle quali il motociclista medio potrebbe andare a sperimentare il proprio talento senza diventare un proiettile vagante. Ma anche su questo fronte qualcosa che non va c'è: la Federazione motociclismo aderente al CONI poteva dare il patentino a 120 euro, più tutta una serie di vantaggi per chi partecipava ai corsi, mentre l'esclusiva data alle autoscuole ha fatto salire il prezzo a 700 euro e chiuso tutto il progetto precedente.

In moto è bello, ma si continua a morire troppo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)PATENTATI DA 120 A 700 EURO- È il quadro che fornisce Emiliano Barban presidente della Federmotociclismo. Dopo quella decisione ho la sensazione che non ci siano orientamenti favorevoli alle attività di questo sport: quando potevamo fare i corsi per il patentino mettevamo a disposizione un furgone per il trasporto dei mezzi dove si provava, oggi evidentemente tutto questo non c'è più. In compenso bisogna tener conto del fatto che le scuole verso cui bisogna dirigersi per fare vera didattica non hanno mezzi, che un qualsiasi sponsor anche minimo è difficile da trovare. Poi c'è la questione del guard-rail sotto cui ci si incastra facilmente e senza scampo, mentre prima capitava di avere la fortuna di passare dall'altra parte senza conseguenze letali; l'ho segnalato alla Regione e spero che ci pensino. Come ho detto, non c'è molta simpatia per chi va in moto e non so perché: sui Colli, dove più volte abbiamo cercato di organizzare manifestazioni, fa più danni una moto oppure i trattori? E l'Alta Via dei Berici che ha ricevuto 700mila euro di contributo pubblico in che cosa consiste visto che passa su percorsi già esistenti ed ha richiesto di posizionare qualche cartello indicatore? Per noi ci sono ostacoli di ogni genere anche se dove andiamo, quando possiamo andarci, lasciamo la zona più pulita di come la troviamo. Qualcuno si è accorto di tutto questo come quando in luglio siamo andati ad Arcugnano con una manifestazione che ha richiamato tremila persone; ma il sindaco di Villaga contrariamente ai suoi colleghi della zona non era d'accordo e ci siamo ritrovati ancora una volta di fronte ad un muro invalicabile. Aggiungo però che queste attività noi le facciamo dappertutto anche a livello regionale e internazionale, non si sa perché qui no: dalla Slovenia alla Repubblica Ceca troviamo sempre spazi adeguati e situazioni favorevoli. Qui da noi, a parte gli ostacoli che ci mettono sulle strade gli agricoltori, come le barre delle falciatrici o altro ancora, non ci sono spazi adeguati, non ci sono piste per le moto, non c'è alternativa a quella di andare in strada. Siamo tutti delusi, ma continuiamo a provarci...”.

In moto è bello, ma si continua a morire troppo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)SCUSI, LA PISTA COSTO DOV'È?- La domanda viene rivolta una domenica mattina al presidente dell'ACI Walter Bizzotto. Il motociclista ha avuto indicazioni precise perlomeno per arrivare in zona, poi se sui può correre in pista, meglio... Un episodio come tanti. Testimonia che il senso della misura è andato largamente annacquandosi man mano che l'uso delle strade ritenute più favorevoli alla competizione si è diffuso senza rimedio. Perché non c'è rimedio salvo qualche colonnina antivelocità o un'auto della polizia che da sola può fare da deterrente. Il fatto è che la... pista Costo è largamente popolare e continua ad essere meta di incontri e gare con targhe di mezza Italia. Ma il problema è naturalmente molto più grave perché ha come sfondo una faccenda legal-culturale di prima grandezza. Lo sottolinea proprio il presidente dell'ACI: “Non c'è cultura della sicurezza e del comportamento in strada anche se chi ne ha competenza fa quel che può; non ci sono piste come in Emilia e Romagna dove si possono scaricare tutte le energie di questo mondo perché il motociclista può correre con tutte le garanzie possibili; e poi c'è un altro problema a cui non si cerca neppure lontanamente di trovare un rimedio: ci avete pensato che chiunque, io compreso, può comprarsi una moto da 200 all'ora? Basta che ne abbia la possibilità economica, il resto non conta: nessuno gli chiede se l'ha mai guidata, nessuno si interessa di come va a finire la questione e soprattutto nessuno si preoccupa di istruire il neo centauro nel caso che sia alla prima esperienza. È possibile che si possa passare direttamente dal ciclomotore ad una supermoto da corsa, di poco inferiore di potenza a quelle dei professionisti soltanto in virtù di un contratto commerciale? La risposta è sì e credo che sia proprio questa la ragione per la quale ogni giorno leggiamo di qualche ragazzo che muore in strada. Bisogna davvero ripartire dall'inizio, dalla cultura dell'informazione e della sicurezza in strada. L'ACI non può più svolgere questa funzione perché è diventato notaio dei motori, ma qualcuno ci dovrà pensare seriamente”.

 

nr. 34 anno XX del 26 settembre 2015

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