NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Omicidio stradale: pronta la legge, ma non basta

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Omicidio stradale: pronta la legge, ma non basta

Valter Bizzotto, presidente Aci Vicenza: «Nessuna presa di posizione, ma non vorrei che quello stradale diventasse un omicidio volontario come gli altri»

Omicidio stradale: pronta la legge, ma non basta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Sul tema abbiamo sentito anche Valter Bizzotto, presidente dell'Automobile Club d'Italia di Vicenza, libero professionista ed ex imprenditore, che sull'argomento interviene per la prima volta in assoluto. «In effetti è una tema che non ho mai affrontato con la stampa - spiega Bizzotto - e devo dire che mi viene difficile dire prendere una posizione precisa, ossia di essere contrario oppure no. Nello stesso tempo mi sento però di dire che l'attuale legge, pur con tutti i limiti, provvede a punire questi reati in maniera comunque severa. Con la nuova normativa non vorrei che l'omicidio stradale diventasse un reato volontario, come lo sono gli omicidi nel vero senso della parola. Fermo restando che poi ogni caso verrà analizzato dai giudici nel contesto in cui è avvenuto, mi viene difficile pensare che qualcuno possa mettersi alla guida di un'auto con la "volontarietà" di compiere un incidente, quindi di fatto essere considerato un assassino».

Nell'ambito di una discussione comunque accesa il presidente Bizzotto ha un pensiero di riguardo rivolto soprattutto ai neo-patentati. «Nella mia vita sportiva - assicura - la priorità ha sempre riguardato i giovani e a loro penso anche in questo contesto. Non vorrei che un cattivo uso dell'automobile da parte dei 18enni, 19enne e 20enni possa portarli a commettere degli errori che poi, alla luce della nuova normativa e dei processi che ci saranno, possa colpevolizzarli in maniera troppo pesante. La mia esperienza di vita è emblematica in tal senso: posso dire che nel primo anno in cui ho avuto la patente di guida ho rischiato di più la vita che nei successivi 50 anni messi assieme. Ecco  perché sono convinto che i giovani vadano aiutati e condotti per mano».

Bizzotto è convinto della necessità di sostegno ai giovani. «Con la mia direttrice dell'Aci Vicenza io insisto sempre per andare nelle scuole e quando possibile lo facciamo con i piloti,  perché questi sono dei simboli e i ragazzi li seguono maggiormente. Il problema è che nelle nostre scuole non c'è più, come materia, l'educazione civile, quindi sarebbe fondamentale insegnare l'educazione stradale. Non dimentichiamoci che le macchine di adesso sono più sicure rispetto a quelle del passato, ma in ogni caso i giovani devono rendersi conto che in certi casi le auto possono diventare dei "proiettili che possono uccidere».

 

Miki Biasion, ex campione mondiale di rally: «Doveroso rivedere i test di guida ma si potrebbe ogni cinque anni obbligare tutti i patentati a un corso di aggiornamento»

Omicidio stradale: pronta la legge, ma non basta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Nel dibattito sull'ormai prossima nuova legge che riguarda l'omicidio stradale e il reato di lesioni personali stradali abbiamo coinvolto anche Massimo "Miki" Biasion, attualmente pilota di rally raid, ma soprattutto due volte campione del mondo rally (nel 1988 e nel 1989). «Premetto che su questa nuova legge sono abbastanza d'accordo - esordisce il driver di Bassano del Grappa - in quanto era doveroso dare una "regolata in giro" visto quando sta accadendo, anche se poi ogni caso dovrà essere studiato per bene dai giudici. Tuttavia ben venga un aggiornamento della normativa ma con la speranza nel contempo che la gente impari a guidare meglio e ad imparare il codice della strada».

Per Miki Biasion il problema principale parte dal basso, ossia già dagli esami di guida. «Se partiamo dal presupposto che bisogna puntare sulla prevenzione, allora diciamo che va rivista un po' tutta la normativa a livello di patente, che è poi quel pezzo di carta che ti consente di metterti al volante. Per quanto riguarda l'esame orale, bisogna rivedere i quiz, ci sono ancora domande assurde e ormai non più adeguate alla realtà. Ma soprattutto bisogna rendere gli esami di pratica più difficili e selettivi, adesso non lo sono. Ma c'è un cosa ancora più importante che personalmente istituirei subito, ossia quella di corsi di aggiornamenti obbligatori, magari ogni cinque anni, per tutti i patentati, che abbiamo 30 o 70 anni, da svolgersi in maniera rapida, in mezza giornata: questo  perché in questi anni il codice della strada è mutato tante volte così pure sono sorte le rotatorie e nuove circonvallazioni, che parte degli automobilisti non ha ancora imparato ad affrontare. Di fatto chi adesso ha 70-75 anni, ha fatto l'esame di guida mezzo secolo fa e poi più nulla, ma lo stesso discorso vale anche per i quarantenni e i cinquantenni».

L'ex campione del mondo di rally è stato coinvolto nelle ultime settimane, assieme ad altri colleghi, nel progetto della pista di "Guida sicura" che dovrebbe sorgere in località Ghisa a Montecchio Maggiore, lungo la statale 246, ai confini con il comune di Trissino. «Sono molto favorevole ad un progetto simile - conclude Biasion - anche  perché si parla della creazione di un centro di riferimento sia a livello nazionale che internazionale: sono convinto che la disponibilità di provare in pista consenta di guidare nelle situazioni di emergenza, che non vengono imparate nelle scuole: penso ad esempio in condizioni di bagnato o magari quando ti trovi come ostacolo un animale. Sono convinto si salverebbero molte vite».

 

nr. 40 anno XX del 7 novembre 2015



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