NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La Protezione civile e il cerino del sindaco

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La Protezione civile e il cerino del sindaco

E POI GLI ALPINI, TANTO PER CAMBIARE…- Se parliamo di quadro totale non si può ignorare che esiste una organizzazione nell’organizzazione in grado di muoversi autonomamente e in perfetta efficienza intervenendo dove serve intervenire senza pesare sulla realtà che si va a soccorrere e che ha già i suoi problemi; parliamo ovviamente degli alpini dell’ANA che hanno creato da molto tempo una propria sezione di protezione civile. La gestisce Roberto Toffoletto: “All’ultima esercitazione abbiamo partecipato con 20 uomini avendone altri 70 di riserva; la sezione è composta da 500 alpini che hanno partecipato ai corsi della Provincia diventando in molti casi essi stessi istruttori tanto che oggi sono una quarantina di cui 30 accreditati presso la Regione Veneto. Il nostro modo di muoverci è il solito, l’organizzazione l’abbiamo e la mettiamo a disposizione del coordinamento provinciale, è chiaro però che ancora c’è bisogno di un perfezionamento della normativa che con la vecchia legge non si riesca a raggiungere. La logistica va corretta e debbono farlo a livello regionale e nazionale. Non ci possono essere ancora diversità sostanziali tra quel che occorre e quel che succede: se all’ANA chiedono un intervento per qualsiasi motivo in una certa zona noi rispondiamo: se nel frattempo il lavoro di coordinamento ha faticato a recepire lo stesso allarme noi nel frattempo siamo partiti e può succedere che in questo modo si tolgano potenzialità di organico ad una zona che ne ha bisogno per darle ad un’altra che magari ne ha meno bisogno, ma è l’informazione giusta e tempestiva quella che risolve questi problemi eliminando ogni incertezza. Poi c’è la questione del rapporto tra il volontario che lavora e il suo datore di lavoro, ma in genere si chiarisce tutto perché la legge c’è e se un’azienda risente troppo dell’assenza di una persona si trovano soluzioni di buon senso che finora non sono mai mancate. La grande azienda non ha questi problemi, ma il piccolo laboratorio artigiano sì: lo dico anche da imprenditore, si riesce sempre a trovare una soluzione e alla fine il volontario arriva ad essere dove serve e quando serve”.

La Protezione civile e il cerino del sindaco (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)UN RIMBORSO? ANCHE TRE ANNI E PIÙ- A proposito del rapporto dipendente/datore di lavoro c’è una bellissima statistica che arriva a spiegare fino in fondo quali siano davvero gli intoppi provocati dalla lentezza della burocrazia. Quando decidete di offrire il vostro contributo volontario ad una associazione quel che fate subito è andare in Comune ed iscrivervi. Da quel momento dovete seguire un corso di istruzione o di formazione che vi permette di essere inserito nell’organico di una associazione o del medesimo Comune di vostra residenza ed aspettare semplicemente che per una emergenza chiedano il vostro aiuto. È a quel punto che comincia un cammino scandito dai tempi della burocrazia, un meccanismo mostruoso del quale non si capisce la fondatezza e che pure agisce immancabilmente senza perdere un colpo. Nel capitolo che segue ci sono tutti i particolari che riguardano l’assenza dal lavoro per questione, ma qui ricordiamo che il vero problema nasce tra un dipendente ed il suo datore di lavoro: il dipendente si trasforma in volontario e il datore di lavoro lo perde per un certo periodo anche molto breve. Che cosa vuol dire? Che il datore di lavoro acquisisce il diritto ad un rimborso per la mancata presenza del dipendente al quale paga regolarmente lo stipendio. Il rimborso si chiede alla burocrazia e la burocrazia prima di rispondere ci mette la bellezza di tre o quattro anni. Immaginate con quale entusiasmo un qualsiasi imprenditore già vessato quel che serve da obblighi e tasse accoglie questa sua nuova posizione di creditore nei confronti della pubblica amministrazione. Un ottimo testimone? Gianfranco refosco, segretario generale della CISL provinciale: “La prassi è che il datore di lavoro libera il dipendente ed entra nel meccanismo del rimborso che non arriva. Noi come CISL abbiamo constatato che il ritardo è sempre molto rilevante, pensate che per la nostra attività di patronato sindacale per l’assistenza sociale stiamo ancora aspettando che vengano regolati i conti dalla Regione che riguardano il 2012. Mi hanno assicurato che arriveranno prima della fine dell’anno, ma siamo già in dicembre…”.

ASSENZE DAL LAVORO E COMPENSI- Per concludere, parliamo delle regole che quidano il rapporto tra lavoratori, dipendenti o autonomi, e la burocrazia. Il quadro che segue è sul sito di Labitalia, e contiene la descrizione della posizione contrattuale di un volontario che presta la sua opera per eventi coperti dalle squadre di soccorso e protezione civile:

I volontari della Protezione Civile che partecipano a opere di soccorso in caso di calamità naturali o catastrofi e anche alle attività di addestramento e simulazione, pianificate dall'Agenzia Nazionale per la Protezione civile o dalle altre strutture istituzionali, hanno diritto al mantenimento del posto di lavoro, pubblico o privato; al mantenimento del trattamento economico e previdenziale da parte del datore di lavoro e alla copertura assicurativa secondo le modalità previste dalla legge. Lo ricorda la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nella circolare n. 4 del 28 febbraio 2012.

Il datore di lavoro deve consentire l'impiego del volontario per un periodo non superiore a 30 giorni consecutivi e fino a 90 giorni nell'anno. Per le attività di simulazione i limiti sono 10 giorni consecutivi e 30 nell’anno, e per emergenza nazionale i termini sono rispettivamente di 60 e 180 giorni.

L'onere della retribuzione è a carico del fondo per la retribuzione civile. Il datore di lavoro deve avanzare richiesta di rimborso all’Autorità della Protezione civile competente nei due anni successivi al termine dell’intervento, dell’esercitazione o dell’attività di formazione.

Analogamente, ai volontari lavoratori autonomi impiegati in attività di protezione civile, che ne fanno richiesta, è corrisposto il rimborso per il mancato guadagno giornaliero nel limite di 103,29 euro al giorno.

I lavoratori appartenenti ad organizzazione di volontariato hanno diritto, compatibilmente con le esigenze organizzative aziendali, a un regime di orario di lavoro 'flessibile’. La disciplina non si applica a chi svolge attività di volontariato in modo occasionale, ma solo a chi la esercita nell'ambito delle associazioni di volontariato.

Anche i volontari del corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico del Cai hanno diritto di assentarsi dal lavoro nei giorni in cui si svolgono le operazioni di soccorso alpino e speleologico e le relative esercitazioni (legge n.162/92).

Ai volontari che siano lavoratori dipendenti compete l'intero trattamento economico e previdenziale per i giorni di assenza ( l'avvenuto impiego del volontario è certificato dal sindaco del comune dove ha operato). La retribuzione è corrisposta dal datore di lavoro che ha la facoltà di chiederne il rimborso all'istituto di previdenza cui il lavoratore è iscritto.

I volontari che siano lavoratori autonomi, al fine di percepire l'indennità prevista dal comma 3 dell'art. 1 della legge 18 febbraio 1992, n. 162, per il periodo di astensione dal lavoro, debbono farne richiesta all'ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione competente per territorio. La domanda deve essere inoltrata, a pena di decadenza, entro la fine del mese successivo a quello in cui il volontario ha effettuato l'operazione di soccorso o l'esercitazione”.

 

nr. 44 anno XX del 5 dicembre 2015



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