NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Quando i signori finiscono in un libro

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

facebookStampa la pagina invia la pagina

Prando Prandi

Tra il serio e il faceto... allora Vicenza è davvero una città di Signori? Ma il detto non recitava che erano i veneziani i gran signori?

"Ribadisco di buon grado quanto ho scritto nella prefazione del libro: il titolo è stato scelto per rendere merito a personaggi appartenenti a vari ambiti, scelti non perché signori di censo ma perché autentici signori nel possedere qualità fuori dal normale: tempra, costanza, genio, abnegazione, visione proiettata nel futuro, ampiezza culturale. Insomma, a mio avviso, signori si nasce e non si diventa, proprio poiché dotati da Madre Natura delle qualità sopraelencate. È vero: nell'accezione comune i veri gran signori sono quelli veneziani. Ma si tratta di uno stereotipo. Sono fermamente convinto che tante città del Veneto nascondano in realtà decine di autentici signori, forgiati dalla vita e dalle vicende personali".

Hai fatto una carrellata ampia di personaggi vicentini illustri: c'è il rischio che qualcuno si senta escluso? E a costoro cosa diresti?

Prando Prandi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"La scelta dei personaggi da inserire è stata davvero difficile, preso dalla responsabilità di non lasciar fuori nessuno e consapevole del resto che fosse una impresa impossibile. A comandare comunque alla fine è stato il numero di pagine imposte dall'editore. Non potevo superare quota 480 e ho dovuto giocoforza limitare la scelta. So per certo che dopo l'uscita del libro nelle librerie molti si sono sentiti esclusi e molti hanno sollevato perplessità su alcuni dei nomi inseriti. La galleria di personaggi proposta non rappresenta, tengo a precisarlo, una classifica di merito. Convinto come sono che esistono ancora tanti personaggi di Vicenza e della sua provincia da mettere sotto la lente di ingrandimento raccontando la loro storia. Il taglio giornalistico di questo mio libro trova stimolo proprio dall'ampiezza di profili da trattare e approfondire. In prospettiva dunque preferisco aggiungere un uno idealmente al titolo, convinto che in futuro potrà uscire un Signori 2. Che renderà certamente orgogliosi altri cinquanta vicentini e sicuramente scontenti altri cinquecento...".

Puoi raccontarci un aneddoto significativo emerso dalle tante interviste ai personaggi vicentini?

"Più che raccontare un aneddoto mi piace sottolineare la grande disponibilità offertami dalla maggior parte dei personaggi intervistati, che nel pensiero comune possono risultare inarrivabili e che anche per me, giornalista poco noto a Vicenza, parevano in effetti tali. Confesso che da quando mi cimento in questo filone mi pongo consapevole, chiedendo l'intervista a personaggi sempre più amati e famosi, celebri e titolati, nella condizione di sfidare me stesso nell'arrivare al mio obiettivo. Così essere riuscito ad intervistare a cuore aperto Baggio, Rosso, alla pari del dottor Frigiola o di Cracco ha avuto per me anche questa volta ha avuto un sapore particolare. Li ho ringraziati tutti i miei interlocutori e assieme a loro ringrazio indistintamente tutte le loro gentilissime segretarie che con grande pazienza hanno creato i presupposti per i miei incontri".

Da trevigiano puoi essere "imparziale"... qual è il pregio maggiore di Vicenza e quale il difetto?

"Parto dal difetto, perché rappresenta il presupposto fondamentale che ha dato spinta a questo mio filone iniziato a Treviso con Sua Eccellenza, proseguito ad Asolo con La mia Asolo ed approdato a Vicenza: i veneti in senso ampio non amano le luci della ribalta, non amano mettersi in mostra, stanno fin troppo volentieri nelle retrovie. In una società nella quale sembra contare più l'apparire che l'essere, stare nella penombra equivale a mio avviso a rinunciare a proclamare con fierezza i propri meriti, le proprie qualità. Assumendo i contorni di un difetto. Da veneto ho voluto rendere merito alla grandezza della gente di casa nostra. Che non ha proprio nulla da invidiare a coloro che dominano - spesso impropriamente - la scena italiana. Una sorta di fierezza campanilistica che ha il sapore di un atto dovuto. Il maggior pregio è legato a doppio filo proprio al maggior difetto: i vicentini amano essere molto concreti e ad arrivare, come indole comune dimostra, diritti alla meta. Senza curarsi troppo del giudizio altrui ma convinti di arrivare prima o poi all'obiettivo che si prefiggono. Una dote che permette a molti di loro di arrivare a risultati impensabili altrove".

Dopo Treviso, Asolo e Vicenza, hai in mente di allargare il progetto ad un'altra città veneta e quale?

"Il progetto è in sé intrigante e le buone vendite raggiunte in libreria mi spingono in realtà a pensare che sono appena all'inizio di un cammino lunghissimo. Credo che semmai verrà il tempo di un altro libro a breve continuerò a dedicare attenzione alla Vicenza che professionalmente mi ospita e alla quale mi sento davvero legato. È un amore relativamente recente, per me che ho lavorato in giro per il Veneto. Che va ripagato magari con un “Signori 2” dedicato a chi non è entrato nelle pagine del primo. Quindi in vista di possibili progetti vanno considerati gli aspetti anche logistici. Abitando a Treviso, lavorando a Vicenza, è davvero impensabile spingermi geograficamente molto oltre un sostenibile raggio di azione. Chissà, quando il governo si deciderà a riconoscere a me come agli altri che come me han varcato quota sessanta, la possibilità di andare in pensione per riprendersi i propri soldi - che considero un diritto e non una concessione - magari penserò ad un libro sui personaggi della mia città natale, Trieste, che porto nel cuore perché ci ho vissuto per molti anni. Per poter mettere nella mia personalissima bacheca tanta gente illustre che stimo ed apprezzo".

 

Prando Prandi è nato a Trieste nel 1953. Trasferitosi a Treviso nel 1967, ha coltivato la passione per il giornalismo al quale si è dedicato fin da giovanissimo. Ha scritto di sport quale corrispondente de La Gazzetta dello Sport per vent'anni, collaborando ai quotidiani Il Gazzettino, Il Piccolo di Trieste e la Tribuna di Treviso. Ha dato vita a vari libri sportivi: nel 1978 Cento mete da leoni, nel 1983 Rugby da campioni, nel 2000 Arbitri di Marca, nel 2010 Quarto tempo, nel 2011 Lo scudetto rosa. Nel 2012, uscendo dall'ambito sportivo, ha iniziato a dedicare le proprie attenzioni alla realtà veneta, raccontata attraverso le pagine di Sua Eccellenza, il libro dedicato ai trevigiani illustri. Nel 2014 ha scritto La mia Asolo, la storia del piccolo centro trevigiano narrata dai suoi personaggi di ieri e di oggi. Impegnato per molti anni nella professione di tutti i giorni come dirigente e consulente di marketing a Vicenza e provincia, ne propone ora una fedele fotografia attraverso le storie dei suoi personaggi più noti.

 

nr. 44 anno XX del 5 dicembre 2015

 



« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar