NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Ad Asiago la chiusura dello Iat è una "tragedia"

Il capoluogo altopianese che, come gli altri comuni montani vive di turismo, rischia di pagare a caro prezzo il taglio di un servizio indispensabile: il comune è corso ai ripari. I chiarimenti dell'assessore regionale Caner

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Ad Asiago la chiusura dello Iat è una "tragedia"

(C.R.) Una chiusura che è stata definitiva, a livello economico e progettuale, una "tragedia" non solo per Asiago ma per l'intero Altopiano dei Sette Comuni. Stiamo parlando dello Iat, ossia l'Ufficio informazioni e accoglienza turistica che, come si legge dallo statuto, "svolge funzioni di promozione del patrimonio turistico, paesaggistico, storico, artistico ed enogastronomico locale, anche mediante il coordinamento e il sostegno alle attività di altri soggetti istituzionali, delle strutture pro loco, delle associazioni di imprese e delle associazioni senza fini di lucro del settore". Ora tutto questo, sull'Altopiano di Asiago, di fatto non esiste più. Per questo il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto approfondire il tema salendo idealmente in quota, ma sentendo anche il parere dell'assessore regionale al turismo Federico Caner, che ci ha fornito importanti chiarimenti.

 

Roberto Rigoni Stern, sindaco di Asiago: «Situazione paradossale, si tratta di un problema normativo. Non escludo che anche noi ricorreremo alla tassa di soggiorno»

La chiusura degli Iat è stata decisa da un decreto dalla Regione Veneto con la legge finanziaria. E così mese dopo mese, nel Vicentino, sono "saltate" le varie sedi, a cominciare da Recoaro Terme, per poi passare a Bassano e Vicenza, mentre l'ultimo in ordine di tempo è stato quello di Asiago, lo scorso 30 settembre, cioè al termine della stagione estiva 2015.

Ad Asiago la chiusura dello Iat è una "tragedia" (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«In realtà il problema è soprattutto normativo - la ricostruzione di Roberto Rigoni Stern, sindaco di Asiago e già assessore al turismo, che esprime tutta la sua rabbia per un tema che gli sta a cuore - perché lo Iat altopianese era l'unico della provincia che poteva contare su personale assunto dalla Provincia, al contrario di quanto avvenuto a Vicenza e Bassano: in queste due città, che potevano contare su addetti non stipendiati dalla Provincia, è bastato chiudere la convenzione con la Regione e con lo stesso personale si è partiti dal giorno successivo dirottando i soldi ricavati dalla tassa di soggiorno. Per quanto riguarda il nostro problema è che le nostre quattro addette, due a tempo pieno e due part-time, in carico a Palazzo Nievo, sono state dirottate in altri uffici come impiegate negli Uffici del lavoro. In prossimità del 30 settembre il presidente della Provincia, Achille Variati, mi aveva detto che era disposto a lasciarmi le ragazze per il proseguimento dell'ufficio turistico, ma non ha potuto farlo per una norma ben precisa della Regione. In altre parole mi ha dato garanzie per quanto di competenza, ma nello stesso tempo alla Provincia di Vicenza, così come alle altre, sono state tolte le competenze relative alla funzione turistica».

«Per Asiago e per l'intero Altopiano - riprende Rigoni Stern con toni accesi - questo ufficio rappresenta un'istituzione ma soprattutto un servizio indispensabile, che dura da almeno 80 anni. Più che importante si tratta di un punto di riferimento assolutamente indispensabile per turisti e villeggianti, come presumo lo sia per altre città e località venete quali Venezia, Verona, Cortina d'Ampezzo e Jesolo. Da parte mia ho avuto rassicurazioni, anche scritte, da parte dell'assessore regionale al turismo, Federico Caner, al quale mercoledì mattina (9 dicembre, ndr.) ho spedito un'ulteriore lettera per fare il punto della situazione».

Il Comune di Asiago è già corso ai ripari. «In attesa di notizie dalla Regione - conclude il sindaco di Asiago - abbiamo deciso che sarà la Pro loco Asiago-Sasso a fornire informazioni turistiche per l'inverno, con apertura prevista nei week-end, ma è chiaro che questa rappresenta un'emergenza non certamente una soluzione definitiva: per il 21 dicembre ho già convocato un incontro con gli altri sindaci dell'Altopiano per trovare una soluzione comune, non escludo che ricorreremo alla tassa di soggiorno».

 

Chiara Stefani, assessore al turismo: «Abbiamo inviato una lettera alle categorie economiche: servono proposte concrete per garantire il servizio in pieno accordo»

Ad Asiago la chiusura dello Iat è una "tragedia" (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il comune di Asiago, sicuramente il più penalizzato dalla chiusura dello Iat, come detto non ha perso tempo ed è sceso in campo per trovare soluzioni alternative: oltre all'apertura di un "nuovo Iat" che ha sede sotto la loggia del Municipio, affacciata su piazza Carli e che per molto tempo è stata la sede dell'Ufficio turismo di Asiago, gestito proprio a livello comunale e poi dello stesso Iat l'estate scorsa. Ma i passi ufficiali sono stati anche altri, a conferma che nel capoluogo dell'Altopiano si sta progettando anche il futuro, magari con altre formule. Nello specifico a fine novembre è stata inviata una lettera, firmata dal sindaco Roberto Rigoni Stern e da Chiara Stefani, assessore al turismo del comune di Asiago, alle categorie economiche e alla classe imprenditoriale altopianese suggerimenti e collaborazioni per sopperire alla chiusura dell'ufficio informazioni turistiche decretato dalla Regione Veneto con la legge finanziaria.

«La nostra amministrazione - si legge nella lettera - ha garantito l'apertura di uno sportello di accoglienza e informazioni durante i fine settimana, svolgendo informazione a carattere territoriale e garantendo altre funzioni, tra cui quella della vendita dell'abbonamento skipass. In questo periodo di transizione l'apertura dello sportello si è svolta con grande difficoltà grazie all'impegno dei volontari della Pro Loco e al ricorso di risorse del solo Comune di Asiago. Tuttavia l'apertura stabile e continuativa dello sportello, indispensabile per i motivi a tutti noti, non potrà essere garantita da fine gennaio in poi dalla nostra amministrazione».

Ecco dunque la scelta di chiedere un aiuto concreto alle forze economiche altopianesi. «Nella stesso lettera - precisa l'assessore Stefani - abbiamo chiesto a coloro che hanno ricevuto la lettera di formulare proposte concrete per collaborare con il comune di Asiago al fine di mantenere l'indispensabile servizio. In mancanza di questo la nostra amministrazione valuterà la definitiva chiusura dell'ufficio come da decisione assunta dalla Regione Veneto».

Prosegue intanto il braccio di ferro con la Regione Veneto. «Nonostante le rassicurazioni dell'assessore al turismo Caner - conclude Chiara Stefani, così come precisato nella lettera - a seguito delle molteplici sollecitazioni provenienti da tutto il Veneto, non ci è stata data alcuna prospettiva futura. Ragion per cui appare necessario che le attività economiche siano direttamente coinvolte nella risoluzione della problematica».  



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