NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Ad Asiago la chiusura dello Iat è una "tragedia"

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Ad Asiago la chiusura dello Iat è una "tragedia"

Domenico De Guio, presidente Consorzio Asiago 7 Comuni: «Uffici turistici in vari comuni dell'Altopiano, ma serve un coordinamento unico: è questa l'unica strada»

 Quanto successo negli ultimi mesi ha rappresentato un passaggio storico (non certo in positivo ...) anche per quanto riguarda il Consorzio Asiago 7 Comuni, altro ente storico che non è più riconosciuto a livello regionale, ma che prosegue la propria attività con fondi locali raccolti dai comuni, attraverso una nuova società di marketing chiamata "Asiago Turismo", di cui il consorzio stesso vanta una quota a parte.

Ad Asiago la chiusura dello Iat è una "tragedia" (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«In una località turistica di spicco a livello nazionale e conosciuta in tutto il mondo come la nostra - il parere di Domenico De Guio, presidente del Consorzio Asiago 7 Comuni - non può sicuramente mancare questo tipo di servizio al turista. Se mi è consentito il paragone sarebbe come levare la reception ad un hotel: rimarrebbero le camere, la sala da pranzo e gli altri servizi, ma non sarebbe più in grado di accogliere qualsiasi cliente. Per una città come Asiago che vive quasi esclusivamente di turismo e attorno al quale esistono altre attività, si tratta di un servizio che non può mancare: in particolare il rischio è di perdere importanti professionalità, costruite a fatica nel tempo e ormai diventante un punto di riferimento».

Per il presidente De Guio si tratta di un problema che va al di là dei confini altopianesi e che riguarda anche l'apparato politico. «Tutti coloro che sull'Altopiano ci vivono, ci lavorano e possiedono seconde case pagano i tributi per avere dei servizi e ad un certo punto la Regione, per un motivo in parte misterioso, ti lascia senza questi servizi. Certo, è possibile trovare altre soluzioni, a cominciare da quella di utilizzare anche qui in Altopiano, la tassa di soggiorno, ma c'è da chiedersi dove vanno a finire i tributi che vengono pagati ogni anno».

Anche per De Guio, così come già espresso dai due amministratori asiaghesi, occorre trovare una soluzione alternativa, visto che uno stallo sarebbe deleterio. «Mai come in questa occasione - precisa - occorre unire le forze anche se talvolta c'è l'impressione che non ci sia sino in fondo la convinzione e e l'unità politica di unire quelle forze che servirebbero come traino della commercializzazione del prodotto turistico. In tal senso la dispersione è evidente allo stato attuale: ad Asiago, grazie all'amministrazione, è stato trovata una soluzione con le creazione di uno sportello turistico, così come già avviene in Municipio a Gallio, mentre a Roana il comune ha deciso di optare per punto informazione a Tresché Conca, alla fine della salita del "Costo". Il problema è che manca un coordinamento unico, capace di riunire tutte queste forze. Questa non è una gestione aziendale che guarda al futuro, abbiamo bisogno di ben altro».

 

Federico Caner, assessore regionale al turismo: «Gli Iat sono un capitolo chiuso, obbligatorio usufruire della tassa di soggiorno. E il futuro è rappresentato dalle odg»

«Gli Iat possono rimanere aperti, ma per loro la Regione Veneto non potrà più destinare risorse. E allo stato attuale mi pare che la soluzione migliore per disporre di risorse da destinare agli uffici turistici sia quella di destinare i fondi della tassa di soggiorno».

Ad Asiago la chiusura dello Iat è una "tragedia" (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Federico Caner, dalla scorsa primavera assessore regionale al turismo, va subito al nodo del problema, senza tanti giri di parole. «L'approvazione della legge finanziaria, con notevoli tagli al bilancio - precisa Caner - ci ha obbligato a scelte sofferte ma nello stesso tempo anche necessarie per far quadrare i conti. Per la verità non si è trattato di una decisione improvvisa ma di un percorso ben definito anche nei programmi e nei tempi, in modo da consentire ad enti locali e comuni di trovare le soluzioni alternative e favorire così il passaggio di testimone, per garantire la continuità degli Iat, che possono essere chiamati semplicemente uffici del turismo».

Come detto, per Federico Caner la soluzione migliore, ma forse anche l'unica allo stato attuale, è quella ricorrere alla tassa di soggiorno per autofinanziarsi. Precisa: «Mi risulta l'abbiano fatto quasi tutti: nel Bellunese qualche sindaco si era opposto, ma ora si sta convincendo che non ci sono molte altre alternative. Anche nel Vicentino, il capoluogo e Bassano del Grappa hanno subito fatto questa scelta, credo che dovrà adeguarsi anche l'Altopiano di Asiago. Quell’area di montagna vicentina vanta grandi potenzialità, soprattutto nel periodo invernale, dove per chilometri di piste da fondo è tre le prime a livello europeo, quindi sono convinto arriveranno a una decisione inevitabile che alla fine troverà d'accordo tutti».

Anche in Veneto per il turismo in Veneto c'è un nuovo organismo destinato a lasciare un segno nel futuro: si tratta degli ogd, acronimo che sta per "organizzazioni di gestione delle destinazioni turistiche". «In realtà cambia il nome - spiega l'assessore regionale - ma non certa la “mission”, ossia quella di un creare un consorzio di promozione turistica capace di coinvolgere, oltre ai comuni, anche la Confcommercio, le associazioni albergatori, le altre categorie economiche ed eventuali ulteriori enti locali, in grado di creare un unico organismo capace di unire le forze ma soprattutto di razionalizzare costi e interventi. Io sono convinto che mai come in questo momento sia necessaria un'unione di intenti e infatti per costituire le "odg" sono necessari numeri importanti legati alle attività ricettive e ai turisti. Jesolo e Bibione sono riusciti a costituirle singolarmente, mentre il comune di Treviso ha dovuto coinvolgere mezza provincia della Marca mentre a Belluno ne è stata costituita una unica per tutta la provincia. Io mi auguro che anche in Altopiano procedano in questo senso, possibilmente con un'unica odg, credo che i numeri ci siano, capace di superare campanilismi, evitando nel contempo di lavorare uno contro l'altro, spendendo ognuno risorse diverse magari con lo stesso obiettivo».

 

nr. 45 anno XX del 12 dicembre 2015

 



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