NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La Biblioteca La Vigna sotto stress: va salvata

La crisi e il disimpegno più o meno “costretto” di chi dovrebbe contribuire per statuto (Provincia, Camera di commercio e Regione, mentre resiste il Comune) stanno portando sull’orlo dell’esaurimento uno dei patrimoni culturali più importanti della città – Occorrono 40mila euro per impedire che tutto il lavoro di tanti anni finisca disperso irreparabilmente

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La Biblioteca La Vigna sotto stress: va salvata

(g. ar.)- Arriverà tra pochi mesi, in marzo, il prossimo punto di svolta che rischia di costare se non la chiusura certo una sostanziosa contrazione delle attività della biblioteca La Vigna. Mario Bagnara, che ne è presidente da poco meno di dieci anni, appunto parlando della prossima scadenza spiega che tutto sta piegando verso la conclusione di un lungo e felicissimo ciclo per lasciare il posto ad un futuro non molto chiaro e probabilmente ancor meno entusiasmante. Il pericolo è reale, le risorse per evitarlo sono scarse, le prospettive ancora meno consolanti. Bagnara dice che questa situazione era già all’orizzonte cinque anni fa, alla scadenza del suo primo mandato, e che perciò oggi le cose sono soltanto più chiare e più preoccupanti, tra l’altro con scarsissime probabilità reali di riuscire a cambiare questo stato di cose. A meno che… Riferito ad un bilancio societario, questi puntini di sospensione riassumono ovviamente l’unica via di uscita possibile e cioè un rifinanziamento dell’operazione che basterebbe per non chiudere bottega: quarantamila euro, questa è la cifra. E peraltro il tutto non va collegato alla permanenza o meno del prof. Bagnara alla presidenza perché per quanto lo riguarda aveva già dato a suo tempo qualche segnale al sindaco circa l’opportunità di continuare fino al 2016, venendo però persuaso da Variati a non lasciare l’incarico. Ora però siamo davvero al dunque, quello vero e definitivo, perché sommate le difficoltà di gestione presenti con la nuova scadenza imminente quel che se ne ricava non è certo un messaggio di speranza. Per concretizzarla, quella speranza, serve soltanto che la città si mobiliti con tutte le sue forze migliori, a partire dagli imprenditori per finire alle molte risorse anche non esattamente esplicite che se ne possono trarre.

La Biblioteca La Vigna sotto stress: va salvata (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)SENZA GARANZIE DAI GARANTI- Il problema principale è quello della riduzione che alcuni degli enti da sempre postisi a garanti della vita e dell’esistenza fattiva de La Vigna hanno applicato al proprio rispettivo impegno finanziario. Succede infatti che i contribuenti pubblici al bilancio e cioè Comune di Vicenza, Provincia, Camera di commercio, Regione e Accademia Olimpica si trovano ora di fronte alla necessità di conciliare le minori disponibilità causate dalla crisi con la necessità di onorare l’impegno che si sono assunti. E reagiscono in modo diverso. Soltanto Comune e Accademia escono dalla lista dei “cattivi”: il primo in quanto ha aggiunto 5mila euro ai 19mila di contratto, la seconda perché il suo pur modesto contributo di 520 euro lo ha mantenuto come sempre. Ma la Provincia con soli 3mila euro di contributo, la Camera di commercio con il taglio del 50% per quest’anno e l’azzeramento per il prossimo, e la Regione (da 15 a 10mila euro, 30% in meno) hanno applicato un criterio molto distinto. Ci sarebbe da dire che tutto questo tagliare è stato applicato fuori dall’obbligo di un preavviso di tre mesi dalla scadenza del contratto, come da patti sottoscritti, ma è anche troppo chiaro che marce indietro e ravvedimenti su questo terreno non ce ne saranno e che si arriverà alla scadenza del secondo mandato Bagnara con un bilancio da lacrime e sangue, senza contare che per complicare le cose ulteriormente a questa data corrisponderà più o meno anche la scadenza dei titoli che fanno parte del lascito Zaccaria diventato Fondazione. Anche da questo punto di vista non ci si può aspettare che qualcuno faccia miracoli: il risparmio e la gestione dello stesso vanno benissimo se quando si arriva a fine corsa si ha già una idea precisa di come reinvestire per produrre altri e duraturi vantaggi al patrimonio. Se invece tutto arriva a sintetizzarsi nel momento in cui la crisi sembra arrivare al massimo della sua potenzialità negativa allora le incognite da superare sono tante, probabilmente troppe per aspettarsi che una soluzione possa essere trovata con un miracoloso colpo di teatro e ancora meno si può pretendere che una situazione di questo genere possa essere resa innocua da un amministratore, per quanto bravo, generoso ed onesto.

La Biblioteca La Vigna sotto stress: va salvata (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)SPESE SCARSE E VOLONTARIATO- A caricare se possibile ancora di più questa nuova realtà della biblioteca forse unica al mondo c’è il riassunto delle spese: fossero imponenti, specchio di dissipazione dissennata, si capirebbe tutto il resto. Invece il personale della biblioteca è ridotto ad un dipendente stabile (il segretario generale), due dipendenti a tempo parziale (la bibliotecaria e la segretaria di presidenza) a cui si aggiungono vari interventi occasionali tutti rigorosamente di taglio volontaristico. La volontarietà del lavoro comprende anche la dozzina di componenti del consiglio scientifico che sono tra l’altro il motore principale di tutto ciò che si fa in tema di promozione, incontri, iniziative culturali, contatti e congressi, rapporti al livello più alto dal punto di vista scientifico e, quel che più va rilevato, in direzione di tutto il mondo. Come dire che di sprechi non c’è pericolo di trovarne in qualche angolo nascosto. E si torna quindi al discorso iniziale, quello dello stato di crisi e di rischio di dispersione del patrimonio della biblioteca e del rapporto che esiste tra questo stato di cose e la diminuita potenza dei finanziamenti prima assicurati dai vari soci fondatori. Il loro appoggio come s’è visto cala sistematicamente a vista d’occhio ed una prospettiva di migliorare le cose da questo lato della questione proprio non è neppure ipotizzabile. E tutto sommato, come sottolinea Mario Bagnara, va almeno espressa gratitudine al Comune di Vicenza perché invece che diminuire ha aumentato il proprio impegno: “Il Comune ha risposto positivamente alla crisi: ha portato da diciannovemila a 24mila il proprio contributo ed ha deciso un intervento straordinario di 3mila euro per le spese di manutenzione degli impianti, un capitolo di bilancio sempre pesante per noi. Possiamo soltanto ringraziare per questa attenzione; un po’ meno per quanto ha deciso la Provincia che al posto della quota di socio ordinario ha deciso di versare soltanto 3mila euro, oppure la Camera di commercio che per quest’anno ci ha dato la metà della quota annunciando che nel 2016 taglierà del tutto la sua presenza; infine la posizione della Regione che pur essendo presente dal 2007 ha deciso di ridimensionare il proprio investimenti del 30%. Che dire? Senza l’appoggio dei nostri finanziatori pubblici non andiamo da nessuna parte e a parte Comune e Accademia Olimpica la situazione del nostro bilancio che dovrò presentare tra poco ha questo aspetto e non quello che sarebbe desiderabile”.

 

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