NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il lago dei cigni “semplificato”

Sul palco del teatro di Lonigo uno dei titoli più famosi della danza classica, rivisitato da Luigi Martelletta in una versione dove è eliminato il superfluo ed è adeguato nella velocità di espressione

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Il lago dei cigni “semplificato”

Anna Cappelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)@artiscenichecom

 

luigi-martelletta (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Questa settimana al Teatro Comunale di Lonigo è stata protagonista il balletto con uno dei titoli più famosi : “Il Lago dei cigni”, danzato dalla Compagnia Nazionale Raffaele Paganini. Presentato in una versione alleggerita dal regista e coreografo Luigi Martelletta della compagnia Almatanz senza sacrificare nessuno dei numeri che rendono l’opera saliente, lo spettacolo ha entusiasmato la sala strapiena che ha salutato gli artisti con lunghi applausi e numerose curtain calls. In questa versione Odette –Odille è interpretata da Marjia Kichevska e Sigfrido da Boban Kovachevs. Rothbart è stato interpretato Sebastiano Meli, solista della Compagnia di Paganini.

 

Questo è uno spettacolo coraggioso: sul palco vediamo 10 ragazzi che sono dei veri mattatori perché interpretano ben più di un personaggio. Mettere in scena “Il lago dei cigni” tradizionalmente comporta un dispiegamento di più o meno 60 ballerini. Come fate a sintetizzarlo in questo modo?

Luigi Martelletta: “Io arrivo dall’Ente Lirico Opera di Roma dove per 40 anni l’ho ballato in tutte le versioni possibili, sempre dal repertorio, appunto con 32 cigni, corpo di ballo, 60-70 persone in scena. La danza si deve adeguare nella velocità d’espressione e non avere un linguaggio vecchio e datato: vanno sintetizzate tutte le pantomime, eliminato ciò che è superfluo e il manierismo. Ho semplificato il più possibile, non tralasciando tutti quegli aspetti che la gente voleva ritrovare: i cigni, le varie danze. Ho rispettato tutto con una versione molto più snella".

Parliamo di Rothbart: qualsiasi sia la versione ha sempre un ruolo particolare. Intervistai Marguerite Donlon, che aveva creato un Rothbart in relazione con la regina madre: si chiedeva come mai ce l’avesse tanto con Sigfrido, del padre di Sigfrido non sappiamo nulla. Qui abbiamo un Rothbart che sembra appropriarsi dei cigni, sebbene ogni tanto offra Odette a Sigfrido, sembra un personaggio molto combattuto: si porta la mano davanti al viso, guarda spesso verso l’alto.

“Sostanzialmente è quasi sempre un po’ un mago del male, qui deve essere un bell’uomo; è un po’ ambigua come situazione perché è come se fossero un po’ sue. Anche il cigno nero: lui la offre al principe ma poi la richiama. È soltanto un gioco che si permette di fare dall’alto delle sue potenzialità, alla fine non la cede, anzi, anche in questo è malvagio, gliela fa trovare sull’albero quasi crocifissa e appesa, un po’ macabro sotto questo aspetto. È ambigua, la sua personalità, perché fa capire e intuire che ci sia non dico una storia ma che abbia con loro qualcosa di regresso".

Lo stesso danzatore interpreta anche il joker, potrebbe sembrare una scelta drammaturgica: il joker che è una persona di corte affezionata a Sigfrido potrebbe essere qualcuno che in realtà lo vuole tradire.

Il lago dei cigni “semplificato” (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)“Non è voluta la cosa, ci piace pensare che la magia del teatro è quella: si passa da un personaggio all’altro e la gente non deve fossilizzarsi su un viso che sarà sempre quel ruolo. La bellezza di questo spettacolo è proprio vedere che uno si cambia 4 o 5 volte, ma anche la bravura: si passa dal carattere al mezzo carattere, dal classico puro al neoclassico, contemporaneo, moderno. Vedere un ballerino che sa interpretare 4-5 stili e ruoli fa crescere di valore la compagnia e secondo me anche lo spettacolo".

I cignetti non sono più un pas de quatre ma pas de trois. In certi passaggi ho visto degli accenti che ricordano le coreografie di Matthew Bourne e Mats Ek. Le piacciono questi autori? La influenzano?

“Si sì, da morire! Sono persone ovviamente non da copiare ma da cui trovare spunti, riferimenti, imparare. È indubbio che in qualche modo influenzino il percorso di tutti gli altri coreografi perché sono dei personaggi che saranno delle colonne per tutta la vita".

I ragazzi sono della compagnia di Raffaele Paganini.

“Loro fanno parte di due compagnie: la mia, Almatanz, e la Compagnia Nazionale a seconda del programma che facciamo. Siamo al 40° spettacolo, per tutto dicembre abbiamo portato con la mia compagnia Lo Schiaccianoci, poi finito il periodo natalizio comincia la tournèe de il Lago dei cigni. Ora sono integrati nella Compagnia Nazionale ma lavorano sia con me che quella compagnia con le produzioni che entrambe portano in scena".

La sua compagnia si chiama Almatanz quindi anima e danza. Sul sito di Raffaele Paganini c’è scritto : “Alla danza non importa da dove vieni e quanto hai, tu donale il tuo cuore e lei ti riempirà l’anima". Questo è un pensiero molto legato all’espressione dell’anima attraverso il corpo. Quello che sta succedendo in questo periodo in cui il corpo è al centro dell’attenzione per come viene usato e strumentalizzato anche nel terrorismo, secondo lei cambierà la scrittura di voi artisti?

“Io credo che la danza sia un linguaggio universale: manca la parola e altre cose ma il corpo sarà assolutamente quello che darà l’emozione e che rappresenterà il personaggio. Certe cose restano negli anni perché non dico che sono intoccabili ma belle proprio perché sono dei punti di riferimento. Poi ci possono essere le varie riletture, però resta, di fatto, che il linguaggio del corpo quello è e quello rimarrà. Credo sia azzardato dare una risposta, per quel che mi riguarda posso essere influenzato e fare un balletto particolarmente violento o crudo: mentre prima c’era il ricco e il povero o uomo e donna, cose più semplici, ora la diversità è nella religione o in altre forme e cose molto più profonde che si radicano in situazioni inaspettate di cui ci accorgiamo strada facendo. Questo può un po’ influenzare o guidare a creare dei balletti o nuove storie con dinamiche diverse, sicuramente".



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