NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Quel punto degradato in centro a Schio

Riguarda la stazione ferroviaria che sta per essere inserita in un progetto di risanamento destinato a smuovere molto altro, a cominciare dallo stesso assetto urbanistico del centro città – Il sindaco Orsi parla della lunga e non facile trattativa con le Ferrovie per trasformare quel che è possibile e allontanare definitivamente una situazione non più sopportabile e che causa notevoli disagi alla gente

di Giulio Ardinghi

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Quel punto degradato in centro a Schio

A Schio non ha in realtà mai fatto difetto la capacità di governarsi e governare dignitosamente i suoi cambiamenti. Andrà così anche questa volta, sia pure sul tavolo sia ancora del tutto aperta una partita non facile da chiudere; il punto chiave del discorso è la zona della stazione e tutto quel che ci sta attorno, come dire una fetta non secondaria del centro cittadino dove per varie ragioni e con intensità variabile si sono messi in fila alcuni fatti di cronaca che non possono essere ignorati. Qualunque stazione è un punto di attrazione per l’illegalità, niente di nuovo, ma Schio è abituata a ragionare in modo pulito e ordinato e certo non può lasciare che le cose prendano la mano quando c’è stata una certa intensificazione di episodi violenti che hanno destato preoccupazione e provocato la reazione spaventata di chi vive in quella particolare zona. È una conseguenza quasi scontata, ma sicuramente obbligata, il fatto che si sia deciso per la chiusura notturna della stazione ferroviaria. Evitare i fenomeni connessi a tutto ciò che ha a che fare con vagabondaggi di vario genere e la necessità di trovare un rifugio per le ore di freddo più pungente è evidentemente l’obiettivo primo e non rinunciabile dell’amministrazione, di quella ferroviaria da un lato e di quella comunale dall’altra. Ma bisogna anche dire che questa situazione nel complesso viene appunto presa al balzo dall’amministrazione comunale per pensare ad altro e cercare di risolvere al meglio alcuni dei problemi che ancora rimangono aperti per quel che riguarda l’assetto urbanistico del centro cittadino. Ecco perché il sindaco Valter Orsi ci parla di un progetto che coinvolgerà non soltanto la stazione ferroviaria e dintorni, ma che arriverà a riconsiderare con attenzione tutto il tema in questione.

Quel punto degradato in centro a Schio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)RITARDATARI DI MESTIERE- Hanno nome e cognome e fanno parte di quella lunga lista di amministratori regionali che dagli anni 90 non hanno saputo dare il minimo seguito a quel progetto delle metropolitane di superficie venete dal quale ci si attendeva giustamente una soluzione seria ai problemi del trasporto pubblico. A parte una rarità realizzata a Treviso, infatti, quel piano è ancora saldamente custodito nei cassetti della giunta del Veneto mentre diventa in realtà sempre più pressante la necessità di mettere le mani seriamente su tutto questo settore dando risposte decenti a quel teorema che produce il rapporto ideale tra servizi richiesti, servizi offerti, pendolarismo da non far più imbestialire, puntualità e frequenza adeguate delle corse. Bisogna dire che neppure lontanamente si è arrivati a qualcosa di riconoscibile come vicino alle necessità. La Regione paga all’azienda ferroviaria un servizio che dovrebbe avere certe caratteristiche mentre in realtà continua a non averle, almeno se si considera il settore dei treni di non lunga percorrenza. Di fronte a tutto questo ritardare il Comune di Schio fa un ragionamento assolutamente condivisibile: visto che il problema del risanamento necessario della zona stazione esiste e non si può ignorare, vediamo di riprendere da dove non si è mai partiti: risanare sì, ma avere in comodato dall’azienda ferroviaria la stazione per ripristinare i tre appartamenti del grosso dell’edificio centrale destinando le due ali ad una soluzione agile e percorribile come la vendita in un caso e l’integrazione pubblico/privata dell’intervento nell’altro. È ripartendo proprio da qui che il discorso si allunga in modo oltre tutto interessante anche in chiave di progetto urbanistico e di miglioramento netto di quel che sarà il servizio dei treni della linea Schio/Vicenza pensando anche che al tutto non è estraneo il pensiero al collegamento con la linea di alta velocità. Un pacchetto di pensieri che sono anche progetti e che lasciando alle spalle l’unico punto poco dignitoso dentro una città che da sempre lavora con grande dignità ci si può affacciare ad una nuova realtà proiettata la futuro.

QUELLA MONTAGNA BUROCRATICA…- È recente l’incontro di Villaverla dove in sindaci delle città coinvolte nella Schio/Vicenza hanno ribadito con forza un concetto elementare ma inappuntabile: la linea serve, è frequentata e utilizzata, se ci fosse un servizio migliore sicuramente la risposta del pubblico sarebbe ancora più convinta e si dovrà cominciare dal dotare di una carrozza in più il treno. Si è detto questo affermando un principio su cui si sono trovati tutti d’accordo, ma anche già mentalmente preparati a riprendere in mano tutti gli attrezzi indispensabili per ricominciare questa scalata incredibilmente complicata alla montagna di problemi che la burocrazia è in grado di mettere di traverso sui binari anche meno complicati. I sindaci dovranno scalare questa montagna con la pazienza di un Messner e non potranno permettersi di accusare la fatica perché al minimo segno di debolezza la controparte prende il piatto e si mangia tutto. Il pellegrinaggio politico/amministrativo si dirige perciò di nuovo a Roma perché lì c’è il ministero dei Trasporti, ma ha come meta parallela Venezia perché è in realtà la Regione che alla fine manovra tutto utilizzando i trasferimenti dello Stato e programmando in proprio le proprie politiche. Il principio da far passare nei confronti della Regione è il seguente: il Veneto ha un bilancio annuale di 13miliardi di euro: è mai possibile che non sia in grado di dirottare 100 milioni verso il trasporto pubblico locale? La proporzione è esattamente questa, tenendo conto anche del fatto che questi 100milioni da stornare verso l’inferno dei pendolari risolverebbero tutta la grande questione del trasporto veneto e non soltanto quella di Vicenza, o di Schio, o di Bassano. Una montagna da scalare con la massima convinzione anche se i precedenti sono quanto meno drammatici: a parte gli ultimi vent’anni senza veder realizzato un metro di nuove rotaie da questa parti, fanno rabbrividire i quaranta abbondanti lasciati trascorrere allegramente prima di terminare almeno nella parte sud l’autostrada Valdastico. Quella nord richiederà probabilmente altre due o tre generazioni…



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