Vivere a Schio significa passeggiare tra vie, case e monumenti che hanno un denominatore comune: tutto il panorama che porta dalle vallate alle montagne, sulle quali domina il Pasubio, è sovrastato, come fosse una dea protettrice, dalla Fabbrica Alta. A ben pensare, Schio è, anche se i suoi abitanti non si soffermano più a pensarlo, il risultato della vita di Alessandro Rossi: l’industriale che con la sua lungimiranza ha portato Schio in cima al mondo della lavorazione di lana, tessuti e molto ancora. L’uomo che con il suo lavoro di imprenditore ha cambiato la qualità della vita di tanti cittadini di metà '800. Da queste riflessioni è partita Antonia Munarini per progettare il libro Grazie Alessandro e rendere omaggio alla figura di Alessandro Rossi. Ha guidato un gruppo di professionisti scledensi, curando la grafica e pensando ad un libro fresco, leggero e accattivante in stile Pop Up che tutti, dai ragazzini delle scuole elementari a chi non ama i tomi voluminosi, possano anche solo sfogliare, per conoscere le tante sfaccettature della vita di questo grande personaggio e ritrovare qualcosa di Schio, magari dimenticato, o non così noto.
Il libro percorre la vita di Rossi riportando aneddoti, foto di oggetti che usava giornalmente, discorsi politici nella sua esperienza di Senatore del Regno, progetti nell’edilizia, come il Quartiere Operaio o il Teatro Jacquard (progettato allora per un pubblico di più di 800 persone), idee e valori che ha trasferito con il suo lavoro ad una Città, il rispetto per i suoi operai e collaboratori, l’amicizia con l’architetto Caregaro Negrin, le similitudini della sua visione di impresa con altri industriali che hanno fatto grande l’Italia. Il libro, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Schio e la sponsorizzazione dell’Associazione degli Artigiani e di Cna Vicenza, è il risultato del lavoro di un gruppo di scledensi che si sono trovati a condividere idee e riflessioni sulla città dove sono cresciuti: vivendola, abitandola, percorrendone le strade, frequentandone le scuole, incontrandosi e relazionandosi con le persone, ammirandone le bellezze. Assieme si sono accorti che Schio parla descrivendo un momento storico importante, durante il quale l’imprenditorialità e il genio di alcuni hanno reso possibile la crescita e lo sviluppo, non meramente economici, della città. È un dato di fatto: l’architettura urbana fa respirare, ancora oggi la presenza di Alessandro, della sua lungimiranza, del suo voler, pur con un’impronta imprenditoriale e da capitano d’industria, condividere un progresso e un nuovo approccio al vivere con i suoi concittadini.
L’ idea principale dell'intero progetto è quella di far conoscere in maniera creativa e quasi divertente, ma sicuramente fresca ed innovativa, la figura di questo personaggio che tanto ha dato a Schio. "Abbiamo cercato e ci siamo documentati - si legge nelle note introduttive - ma sempre pensando di provare a tradurre tanta vita in pagine semplici, che facciano venire la voglia di farsi anche solo semplicemente sfogliare: riportando, magari, la mente ai racconti dei nostri nonni, genitori, Operai e Lavoratori, di tanti Scledensi che hanno contribuito alla crescita della nostra Schio. Non dobbiamo e non dovremo mai dimenticare il grande insegnamento di quest’uomo che, per primo, ha saputo valorizzare l’opera, il contributo, il supporto, le capacità, le idee, i consigli e la manualità dei suoi Collaboratori: l’Omo, monumento al Tessitore, ne è la totale essenza. La biografia di Alessandro Rossi è variegata, poiché davvero complessa ed impegnata è stata la sua vita: riportare i fatti salienti, le opere e le azioni più conosciute, non è certo cosa facile e va sicuramente a penalizzarne altre tralasciate, altrettanto importanti. Abbiamo deciso che questo viaggio è solo l’inizio di un percorso più articolato che ognuno di noi può intraprendere. Vogliamo offrire spunti, riportiamo aneddoti, racconti, testimonianze, foto e semplici dettagli visivi della Schio di ieri e di oggi, alcuni spesso non così noti anche se costantemente sotto i nostri occhi. I capitoli del libro sono così diventati dei veri e propri settori che spaziano all’interno di date e fatti importanti della vita di Alessandro. Questo ci permette di conoscere l’uomo, il padre, il marito, l’imprenditore, il formatore, il politico, e perché no, l’ambientalista, attraverso brevi descrizioni, didascalie e una impaginazione accattivante e leggera. Analizzando e scrutando una città ci siamo così ritrovati, , per forza di cose, a penetrare nella vita di una persona, senza però volerne invadere l’intimo ricordo di parenti ed eredi.
Alessandro Rossi è stato, certamente, una persona di quelle che, al mondo, si definiscono importanti. Nella vita: con la famiglia e gli amici. Nel lavoro: con operai, lavoratori e collaboratori in genere. Nel sociale, da Senatore: con le sue lotte particolarmente dedicate alla difesa e allo sviluppo dell’industria italiana. Per capire la sua vita dobbiamo contestualizzare l’epoca in cui è vissuto ed ha operato. L’Europa industriale fremeva e pulsava di innovazione e modernità. Uomo curioso, assai benestante, ha saputo unire il suo desiderio di conoscere, imparare, sperimentare, con la dimostrazione pratica del Fare. Da buon Veneto operoso, con modi semplici intrisi di quella umiltà tipica delle nostre vallate, tornava dai suoi viaggi d’affari, in Toscana prima e, successivamente, in Belgio, Francia, Svizzera e Inghilterra, arricchito da confronti intelligenti con imprenditori, progettisti, artigiani e semplici lavoratori o contadini. Riportava a Schio ciò che vedeva, ciò che imparava: lo rielaborava e adattava al territorio, alle sue industrie, ma anche alla gente, da grande Innovatore e appassionato di ogni cosa, quale era. Rossi ha ricevuto una buona istruzione nel collegio vescovile di Vicenza. A 17 anni, nel 1836, entra, come semplice operaio, nella fabbrica del padre Francesco. Qui inizia la sua preparazione tecnica e l’”apprendistato” avvicinandosi a tutte le fasi delle lavorazioni della fabbrica, lavorando alla stessa stregua e con gli orari dei suoi stessi operai. Dopo tre anni è pronto a dividere con il padre la conduzione del Lanificio. Ha nel frattempo approfondito gli studi di natura economico/sociale e iniziato a frequentare i giovani più illuminati del suo tempo. Nel 1866 le province venete furono annesse al regno d’Italia: Alessandro Rossi viene eletto Deputato e, quattro anni dopo, Senatore, carica che allora era a vita e di nomina regia. Nel 1892 Alessandro Rossi si dimise dalla presidenza del Lanificio per continuare a svolgere solamente l’attività politica. Alessandro Rossi fu un padre molto presente nonostante la vita impegnativa in azienda e l’impegno politici. Trasmise ai figli l’enorme passione per l’automobilismo, in particolare a Gaetano. La prima auto immatricolata in Italia fu registrata a Piovene Rocchette il 2 gennaio 1893: si trattava di una Peugeot Type 3 acquistata da Gaetano. Nel luglio del 2007 una grande cerimonia ha festeggiato questo importante primato, inaugurando il Largo Armand Peugeot a Piovene. L’auto invece è oggi conservata presso il Museo dell’Automobile di Torino.
Una delle qualità principali dell’uomo è l’attenzione continua e la cura dei bisogni dell’altro. Questa la prima regola, lui credente e buon cristiano, che applica indistintamente con gli 11 figli e con i suoi operai. Sicuramente questa sensibilità è ereditata dal padre Francesco, il quale nel 1871 ritiene doveroso predisporre delle stanze, provviste di fornelli e completamente attrezzate, all’interno della sua fabbrica per quegli operai ed operaie che non sono domiciliati nelle vicinanze, in modo che possano ripararsi dalle intemperie e riscaldare il cibo negli orari di pausa: nasce così, semplicemente, ma con l’intenzione immediata di porre fine ad eventuali disagi delle persone e dei suoi lavoratori, la prima mensa all’interno della fabbrica. Rossi era anche un forte sostenitore dei principi liberisti nel periodo della dominazione austriaca, ma durante la sua partecipazione alla Commissione d’inchiesta parlamentare sul corso forzoso nel 1869 avviene il cambio di rotta che lo fa convertire al protezionismo. Il Senatore decide che è necessario cambiare la politica economica italiana e diventa negli anni successivi un grande sostenitore delle barriere doganali. Sull’esempio americano, sostenendo che la concorrenza internazionale è il principale ostacolo per lo sviluppo industriale italiano.
Abbiamo incontrato Antonia Munarini e dialogato con lei sul tema.