NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Carte bollate e farmacie: dopo 6 anni tutto come prima

di Giulio Ardinghi

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Carte bollate e farmacie: dopo 6 anni tutto come p

LE STRATEGIE SANITARIE COL FRENO A MANO- Tra i temi più attuali ed anche più urgenti da affrontare e possibilmente risolvere c’è quello della sanità che al pari di tutto il resto ha cambiato letteralmente faccia spiegando con l’evidenza dei fatti che la crescita tecnologica degli ospedali richiede una riduzione dei ricoveri e va assecondata con un lavoro profondo sullo spazio esterno, quello del territorio. Non vogliamo sostenere che su questo fronte sta verificandosi la stessa mostruosità vista e subita da tutti noi al tempo della riforma Basaglia, con i manicomi che chiusero per legge e le famiglie costrette dai fatti a sostituirli riprendendosi in casa il loro sfortunato parente perché la rete dell’assistenza psichiatrica territoriale era indecentemente appena abbozzata. Ora molte cose funzionano, c’è effettivamente l’assistenza domiciliare che non è pura teoria, c’è la rete dei medici di famiglia che da isolati ma sempre più da associati producono una risposta precisa alla domanda di servizio. Non siamo al top, ma naturalmente non si può dire che non ci sia un minimo di organizzazione. Il fatto è che la presenza crescente di una fetta di popolazione che supera abbondantemente i parametri della non autosufficienza tradizionalmente ritenuti affrontabili o arginabili propone una dimensione di intervento sicuramente più allargata e in prospettiva progressivamente sempre più importante. Ma che cosa fanno le ulss diretta da politici di nomina regionale? Non avendo dalla loro parte la conoscenza dei problemi medici prendono decisioni fortemente contraddittorie come la sottovalutazione di punti fermi della crescita professionale dei medici come la formazione o l’appoggio ai contratti di assicurazione. È in ordine di tempo l’ultima trovata dell’ulss di Vicenza. Ha provocato la più dura delle reazioni da parte dei medici che guidati dal loro Ordine professionale si stanno opponendo a restrizioni ritenute giustamente dannose: non solo per la carenza di risposta immediata alle necessità, ma perché le lacune che si creeranno in questo modo prospettano un futuro molto difficile i cui conti a perdere sono molto facilmente prevedibili. E chi pagherà quei costi? Le strategie sanitarie portate avanti da un meccanismo che viaggia col freno a mano tirato sembra così difficilmente condivisibile. 

Carte bollate e farmacie: dopo 6 anni tutto come p (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)LA FARMACIA CENTRO DI SERVIZIO- Il tema delle farmacie segue fedelmente questa serie di contraddizioni in termini che coinvolgo tutto il sistema sanitario sul territorio. Perché non si è ancora prospettato di ricorrere proprio alla farmacie per creare uno dei puntelli di maggiore importanza a cui riferirsi? La farmacia lavora sei giorni alla settimana più la mattina del sabato, mette cioè a disposizione un orario di apertura che neppure hanno gli stessi medici di famiglia. Può essere un vero e proprio centro di servizio che deve rispettare solo una regola: i professionisti –medici o infermieri che sono presenti nella farmacia con il loro spazio, debbono essere appunto lì e non altrove. Il farmacista insomma deve tenere i servizi che è in grado di offrire all’interno del perimetro che misura la sua stessa azienda. L’unico vero vincolo è questo. Come spiega il presidente dell’Ordine dei farmacisti Florindo Cracco, la farmacie già oggi con la presenza di professionisti possono mettere a disposizione servizi come le analisi, la misurazione della pressione, il controllo dei parametri medici, la telemedicina, l’elettrocardiogramma, un infermiere specializzato, e possono anche arrivare fino al completamento dei vari interventi scaricando direttamente l’ulss i referti. “La farmacia –dice il dott. Cracco- è una vera e propria porta aperta sul sistema sanitario e può diventarlo sempre di più con l’aggiunta che può avere del paziente una visione diretta e quotidiana, aiutandolo ad evitare quegli sprechi e quelle tentazioni del fai-da-te molto spesso verificabili specie nelle persone anziane che hanno la loro ricetta ed i relativi farmaci e poi decidono diversamente da quel che il medico ha prescritto. Sappiamo che almeno il 60% è in queste condizioni di comportamento, credo che noi possiamo dare una mano fondamentale per evitare spese inutili e sprechi: la legge c’è, basta praticare quanto dice. Penso che questo ruolo della farmacia diventerà sempre più rilevante in futuro”. Ecco quindi che si forma un disegno niente affatto secondario del rapporto tra le farmacie e il sistema sanitario, tra la rete che formano complessivamente e il territorio a cui si rivolgono perché è lì che vanno a soddisfare una domanda precisa di servizio. Certo è che nel meccanismo complessivo qualcosa non funziona ancora del tutto se è vero come è vero che due farmacie come Doria in Piazza dei Signori e Draghi, a San Marco, pur avendo tutti i diritti di chiedere un diverso posizionamento della loro attività al di fuori del centro non solo non hanno potuto ottenerlo, ma rischiano un’attesa tanto lunga e priva di senso che potrebbe anche portare ad altre soluzioni. Questa è la lacuna che a livello zia nazionale che locale bisognerà andrà sanata. Anche perché se è legittima l’opposizione di chi ostacola questi trasferimenti è anche più rilevante la valutazione che riequilibri le varie condizioni di attività secondo l’interesse pubblico. 

Carte bollate e farmacie: dopo 6 anni tutto come p (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)PIÙ SCIENZA, MENO MARKETING- Il punto di vista dei medici viene ben descritto dal presidente dell’Ordine Michele Valente che a parte qualche riserva sui pericoli insiti nella gestione di alcune farmacie ad esempio in provincia di Milano -dove spesso i servizi di banco vengono affiati a dipendenti senza titolo per parlare con i clienti- si rifà direttamente alla legge. C’è già, dice, ed è molto chiara: “È la legge numero 69 del 18 giugno 2009, che delega al governo l’indicazione delle regole valide per tutto il territorio nazionale, indicando come vanno organizzati i servizi e quali possono essere. È chiaro che il farmacista, dopo essersi assicurato la presenza di un medico per quanto riguarda le diagnosi e le prescrizioni, ha la possibilità di affidarsi alla propria iniziativa per allargare la sua attività in modo da costituire davvero un servizio utile al territorio. Chiaro che ci vuole anche un certo spirito imprenditoriale indispensabile per organizzare tutte le presenze necessarie e tenendo conto del fatto che ciascun professionista chiamato a dare la propria collaborazione deve trovarsi con il suo spazio di attività all’interno della farmacia, non può esserne al di fuori. Se penso ai casi di Milano dove troppo spesso ci sono non professionisti a fare le funzioni del farmacista, oltre a disapprovare assolutamente questi fatti mi viene da dire che bisogna davvero cominciare a fare meno marketing e più scienza. Magari gli ambulatori affittati ai vari professionisti in quel caso funzionano lo stesso, ma mancano del necessario avallo del medico professionista che è l’unico con le carte in regole per visitare, diagnosticare e prescrivere medicinali. Penso che siamo alla vigilia di un passo molto importante anche dal punto di vista culturale della professione sia medica che farmaceutica. La prospettiva è secondo me molto interessante e di grande utilità per il servizio sanitario considerato nella sua globalità perché è questo uno dei modi per rispondere alla domanda di servizio che emerge sempre di più da una popolazione sempre più anziana”. Il passo culturale, come dice Michele Valente è a portata di mano. I 4000 medici della provincia di Vicenza hanno ad esempio già messo in opera la fatturazione telematica che ha come diretto obbiettivo il ministero delle Finanze: “È un lavoro che abbiamo completato in 20 giorni ed è stato molto complicato per i nostri uffici. A quel che mi risulta i farmacisti hanno avuto una proroga anche se non so qual è il nuovo termine tassativo. Credo che mettendo a punto tutta l’organizzazione diventi poi più agevole collaborare appieno per offrire al territorio servizi comp0leti e soddisfacenti”. 


nr. 07 anno XXI del 27 febbraio 2016

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