NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Eravamo tutti figli suoi

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Eravamo tutti figli suoi

Per il libro si è ispirata ad una storia vera: una in particolare o una situazione generale delle famiglie dell'epoca?

Eravamo tutti figli suoi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"La storia che racconto è vera, si svolge nell’arco di una cinquantina d’anni e ripercorre vicende, passioni e sentimenti di una numerosa famiglia vicentina tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900. I personaggi, Domenico in particolare, sono stati protagonisti di un pezzo di storia locale e nazionale. Quindi è una storia unica e per certi versi eccezionale anche se altre famiglie in quell’epoca hanno vissuto storie simili come l’emigrazione, il lavoro in fabbrica, l’impegno sociale e politico".

Il titolo si riferisce non ad una madre, ma alla dinastia tessile dei Rossi: quale importanza ha avuto - e ha ancora - per l'area di Schio?

"Il titolo del romanzo si ispira ad una frase di Alessandro Rossi, il quale amava dire che gli operai dei suoi lanifici erano tutti figli suoi; tuttavia c’è anche un riferimento all’amore devoto che i sei figli, protagonisti del romanzo, hanno nutrito verso la madre. Rossi è stato un imprenditore illuminato che ha dato un’impronta indelebile di modernità industrializzando la zona di Schio. Per decenni ha dato lavoro a migliaia di persone istituendo per esse una rete di strutture e servizi funzionali al lavoro della fabbrica. Ha determinato la vita di tante famiglie della zona. Ora, dato che anche l’ultimo acquirente, Marzotto, dopo aver rilevato la più recente fabbrica in zona industriale, l’ha abbandonata, restano i ricordi di un’epoca, e si parla di archeologia industriale".

La storia di Caterina è una storia comune a molte donne di allora: possiamo dire che sia una specie di simbolo femminile?

"Caterina, la voce narrante del romanzo, è la bambina che descrive le vicissitudini della propria famiglia tra emigrazione e ritorno in patria. Andando poi a lavorare in fabbrica a Pievebelvicino, a contatto con la dura realtà - salari inferiori a quelli degli uomini, dodici ore di lavoro al giorno, condizioni ambientali disagiate - è cresciuta con un forte bisogno di riscatto e di giustizia ispirata anche dall’esempio dei fratelli. Si può dire quindi che abbia rappresentato un simbolo femminile di consapevolezza e di emancipazione".

Eravamo tutti figli suoi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Lei racconta l'emigrazione veneta ma anche la condizione operaia di inizio '900: quei fatti storici hanno lasciato tracce nel presente?

"Purtroppo sia il fenomeno dell’emigrazione che quello dello sfruttamento nel lavoro, sono temi attuali. Basti pensare all’emigrazione dei nostri giovani, fenomeno che supera i dati dell’immigrazione. Dall’inizio del Novecento è iniziato un lungo cammino di emancipazione e di miglioramento delle condizioni economiche, sociali e di sicurezza nei luoghi di lavoro; tuttavia oggi si presentano nuove forme di sfruttamento e di precariato che assomigliano a quelle descritte nel romanzo. Inoltre le donne in molti settori privati continuano ad essere pagate meno degli uomini, a parità di mansioni. Penso che anche attraverso la lettura di un romanzo si possa riflettere sulle condizioni passate e magari interpretare meglio il presente".

I suoi libri hanno molto successo: quale pensa che sia il motivo?

"I miei libri - questo è il quarto - sono scaturiti da una precisa esigenza di salvare la memoria. Molti lettori si sono riconosciuti in essi o per vicende vissute personalmente, o per i racconti fatti dai loro genitori o nonni; a volte per un richiamo storico, a volte per un richiamo emozionale. Inoltre c’è una certa consapevolezza che quel mondo da me descritto sia irrimediabilmente perduto e allora ci si lascia trasportare dal ricordo con un po’ di nostalgia".

 

Maria Facci è nata a Schio dove vive. Ha pubblicato con la Biblioteca dell’immagine: nel 2000 il grande successo editoriale Memorie dal fienile,che ha avuto quattro ristampe, nel 2004 La casa della memoria,nel 2009 I ragazzi dello zodiaco. Con Eravamo tutti figli suoi Maria Facci abbraccia per la prima volta la forma narrativa del romanzo.

 

nr. 08 anno XXI del 5 marzo 2016

Eravamo tutti figli suoi (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)



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