NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Marta e Diego fratelli nella vita duo sul palco

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Drammatica Elementare- j e w nella città di k

Si ride e si applaude in continuazione, forse anche per sfogare un effetto sorpresa, proprio per il fatto che queste parole comuni magari un po’ricercate ma comprensibili, messe insieme, creano delle situazioni che comunque sono verosimili, una cosa scontata nella sua raffinatezza che ci sorprende. Poi alla lettera “C” “la Chiesa fa le crociate contro la Cirinnà”, questa l’avete messa in questi giorni!

D.D.V.: “ In questo caso c’è coincidenza, questo nome che sta potentemente occupando la cronaca in queste settimane, ecco, c’era il brano, c’erano i contenuti, quindi si è offerta come una possibilità proprio legata alla cronaca ovviamente, è anche una fortunata coincidenza".

Delle volte tornate su alcune lettere per alcuni argomenti: c’è un criterio spaziale, coreografico o matematico con cui tornate indietro su delle lettere specifiche per cui rimarcate certi argomenti o li assimilate ad altri?

M.D.V.: “Non è l’ordine alfabetico, infatti cominciamo con la lettera “I” e proseguiamo poi con la “A”; siamo andati più in un’onda che legasse bene contenuti, invece, perché torniamo spesso a rinominare alcune cose con lettere diverse. Infatti devo dire che questa cosa che torna, per esempio Hansel e Gretel, che viene indicata all’inizio come contenitore, che poi è la favola finale che viene fatta con la “F”, che però ha al suo interno questa cacciata dei bambini da casa che deve poi ricordare la cacciata dei protagonisti nostri dalla scuola. O questa ricerca, questa fame, che io vorrei tradurre proprio, collegarla all’abbondanza di parole appunto. Questo è. La casetta di marzapane, nel nostro caso, è stato proprio il dizionario, con tutti i suggerimenti che può darci".

L’“attentato all’alfabeto”: l’alfabeto può rappresentare uno strumento di qualche tipo in pericolo?

D.D.V.: “È uno strumento molto “democratico”, nel senso che è a disposizione, se facciamo eccezione per chi non ha accesso all’istruzione di base, ma nel nostro contesto è uno strumento che tutti hanno per interpretare la realtà. Quindi l’attentato all’alfabeto è in qualche modo un invito a dire di usare la lingua e il pensiero per leggere la realtà".

amleto (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il monologo di Amleto viene citato e un po’ modificato, però non è stato molto colto, nonostante lui avesse il teschio in mano, poi dici “Scusa? Shakespeare”. Può essere che magari la gente fosse talmente immersa e trascinata dagli argomenti di stretta attualità trattati in quel modo?

D.D.V.: “ Può essere, diciamo che tendenzialmente, spesso, può accadere a teatro, come nella lettura o nell’ascolto della musica che come spettatori e fruitori leggiamo ad un livello diverso da quello che può essere il livello di lettura di un altro ascoltatore. Quindi, magari, qualcuno ha colto la struttura generale del racconto che andava avanti e il pensiero di questo personaggio e qualcun altro ha colto anche la citazione esplicita ma per noi non è assolutamente necessario che tutti leggano tutti i riferimenti, è importante che ci sia una fruizione a disposizione di chi eventualmente non conosce un’opera o non ha capito semplicemente il collegamento".

Le musiche?

M.D.V.: “Anche nel precedente lavoro nostro era così: se usiamo delle musiche con delle parole, cerchiamo sempre che siano parte integrante della drammaturgia, vanno sempre a raccontare qualcosa di strettamente connesso a quello che succede in scena e alla nostra narrazione. In questo caso qua sono poche le musiche, sono 3 e sono state scelte con attenzione anche perché era l’unico momento per uscire dalle regole che ci eravamo dati, cioè il tautogramma e l’acrostico, così si sono sentite delle parole più libere. Infatti penso che abbiamo lasciato quelle parti musicali, l’unico momento un po’ emotivo dello spettacolo perché è invece molto mentale e impegnativo anche per il pubblico, deve stare altrettanto attento. Questa sera è stato bello perché c’è stata una grande attenzione, sono 60 minuti belli stretti".

tonezza (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Diego, l’esperienza di sindaco ti aiuta in qualche modo nel teatro, oppure il teatro ti è utile? Voi avevate fattola pièce ambientata sulle montagne.

D.D.V.: “Diciamo che c’è un fattore oggettivo di scarso aiuto di una cosa e l’altra che è il poco tempo, facendo due cose impegnative, il tempo è tiranno. Dall’altra parte io sono sempre convinto che è bello potersi confrontare con ambienti diversi e questo aiuta sempre nella vita, noi abbiamo il nostro tipo di teatro che parte dall’osservazione di una realtà particolare di quello che è il nostro territorio, della nostra lingua, quindi stare nella realtà, abitarla anche attraverso un’esperienza amministrativa è sempre uno strumento di lettura del presente e del contesto".



nr. 08 anno XX del 5 marzo 2016

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