La Regione, attraverso il proprio Governatore Luca Zaia, ha fatto un passo concreto per ottenere dal Governo l'autonomia del Veneto. Un iter ancora all'inizio e che al momento sembra trovare l'assenso dei sindaci vicentini: il portale www.ladomenicadivicenza.it ha contattato sei di loro, alla guida dei principali comuni della provincia di Vicenza, che complessivamente si dicono favorevoli per questo iter. Ecco cosa è emerso
La scommessa del presidente della Regione Luca Zaia: «Iniziato un percorso che da tempo stiamo tracciando con rigore legislativo e istituzionale: un treno da non perdere»
«Vogliamo un nuovo Veneto, perché quello che conosciamo è quello a cui il centralismo e la burocrazia statali hanno tarpato le ali. Oggi iniziamo a muovere i primi importanti passi lungo quel percorso che da tempo stiamo tracciando con rigore legislativo e istituzionale per creare la nuova, moderna, efficiente casa dei cittadini veneti. Questo non è l’ultimo, è l’unico treno e non intendiamo perderlo». È questo il "grido di battaglia" del Governatore Luca Zaia, che con queste parole ha motivato la richiesta formale della Regione del Veneto al Governo italiano per negoziare un federalismo a geometria variabile in base all’art. 116 della Costituzione, al fine di riconoscere ambiti di maggiore autonomia al Veneto rispetto alle altre Regioni a Statuto Ordinario, avviando una procedura che, successivamente al negoziato, porterà all’indizione di un referendum consultivo. «Perché comunque – il monito di Zaia – sia che Roma ci dica sì, sia che ci dica no, abbiamo il dovere di sentire il parere dei veneti: vogliamo che il popolo si esprima».
«È dal 2006 - puntualizza il presidente della Regione - che con provvedimenti di diversa natura la Regione del Veneto chiede a Roma maggiore autonomia. E la Legge di stabilità dello Stato del 2015 fissa un tempo massimo di 60 giorni entro i quali il Governo ha l’obbligo di evadere anche tutte le istanze pregresse. Ma nella capitale nulla si è mosso. Noi non ci siamo scoraggiati e come Giunta abbiamo deciso di rilanciare questa ormai storica richiesta, ispirandoci a un modello che si chiama Trento e Bolzano, dove i nove decimi delle tasse rimangono lì e dove non esiste un residuo fiscale, cioè la differenza tra tasse versate allo Stato e il ritorno di risorse nel territorio, di oltre 20 miliardi all’anno, come purtroppo accade nel Veneto. Venti miliardi che lo Stato ha interesse a lasciare nell’attivissima realtà veneta in quanto ne producono 60 in termini di Pil»
Il "via libera" è avvenuto con la nota ufficiale che, attraverso la posta certificata, è stata immediatamente inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, insieme alla delibera approvata dalla Giunta regionale. «Il conto alla rovescia è partito - ha ribadito Zaia, che ha ringraziato pubblicamente il professor Luca Antonini e il comitato che ha lavorato con lui al progetto di autonomia, nel cui ambito rientra il referendum consultivo al quale la Corte Costituzionale - visto che sono scattati i 60 giorni entro i quali il Governo deve esprimersi nel merito. E poi, piaccia o non piaccia, i veneti andranno alle urne. Siamo talmente seri che abbiamo già stanziato i primi due milioni di euro per la consultazione che, nelle nostre intenzioni, andrebbe effettuato in un "Election Day", presumibilmente nel prossimo mese di ottobre, insieme al referendum popolare sulla cosiddetta riforma Boschi».
Nella sua proposta la Regione chiede nuove forme di autonomia nella gestione di settori come quelli della sanità, dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica, dei tributi, punta alla riduzione della burocrazia e alla regionalizzazione delle strutture e dei fondi statali, prevede diverse fonti di finanziamento.
«Questa non è un’iniziativa populista e demagogica, come molti cercano ancora di dipingere – prosegue Zaia – ma un processo legittimo e rispettoso delle normative vigenti. E non ha un colore politico. È un progetto che, come disse l’allora Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, parlando di federalismo, equivale a una vera assunzione di responsabilità. Sia chiaro: noi a questa sfida ci crediamo, ci stiamo muovendo con concretezza, non stiamo creando illusioni ma stiamo costringendo chi ha la responsabilità politica e di governo di dare finalmente una risposta alla forte e ormai storica domanda di autonomia della gente veneta».
«Se nella capitale prediligono il modello greco a noi piace quello tedesco dei lander – conclude Zaia – per la prima volta nella storia i veneti potranno votare per decidere sulla propria autonomia: o vince Roma o vince il Veneto».