Sull'argomento abbiamo sentito, come detto, il parere di sei primi cittadini, nell'ordine i sindaci della provincia più grandi per numero di abitanti: Bassano del Grappa con 43.363 residenti (dato Istat fine 2015 come per tutti gli altri, ndr.), Schio (39.443), Valdagno (26.455), Arzignano (25.926), Thiene (24.329) e Montecchio Maggiore (23.655). A tutti loro abbiamo chiesto di dare un giudizio sull'iniziativa del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, cercando anche di capire quali eventuali prospettive o rischi può portare questo tipo di percorso avviato dal Governatore. Ecco di seguito le loro risposte.
Riccardo Poletto, sindaco di Bassano del Grappa: «Condivisibile l'esigenza di maggiore autonomia del Veneto, ma bisogna attendere la riforma dell'articolo 116»
«Ritengo condivisibile l'esigenza di maggiore autonomia del Veneto, regione che avrebbe bisogno di una diversa libertà per poter continuare a trainare il Paese. Nello specifico insisterei, nelle negoziazioni, soprattutto sull'autonomia fiscale e su finanziamenti erogati su base di costi standard, in modo da avvantaggiare le regioni più virtuose sul fronte della spesa pubblica. L'effetto sarebbe una maggiore capacità di gestire l'imposizione fiscale a livello regionale e una maggiore quantità di risorse. In altre parole l'autonomia consentirebbe la possibilità di fare investimenti e modulare la pressione fiscale: in questo senso credo che i maggiori vantaggi potrebbero riguardare alcuni specifici settori, penso ad esempio la formazione o le scuole dell'infanzia. Un discorso un po' diverso potrebbe riguardare la sanità: il Veneto sarebbe avvantaggiato dal fatto che i costi standard sono tra i più bassi in Italia, ma non credo ad un'autonomia totale di una singola regione»
«Tuttavia - tiene a precisare il sindaco Poletto - ritengo che si debba attendere la riforma costituzionale in particolare dell'articolo 116. Più nello specifico bisogna aspettare il referendum e il responso popolare dello stesso: adesso come adesso c'è più probabilità che vinca il "sì" visto che il "116" riguarda anche altri punti, ma giusto aspettare il responso popolare».
«Tornando alla richiesta di autonomia avanzata da Zaia - conclude il primo cittadino bassanese - non c'è dubbio per i veneti, ma soprattutto per noi vicentini e bassanesi, è evidente più che per altre regioni e province la concorrenza con il Trentino e l'Alto Adige. Basti pensare ai vantaggi che vantano loro nel settore turistico: li avessimo noi quei soldi diventeremmo una "macchina da guerra" visto che non ci manca nulla, dalle montagne ai paesaggi, dall'organizzazione allo sport, sino alle bellezze artistiche e culturali. Doveroso che questa forbice venga ridotta, maggiore autonomia al veneto e minore alle regioni a statuto speciale. Si parla poi di possibile macroregione, ossia unificare l'intero Nordest: io non sarei contrario, ma credo che sarà difficile ragionare in questo senso con il Friuli Venezia Giulia ma soprattutto cin il Trentino Alto Adige».
Valter Orsi, sindaco di Schio: «Il Sistema Veneto vanta enormi potenzialità ma che finora sono state vanificate dall'impossibilità di gestire le proprie risorse»
«Sono d'accordo con l'iniziativa intrapresa dal Governatore Zaia in quanto il peggioramento delle potenzialità di gestione della Regione Veneto e dei Comuni veneti è dovuta al continuo taglio di risorse da parte del governo centrale; la Regione Veneto e tutto il “Sistema Veneto” ha delle enormi potenzialità che, fino ad oggi, sono state inattuate per l'impossibilità di gestire le proprie risorse. Qualsiasi tipo di iniziativa che possa togliere tali limitazioni e liberare le energie di cui è ricco il nostro territorio è pertanto da supportare ed auspicare. In qualità di amministratore mi rendo conto che i comuni sono considerati l'ultimo anello della catena, sul quale si riversano, a cascata, i tagli di risorse che il governo centrale “dipinge” come necessari per riorganizzare il “Sistema Italia” ma che, in realtà, sono solo sottrazioni indebite finalizzate a coprire le sempre presenti voragini della “mala gestio” a livello centrale e, in alcune regioni ed enti locali, anche a livello decentrato».
«Ritengo che la nostra regione - aggiunge Valter Orsi - potrebbe assumere un ruolo di maggiore rilevanza, anche a beneficio del governo centrale, nel momento in cui potesse gestire al meglio le proprie risorse, sviluppando un assetto economico gratificante per i veneti e una solidarietà responsabile nei confronti di chi subisce le conseguenze di una incauta, o insensata, gestione della cosa pubblica. Porto ad esempio il Comune che amministro il quale, negli ultimi cinque anni, ha subito tagli, sotto varie forme e giustificazioni, per circa sei milioni di euro: è facile pensare a quanti interventi si sarebbero potuti progettare ed attuare, con tale ingente somma di denaro, sull'economia locale, gli interventi pubblici, la promozione del territorio, il sostegno alle fasce deboli della società e che avrebbero potuto dar vita a un circuito economico virtuoso, capace di creare gettito reale. Ritengo che, proprio a salvaguardia del già sopra citato “Sistema Italia”, debba emergere la consapevolezza che liberare le energie economiche e produttive, laddove vi sono, possa fungere da volano per la crescita del Paese tutto e da sostegno per le aree depresse più di ogni sistematico prelievo finanziario o manovra economica tampone: il primo crea un riassetto economico che si proietta, per tutti, nel futuro; il secondo crea e rinnova un circuito vizioso, che avvitandosi progressivamente su sé stesso, finisce inevitabilmente per implodere».
Giancarlo Acerbi, sindaco di Valdagno: «L'autonomia può aiutare il Paese nella ripresa. Ma la strada di Zaia istituzionalmente non è propriamente la più corretta»
«In generale io credo che una maggiore autonomia che premi gli enti virtuosi e li premi a tutti i livelli, decisionale, economico, politico ad esempio, possa aiutare il paese nella ripresa e possa anche affrontare concretamente il problema del debito pubblico. Coprire con risorse aggiuntive i debiti dell’uno e dell’altro (vedi le grosse città e/o le Regioni ) non è certamente la soluzione, il debito non potrà che continuare a salire e non ci sarà alcun incentivo a rimettere a posto i conti. La possibilità di negoziare con il governo una maggiore autonomia è prevista da anni ed è stata voluta proprio dal Partito Democratico, che ha voluto e creduto nelle riforme che vanno verso una maggiore autonomia. Anche con il referendum di ottobre il governo vuole andare in questa direzione e le regioni potranno godere di maggiore autonomia e avere un ruolo di primo piano, anche attraverso una loro rappresentanza in Senato«».
«Forse - tiene tuttavia a precisare Giancarlo Abate - la strada che propone il governatore Zaia istituzionalmente non è propriamente la più corretta, ma certamente non si può negare che il tema non sia sentito e reale. Spero quindi, anzi ne sono sicuro, che il Governo saprà dare al Veneto le necessarie risposte indicandone la percorribilità funzionale più adeguata».
Giorgio Gentilin, sindaco di Arzignano: «Nel mio comune ho approvato la prima mozione nei primi mesi del 2013. Ma attenzione parliamo di autonomia, non di indipendenza»
«La mia posizione a favore di Zaia è così lampante che esistono dei precedenti riguardante il mio ruolo di sindaco di Arzignano, che risalgono già alla precedente legislatura. Personalmente ho aderito, assieme alla mia Giunta e alla maggioranza, a un percorso con l'obiettivo di dare seguito a un diritto democratico del popolo veneto di accedere all'autodeterminazione attraverso un referendum con tre atti passati in consiglio: una prima mozione datata 16 marzo 2013, un ordine del giorno del 9 luglio 2013 e un altro ordine del giorno dell'1.12.2014, che si rifacevano ad una legge del consiglio regionale del Veneto, poi cassata del Governo centrale. Noi però non ci siamo arresi: nel periodo finale della mia precedente amministrazione (quella relativa al quinquennio 2009-2014, ndr.), precisamente nei primi mesi del 2014 ho fatto approvare in consiglio comunale, con il voto favorevole della maggioranza, un ordine del giorno che andava verso la richiesta del referendum per l'autonomia del Veneto. Dopo l'insediamento successivo alla mia riconferma amministrativa nel giugno 2014 ho fatto approvare una delibera di consiglio con una richiesta di referendum per l'autonomia del Veneto. Adesso, dopo quanto avvenuto a Venezia nei giorni scorsi, il prossimo 18 aprile 2016 porterò un ordine del giorno in cui si andrà verso l'adesione definitiva di quanto indetto da Zaia. Sono convinto che su questa strada debbano muoversi tutti i sindaci del Veneto che tengono all'efficacia amministrativa del proprio comune. Il tutto ricordando e ribadendo che il Veneto rimane la locomotiva d'Italia, lo dicono i numeri economici e il Pil. Io mi ritengo un italiano ma sono, soprattutto, veneto ed arzignanese: una volta dissi ai ragazzi, il "sogno" è gli Stati Uniti d'Italia.
«Quello che voglio sottolineare con fermezza - conclude il sindaco Gentilin - è che si parla di autonomia, non di indipendenza, che invece è pura utopia».
Giovanni Battista Casarotto, sindaco di Thiene: «Da sempre ritengo giusta una maggiore autonomia di tutte le regioni, per fare della nostra Nazione un Stato federale»
«Sono sempre stato d'accordo su una maggiore autonomia non solo del Veneto, ma di tutte le regioni d'Italia per fare della nostra nazione un Stato federale. Maggiore autonomia che, preciso, non vuol dire secessione dall'Italia, ma un tipo di governo analogo a quello che già esiste nelle Regioni a Statuto speciale. Quindi condivido l'idea della Regione di negoziare con lo Stato forme e condizioni particolari di autonomia, soprattutto in un periodo storico condizionato dal centralismo statale. Il modello ideale è quello di stato federale, già in atto in altri Paesi europei e quindi potenzialmente realizzabile, mentre non credo possibile e realizzabile alla possibilità dell'indipendenza».
«Quello che più stona - aggiunge Giovanni Battista Casarotto - è la mancanza di equità tra le varie regioni italiani. Noi che confiniamo con il Trentino Alto Adige ne sappiamo qualcosa, basta parlare con gli amministratori, ma soprattutto con gli operatori turistici ed economici per renderci conto come da sempre località appena al di là del confine i loro "colleghi" possono usufruire su vantaggi neanche paragonabili. È anche vero che negli ultimi tempi grazie ai fondi Odi (Organismo di indirizzo, ndr.) proprio i cosiddetti comuni di confine hanno potuto usufruire di importanti contributi europei. Detto questo non è un caso che in riferimento ai referendum per l'annessione al Trentino, la stessa provincia autonoma si è detta contraria a questi eventuali passaggi, l'unico comune che sarebbe ben accetto è Cortina d'Ampezzo. Insomma le vedute tra Veneto e Trentino sono diverse, basta vedere il prolungamento a nord della Valdastico Nord: per noi è un'arteria importante e loro che dicono no, sempre aver sempre ragione».
Milena Cecchetto, sindaco di Montecchio Maggiore: «L'autonomia è una condizione alla quale il Veneto deve necessariamente aspirare per assomigliare alla Svizzera»
«Sono assolutamente d'accordo con l'iniziativa del Governatore Zaia. Non essendoci per l'indipendenza altra strada che la rivoluzione, Zaia da buon amministratore ha scelto la via più legale e istituzionale per portarci all'autonomia, una condizione a cui il Veneto deve necessariamente aspirare perché, questo è ormai assodato, ha tutte le caratteristiche di una nazione come la Svizzera. Se questa trattativa non dovesse andare avanti per colpa dello Stato, si assisterebbe sicuramente ad un inasprimento dei rapporti tra lo stesso Stato e la nostra regione locomotiva d'Italia, con conseguenti ricadute negative per entrambi».
«Detto questo - conclude Milena Cecchetto - rimango assolutamente fedele all'articolo 1 dello Statuto della Lega Nord, ossia l'indipendenza della Padania e in primis della nostra Regione».
nr. 11 anno XXI del 26 marzo 2016