NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Noi che fummo giovani… e soldati

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Rodeghiero

È stato un lungo lavoro: come l'avete sviluppato?

(Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Abbiamo cercato di raccontare qualcosa della vita alla quale questi uomini sono stati strappati, attraverso la documentazione delle Anagrafi Comunali e dell’Archivio di Stato, dei 28 volumi dell’Albo d’Oro del Ministero della Difesa, dell’Archivio dei decorati al Valor Militare e del Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra. Abbiamo voluto offrire un umile epitaffio alla memoria di questi nostri concittadini, per pochi mesi soldati, cercando di sfatare tutto quello che l’ideologia ha costruito su questi fatti storici, e lasciare una traccia, seppur labile, della loro sofferenza umana, nonché evidenziare che gli atti di eroismo sono stati posti in essere per difendere quei territori che la stessa entrata in Guerra aveva messo a rischio, non altro. Abbiamo voluto mettere in evidenza, ad un secolo dall’inizio del primo conflitto mondiale, che questi luoghi possono essere letti come scenari educativi, ci invitano a non dimenticare che l’unità europea è stata costruita dopo due inutili carneficine, e che va costruita nel rispetto della diversità promuovendo la libertà e la tutela dei popoli".

Perché tutto il lavoro di questi anni, dal 1996 quando dall’Altopiano presentammo per la prima volta una proposta di legge nazionale per il recupero dei manufatti della prima Guerra Mondiale? Perché rievocare, restaurare, ricostruire?

"Abbiamo lavorato per non dimenticare quelli che non sapevano né leggere né scrivere, e non avevano idea dei motivi che li portavano in guerra: per chi e per che cosa dovevano morire. Per quelli che erano ben coscienti, ma non lo potevano dire apertamente, che la guerra non era voluta né da Dio né dal fato, ma dal volere irrazionale degli uomini".

A chi è dedicato questo libro?

"A tutti quelli che hanno maledetto la guerra, ed il momento in cui venivano impartiti loro illogici comandi destinati ad inutili stragi, fucili puntati davanti e fucili spianati dietro. A quelli che non si sono mai perdonati di aver dovuto uccidere un altro uomo. Ci siamo impegnati per non dimenticare le migliaia di ossa sbiancate sui nostri prati, scheletri ai quali troppo spesso non abbiamo mai potuto dare nemmeno un nome, pur avendo ciascuno di loro avuto un immenso desiderio di vivere, di amare e di essere amati, di poter esprimere l’irripetibile, ultima occasione di essersi affacciati su questo mondo. Abbiamo lavorato per non dimenticare una intera generazione sottratta ai padri e alle madri, alle mogli e ai figli, ai fratelli e alle sorelle".

Sappiamo che per l'Altopiano ebbe grande importanza il tema dei profughi di guerra...

(Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Il libro è anche un tributo per ricordare tanti uomini e donne costretti in massa al profugato, spesso umiliante, guardati talora con ostilità, od addirittura imprigionati perché parlavano un idioma tedesco, e mai più tornati; esperienza anticipatrice di tante emigrazioni successive in tutto il mondo, perché la patria per la quale erano stati chiamati a sacrificarsi non aveva saputo offrire loro alcun lavoro. Ci siamo impegnati per ricordare a noi, e a chi verrà dopo di noi che anche questo territorio, così verde e gioioso d’estate, così candido e silente d’inverno, ha visto la stupidità dell’uomo far arrossare di sangue le sue rocce e la sua erba in una orrenda carneficina. E che ancora oggi e sempre potrà accadere, come accade ancora, pure in questo momento altrove, fino a che non saremo pienamente coscienti che la patria dell’uomo, nel rispetto di ogni cultura, è il mondo, e che solo una autentica democrazia e giustizia sociale potrà contribuire a renderlo più pacifico".

 

Flavio Rodeghiero è docente e giornalista, laureato in Giurisprudenza, Scienze politiche e Teologia. È stato vicepresidente e assessore alla Cultura della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, assessore alla Cultura del Comune di Padova nonché presidente dei Collegi Universitari Nicola Mazza e commissario dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio di Padova. È stato membro della Camera dei deputati e componente della VII Commissione Permanente Cultura. È stato inoltre membro delle Assemblee Parlamentari del Consiglio d’Europa, dell’Unione Europea Occidentale, e dell’OSCE. Nel 1996 ha presentato la proposta di legge per la valorizzazione ed il recupero del patrimonio storico-culturale della Guerra 1915-1918, che ha dato il via al dibattito parlamentare che portò alla legge del 2001 sulla tutela del patrimonio storico della prima guerra mondiale». Nel 2008 ha ricevuto il Premio Altino per la Cultura per l’impegno nel recupero e valorizzazione di numerosi siti culturali del Triveneto. Cultore di Storia delle istituzioni, ha pubblicato Costruire il Diritto allo studio - Architetture Universitarie (Grafiche Postumia 2010) e Città murate del Veneto (2011), Una storia familiare dell’Altopiano (2013), Europa perché sì (2014) per Casa editrice Mazziana.

 

nr. 15 anno XXI del 23 aprile 2016

Rodeghiero (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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