NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Prego signor giudice, non mi freghi il posto…

di Giulio Ardinghi

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Prego signor giudice, non mi freghi il posto…

COSA FANNO I COMUNI: SCHIO- “Mi sembra che l'approccio di Schio a questo tema sia corretto e garantisca continuità, sia in termini di partecipazione dei soggetti interessati, sia di sensibilità e attenzione da parte di chi amministra -dichiara l'assessore ai Lavori Pubblici Sergio Rossi- certo è sempre possibile fare di meglio e di più, ma è proprio garantendo questo confronto costante che negli anni i risultati si assommano e si consolidano”. Dal 1997 opera sul territorio di Schio la Commissione Città senza Barriere, costituita da esponenti delle varie associazioni presenti sul territorio e presieduta dall'assessore ai servizi Sociali, che ha avuto e ha il compito di visionare e collaudare i progetti di opere pubbliche redatti dai comunali. Sostanzialmente prima che un opera pubblica sia consegnata alla cittadinanza, e comunque ancora in fase di realizzazione, la commissione effettua un sopralluogo sul campo per verificare la piena osservanza realizzativa dei progetti, e per suggerire ulteriori piccoli interventi di miglioramento per garantire la massima accessibilità a tutti. Dal punto di vista dell'accessibilità per gli ipovedenti, la situazione è abbastanza soddisfacente: tutti i semafori del centro sono infatti dotati di segnale acustico. “Non possiamo quindi negare con una certa soddisfazione -aggiunge Sergio Rossi- che a Schio molto si è fatto in questo ambito e il riconoscimento è ampio anche da parte dei fruitori disabili che vengono da fuori. Resta ancora da fare, ovviamente. Per esempio la non accessibilità della Chiesa di S. Francesco, del giardino Jaquard, l'accesso problematico a Palazzo Fogazzaro sede di numerose attività culturali e taluni difficili passaggi nei marciapiedi delle zone periferiche della città, ancora non interessati da interventi di ristrutturazione. Per quanto riguarda gli esercizi privati aperti al pubblico, la situazione rimane purtroppo non pienamente soddisfacente. Da dati non recentissimi, per la verità, derivanti da una mappatura effettuata dalla commissione nell'anno 2009/2010, risulta che circa il 52% risulta non accessibile a disabili motori, e all'interno di questa percentuale gli studi medici risultano tra i meno accessibili. Per quanto riguarda la mobilità a Schio non esiste un trasporto pubblico urbano che sia accessibile a persone con disabilità motoria, è ciò è in parte compensato dalla presenza di un servizio di un trasporto per disabili utilizzabile su prenotazione e gestito da volontari. Con soddisfazione invece possiamo constatare che la stazione ferroviaria di Schio, dopo l'adeguamento promosso dall'amministrazione, consistito nel rialzo della banchina tale da permettere l'accesso a pari livello della carrozza, è entrata a far parte della rete di stazioni in cui è garantito in servizio di assistenza per facilitare l'accesso ai treni”.

Prego signor giudice, non mi freghi il posto… (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)COSA FANNO I COMUNI: ARZIGNANO- È normale che per valutare lo stato e la capacità di risposta di una amministrazione nei confronti della domanda di servizio che arriva dai cittadini ci si basi sulle segnalazioni: più se ne accumulano negli uffici comunali, maggiore è la constatazione che qualcosa non va e che occorrono rimedi il più rapidi possibili. Il caso di Arzignano e di Montecchio Maggiore sembra essere quasi paradigmatico perché in entrambi i casi il disagio denunciato in tema di disabilità è praticamente inesistente. Certo, dipende molto da che parte della città si vada a considerare: più si viaggia verso la periferia, meno supporti ci sono, ma anche da quelle zone non arrivano molte segnalazioni. Per quanto riguarda in particolare Arzignano il sindaco Giorgio Gentilin ci dice di non essere a conoscenza di segnalazioni particolari per cui si può ritenere che tutto viaggi dentro i binari della regolarità: “Se mi devo basare su quanto sento direttamente posso dire che qui non abbiamo problemi di grandi disagi perché non abbiamo particolari segnalazioni. In centro potrei aggiungere che siamo decisamente a posto mentre indubbiamente qualcosa che non va si può incontrare man mano che ce ne allontaniamo, ma è anche vero che stiamo molto attenti a rispondere alle segnalazioni. Dove c’è un marciapiedi assente o in cattive condizioni andiamo a rimediare e lo rifacciamo alla svelta così il problema è risolto. Nei limiti di quel che si può sapere, se come succede mancano segnalazioni specifiche che ci facciano muovere io credo che qui ad Arzignano siamo in una buona condizione e che di grossi problemi di accesso o di barriere architettoniche non ne abbiamo in assoluto”. Più o meno sulla stessa linea di Arzignano è anche Montecchio Maggiore dove l’unico in grado di rispondere alla domanda è il responsabile dell’ufficio rapporti con il pubblico. Dice di non avere segnalazioni di nessun genere e questo ovviamente taglia immediatamente ogni tipo di discussione: ci fidiamo, se c’è un interlocutore che dovrebbe fare da collettore alle segnalazioni del non funzionamento dei servizi e saperne riferire ogni cosa, questo è giusto lo sportello comunale più adeguato.

COSA FANNO I COMUNI: BASSANO- La situazione di Bassano, città storica, centro raccolto e strade strette, è tipica di quello stato in cui una città riesce a liberarsi dal problema dell’accessibilità soltanto con molta fatica. Ne è testimone Luciano Lollato, 76 anni, a suo tempo consigliere UICI, cieco fin dalla prima infanzia. Il suo racconto è di grande importanza per capire appunto quanto sia difficile per un’amministrazione riuscire a tappare tutte le falle su questo terreno dell’accesso ai servizi dovendo gestire uno stato di assetto cittadino particolarissimo. Con tutto questo Lollato dice che Bassano ha fatto molto su questo terreno, ci sono miglioramenti che lungo lo scorrere degli anni sono stati ottenuti. Rimane il fatto che per un cieco è sempre un problema muoversi dentro una mappa degli ostacoli che purtroppo è più difettosa nelle cose minime che in quelle più importanti: “I pali della segnaletica stradale sono piazzati disordinatamente e non se ne può fare un riferimento certo quando si cammina in città; idem per le cassette della posta: abbiamo chiesto più volte che si stabilisca una volta per tutte da che parte si debbono piazzare perché è soltanto così che ci si può regolare verso un ostacolo che tra l’altro è alto, non tocca terra e quindi non può essere percepito neppure col nostro bastone. È chiaro che per tante cose si può lavorare sulla progettazione delle nuove realizzazioni mentre tutto quel che c’è già può essere solo rimediato. Dopo di che rimangono casi singolari di trascuratezza: direttamente ho potuto constatare situazioni particolarmente assurde, quasi incredibili: l’avvisatore acustico del semaforo di largo Parolini ad un certo punto è stato ridotto al minimo e non si sentiva più; abbiamo saputo che succedeva perché il suono infastidiva i residenti. Non erano infastiditi dal traffico? E poi il caso più eclatante mi è capitato in tribunale: dovevo farmi accompagnare periodicamente per lavoro; più di una volta non abbiamo potuto parcheggiare negli spazi riservati ai disabili perché c’era un’altra macchina senza contrassegni. Tempo dopo abbiamo saputo che apparteneva a un giudice. Ci sono evidentemente limiti di sensibilità o di educazione, se vogliamo chiamarla così. Quel che penso è che occorrerebbe studiare un grande progetto di sensibilizzazione e conoscenza da portare nelle scuole. I ragazzi debbono sapere in che condizioni vive un disabile: sono convinto che in questo modo avremmo aiuti immediati anche da loro. Incrociare in strada uno che si muove col bastone bianco o col cane dice poco: si capisce molto di più quando si viene informati adeguatamente”.

 

nr. 18 anno XXI del 14 maggio 2016

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