NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Ballando tra i pianeti

Il danzatore Nicola Galli ha portato al comunale lo spettacolo Venus, dedicato a Venere. Spettacolo del progetto “Corpo a Corpo” iniziato con una performance dedicata a Giove

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Venus

Anna Cappelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)@artiscenichecom

 

La settimana scorsa al ridotto del TCVI per il cartellone collaterale “luoghi del contemporaneo –danza” e nell’ambito del progetto “Corpo a Corpo” è andato in scena lo spettacolo “Venus” ideato dal danzatore Nicola Galli, già membro della compagnia CollettivoCinetico. Ispirato al pianeta Venere la pièce fa parte di una trilogia dedicata ad alcuni pianeti del nostro sistema solare. Il pubblico ha molto apprezzato questa creazione esteticamente molto elegante e curata, bene eseguita dallo stesso Galli con Alessandra Fabbri.

Questo spettacolo lo hai realizzato in residenza qui al Comunale.

Venus (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Nicola Galli: “Esatto, a febbraio 2015. Lo spettacolo ha già debuttato a Potenza al festival Città delle 100 Scale, a ottobre, e questo è un po’ un reincontrare il pubblico che ha seguito le residenze e che ora si ritrova di fronte alla creazione competa”.

Di quante residenze hai avuto bisogno?

“Tre occasioni di cui una a Vicenza, poi altri momenti di lavoro in sala prove per cesellare”.

Dal punto di vista figurativo all’inizio lei fa movimenti abbastanza semplici e geometrici, ha lo sguardo perso nel vuoto, mi sembra un po’ i manichini di De Chirico ed è da sola sul palco con pochi elementi.

“Sì pochi elementi che comunque richiamano un paesaggio metafisico e psicologico, non è figurativo, c’è un’idea di paesaggio straniero, mi vien da dire”.

Oltre alla metafisica mi viene in mente il teatro di figura, sembrate delle silhouette di luce su fondo nero, delle ombre cinesi al contrario, è tutto molto semplice ed elegante. Come mai hai scelto questi colori? Venere è vicino al sole, non te lo immagini così azzurro.

“Certo, sono colori molto freddi, sull’azzurro e sul blu, colori che mi piacciono; l’idea non era di rappresentare il pianeta Venere ma di darne un’atmosfera glaciale, malgrado sia il pianeta più caldo del sistema solare”.

Come mai il protagonista è un pianeta?

“Questo è il secondo episodio di una ricerca dedicata al sistema planetario; la prima tappa è stata Giove, questa è Venere e adesso sto lavorando al terzo pianeta, Marte. È una ricerca che su tanti episodi e step della mia crescita personale: la mia attenzione si è sempre più avvicinata al corpo per poi fare uno zoom out, quindi verso il fuori,, andando a cercare il contesto in cui si inserisce il corpo, un contesto osservato talmente da lontano fino ad arrivare al sistema generale dell’universo e del cosmo”.

La terra vista dallo spazio: l’hai illuminata in un modo specifico per farla risaltare così oppure è il valore simbolico che ci porta a guardarla in continuazione? Siamo noi pubblico che mettiamo in relazione voi con la terra?

“È sullo sfondo, la Terra, è sempre presente, sembra un soggetto. Sicuramente ha una vibrazione proprio nel colore e nella luminosità, in più si staglia su questo universo nero che porta facilmente a dare uno sguardo, soprattutto se il pubblico è così nella frontalità. Ti viene proprio di avere uno sguardo aperto e molto allungato dove ci sono corpi inseriti dentro a un contesto; quindi anche qui c’è sempre un’idea di rendere la scena non un posto dove i corpi si muovono ma dove vanno inseriti in uno spazio”.

Venus (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Mi parli di scena frontale, ipotizzi anche di dislocarlo?

“No, secondo me questo lavoro ha bisogno della frontalità per mantenere la terra come punto centrale e dare uno sguardo lontano”.

Non fai solo un salto di Kilometri: personalmente mi hai fatto fare anche un salto temporale, perché ci fai vedere che su Venere ballano la “Ievan Polka” dei Loituma…

“Ma tu la conosci!!?”.

Era un tormentone in rete 15 anni fa, un’ossessione! Come il lime cat!

“Ma è incredibile: sei la prima che conosce questo brano! Ne hanno fatte diverse versioni”.

È un canto tradizionale finlandese, ce n’è anche una versione folk-metal dei Korpiklaani

“E anche una versione dance. Quella originale racconta di questi due ragazzi che non riescono mai a smettere di danzare malgrado ci sia il rimprovero dei genitori che invece dicono loro di non danzare a lungo. Mi hai colto alla sprovvista, bellissimo!”.

Venus (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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