Adesso che ha ottenuto la fascia pensa che aumenteranno o diminuiranno gli amici?
DAL CENGIO: (Dopo la domanda ride a lungo, ndr.) «Gli amici sono sacri, quindi credo che resteranno tali anche dopo la mia elezione a sindaco. Semmai più che nuovi amici, spero che aumentino le persone che possano stimarmi non tanto per quella che sono ma per come saprò lavorare come amministratore pubblico. Sicuramente aumenteranno le conoscenze, soprattutto fuori comune, anche in considerazione del fatto che in una realtà piccola come la nostra ci conosciamo tutti».
NARDIN: «Penso che i miei storici amici tali sono sempre stati e tali rimarranno, nella vita poi c'è sempre spazio per nuovi amici ed unire il proprio cammino a quelli di altre persone è sempre una cosa bella ma tra questo è diventare "amici" le cose sono bene diverse. Sono una persona aperta alle relazioni ed al dialogo se poi si consolideranno dei rapporti ben venga. Faccio però notare che solo attraverso dei passaggi fondamentali della vita che sono: condivisione di gioie e tristezze, superamento di difficoltà e sintonia di intenti oltre ad una forte e profonda stima e simpatia; può nascere una amicizia e se questo avverrà io ne sarò felice».
POLI: «Potrei semplicemente rispondere che il numero degli amici con la "A" maiuscola rimarrà inalterato. È chiaro che adesso, aumentando la visibilità e l’attenzione da parte della gente, si avranno molte occasioni per conoscere numerose persone. È probabile che possano nascere delle intese ma credo che le vere amicizie, a 50 anni, siano quelle formatesi in gioventù e che hanno resistito alla prova del tempo. Adesso la vita subisce un cambiamento, aumenteranno gli incontri sia istituzionali che relazionali, ed inevitabilmente si conosceranno centinaia di persone. Spero che fra di esse possa trovarsi “un tesoro”».
SANTUCCI: «Gli amici, in quanto tali, sono quelli che non badano a fasce. Conto, invece, che aumentino i cittadini pronti a mettersi al servizio della comunità insieme a noi, anche grazie a contatti e relazioni con i territori dei comuni circostanti».
Soprattutto in un paese piccolo si può vivere con lo stipendio da sindaco?
DAL CENGIO: «Sicuramente no. Per quanto mi riguarda continuerò a lavorare, usufruendo dei permessi previsti dalla normativa in vigore. Non ho segreti nel spiegare nel dettaglio la situazione: con tale scelta il mio stipendio da sindaco non sarà di 1.100 euro mensili circa ma scenderà a 600 euro, con un vantaggio quindi per le casse del comune stesso che potrà destinare queste risorse in altri ambiti».
NARDIN: «Assolutamente no, se si considera l'importo esiguo, il costo della vita, la necessità di farsi delle coperture assicurative e comunque l'alto rischio connesso alla carica penso proprio che di questo non si possa vivere. Penso che la motivazione che spinge a fare il sindaco possa essere solo una grande passione per il proprio paese se si vuole fare bene e nell'interesse del cittadini».
POLI: «Onestamente non so quanto guadagnerò come sindaco. Credo che lo stipendio sia rapportato al numero di abitanti e che nel mio caso penso si aggiri attorno ai 2 mila euro lordi mensili. Quando si parla di soldi si entra in un mondo molto delicato e pieno di insidie. Lo stipendio che una persona percepisce, varia a seconda delle esigenze della persona stessa. Al giorno d’oggi, comunque, avere un lavoro ed uno stipendio è sicuramente un privilegio. Credo che sia giusto che un sindaco abbia una retribuzione in quanto i doveri e le responsabilità che si assume sono molte. Non credo che la grandezza di un paese influisca più di tanto sul carovita. Io gestisco un piccolo studio in cui mi occupo di consulenza fiscale, gestione contabile e soprattutto mi occupo di controllo di gestione. Per quel che mi riguarda, io continuerò a seguire il mio lavoro ma delegherò sempre di più gli incarichi. Il tutto a favore del mio nuovo incarico di sindaco del mio paese».
SANTUCCI: «Più che di stipendio, si tratta di fatto di una indennità che non è assolutamente commisurata all'impegno e alla responsabilità connesse ad un impegno di questo genere, che non esiterei a definire di puro senso civico, alla stregua del volontariato».
In questa tornata elettorale non si sono visti i partiti: se lei si dovesse collocare si metterebbe più vicino al Governatore Luca Zaia o al Premier Matteo Renzi?
DAL CENGIO: «Matteo Renzi è una bella persona, ma indubbiamente preferisco Luca Zaia. Per quanto ci riguarda la nostra lista civica è assolutamente sganciata da qualsiasi collegamento partitico o politico e non solo per il fatto che il nostro è un gruppo eterogeneo, con persone di destra e di sinistra. La nostra è stata una scelta ponderata e soprattutto condivisa da tutti: onestamente il fatto di aver coinvolto in qualche modo partiti o schieramenti politici non avrebbe portato a nessun beneficio».
NARDIN: «Parlando con le persone è emerso un profondo distacco del cittadino dai politici di professione e quindi posso capire anche la conseguente disaffezione alla politica. Per l'identificazione mi ritengo un caparbio e deciso moderato veneto che persegue con determinazione gli interessi dei cittadini che mi hanno eletto. Credo che l'interesse dell'elettore debba tornare al centro ma che non possa prevaricare l'interesse pubblico della collettività e la gestione di questo equilibrio penso sia compito dell'amministratore. Ci vogliono idee e visioni nuove per pensare al futuro del nostro paese, non è più sufficiente programmare serve reinventare, serve pensare a paradigmi nuovi. Sono molto affezionato ad una frase che dice: "non abbiamo ricevuto in eredità il pianeta dai nostri padri ma ce l'abbiamo in prestito dai nostri figli" e a questo si ispirerà la mia attività di sindaco».
POLI: «Queste elezioni sono state caratterizzate dalla incontaminazione dai partiti, le liste che si sono presentate erano prevalentemente delle civiche. La ragione principale e che nei piccoli paesi ci si conosce quasi tutti e quindi si vota la persona. I credi politici non trovano spazio nei problemi di ogni giorno; la gente quando vota per il proprio piccolo borgo non chiede se sei di destra o di sinistra ma piuttosto se sei a favore o contro la realizzazione di un’opera. Io non ho una fede politica e sinceramente non credo che ce l’abbiano anche i nostri cari politici. Se devo esprimere le mie idee lo faccio liberamente e senza accostarmi a questo o a quell’altro esponente politico. L’integrazione fra i popoli è un fenomeno inevitabile ma va regolamentato, non possiamo aprire le porte a tutti e non occuparci dei nostri concittadini. Gli uomini sono uguali in tutto il mondo e vanno trattati con dignità. Tuttavia non sono in grado di capire se sono zaiano e renziano: posso solamente dire che Zaia è un veneto come me e quindi mi è più simpatico».
SANTUCCI: «La nostra è una lista civica "pura", senza alcuna collocazione politica o partitica. Di certo guardiamo, indistintamente, a chiunque offra opportunità e ascolto alle esigenze del nostro paese».
nr. 22 anno XXI dell'11 giugno 2016